Mercedes: perché è controproducente paragonarsi alla Ferrari

Mercedes e Ferrari: due mondi lontani che tali devono rimanere per evitare che qualcuno, a Brackley, si scotti seriamente

Il potenziale c’è ma non si vede. Ecco la sintesi del momento Mercedes. Toto Wolff, dopo il Gran Premio del Giappone, ha affermato che la W15 possiede ben settanta punti di carico che non si osservano in pista. Se così fosse – e non abbiamo la pretesa di non credere alle parole del team principal – significa che le cose non vanno affatto bene. Cosa puntualmente fotografata dal gap che si è aperto con Red Bull e Ferrari.

Gira e rigira si torna sempre allo stesso punto di partenza: a Brackley hanno smarrito il manuale della correlazione. Quel che vedono nelle analisi computazionali è diverso da quanto la pista racconta. Fin quando le cose andranno così – e ormai si procede in questo modo da tre anni – non c’è possibilità di uscire fuori dalla spirale vorticosa in cui la Stella a Tre Punte è caduta e intrappolata. 

Nel caos interpretativo generalizzato inizia a emergere una traccia su cui lavorare, una linea di continuità che si fa vedere sempre più spesso e sulla quale James Allison e i suoi hanno posato la lente d’ingrandimento per rivoltare come un calzino una macchina che ha profondamente deluso le attese. 

George Russell - Mercedes AMG F1 Team
George Russell (Mercedes AMG F1 Team) in azione durante il Gran Premio del Giappone 2024

Mercedes W15: il caldo limita l’efficienza della vettura

L’indagine tecnica interna ha svelato che esiste una relazione tra la temperatura dell’asfalto e le prestazioni della W15. E non ci riferiamo ai problemi di raffreddamento emersi in Bahrain, ma proprio alla capacità di “leggere” le gomme al variare di pochi gradi centigradi della pista. Insomma, piccole mutazioni termiche determinano uno sbilanciamento nelle performance molto ampio. Troppo. 

A Suzuka, mentre Ferrari poteva optare per una strategia a una sosta che si è rivelata efficace con Charles Leclerc, Lewis Hamilton e George Russell non sono stati in grado di fare altrettanto concludendo la gara rispettivamente in settima e nona posizione. 

I tre gradi di differenza nella temperatura dell’asfalto tra il primo e il secondo stint hanno fatto male alla W15 anche se, a detta di Wolff, non è stato il solo problema incontrato tra le pieghe di Suzuka. 

Per quanto io creda che ci sia una relazione tra le nostre prestazioni e la temperatura della pista, non ritengo che questa sia stata la ragione della nostra pessima prestazione nel primo stint. Abbiamo perso molto tempo con i sorpassi, più che con la temperatura dell’asfalto“, ha detto Wolff.

La Ferrari SF-24 incalza la Mercedes W14 durante il Gp del Bahrain 2024

Mercedes non può permettersi la flessibilità della Ferrari

Discorso in parte vero ma che incastra la W15 alla sua scarsa modularità. Procedendo nel parallelo con la Ferrari, la SF-24 è una vettura che consente un ventaglio strategico più ampio. In parole semplici, è possibile cambiare in corso le tattiche definite a tavolino. Cosa che la Freccia d’Argento non può fare, incastrata com’è alla sua rigidità operativa

Per tale ragione è difficile sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda delineata da Wolff. Leggete: “Coloro che stanno davanti meritano di vincere, ma abbiamo visto la Ferrari più vicina rispetto ad altri team e piloti nel recente passato. Credo che anche noi potremo raggiungere la Ferrari, o comunque essere più vicini rispetto a quanto visto oggi”.

Si fa fatica, dopo quattro gare che hanno contribuito a mettere su una classifica pietosa (lasciamo da parte il buonismo verbale), a immaginare una Mercedes che possa in qualche modo avvicinarsi a quanto può permettersi di fare la scuderia italiana.

Anche perché – e questo è un altro elemento da sottolineare – a Brackley procedono quasi a tentoni mentre in Ferrari sanno benissimo cosa fare e dove mettere le mani.

Dopo una prima parte di mondiale passata a studiare, peraltro con risultati molto brillanti, Maranello si appresta a portare, probabilmente a Imola, un massiccio pacchetto di aggiornamenti per continuare la corsa verso la vetta della serie. 

Cosa che a Brackley non si può immaginare di fare. Se non si capiscono quali sono i difetti che affliggono la vettura è inutile lanciarsi in campagne di sviluppo che non darebbero frutti.

In tempi di restrizioni fiscali e di catene tecnico-regolamentari non si può usare a piacimento la galleria del vento, né si può ricorrere ai test privati  per confermare ciò che si osserva in fabbrica.

Lewis Hamilton – Mercedes W15, GP Australia 2024

Mercedes: quale futuro per la W15?

Mercedes è rimasta quasi col cerino in mano: cosa fare di questo 2024? Provare a recuperare come accadde nel 2022 con una W13 che, nonostante le immense difficoltà iniziali, alla fine dell’anno era una vettura con un senso logico, oppure pensare al 2025 o, forse più lucidamente, immaginare di lavorare per il 2026 il cui quadro normativo è prossimo alla definizione?

Lo sa Wolff che quest’anno è andato alla malora. “Penso che nessuno riuscirà a raggiungere Max”, aveva mestamente osservato Toto dopo il Gp di Suzuka. 

Credo ci voglia poco nel passare dalla seconda o terza posizione all’ottava. Ci sarà azione nelle prossime settimane, dobbiamo spingere tanto per fornire una prestazione migliore e riuscire a sfidarli”. La sensazione, nessuno ce ne voglia, è che Mercedes rischia maggiormente di essere assorbita da chi spinge da dietro che risalire verso le zone nobili della classifica. 

Il team, al di là di intenti di facciata, quasi vuoti, è in evidente fase discendente, con una line-up piloti da ridefinire e con un comparto tecnico che finora ha capito ben poco della “F1 Venturi”.

Non sarà semplice chiamarsi fuori da questo momento no, ma di certo parametrarsi alla Ferrari è un azzardo che rischia di scottare qualcuno ai piani alti del team.


Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari

Exit mobile version