L’11 novembre, come avevamo anticipato (leggi qui), era trapelata l’indiscrezione: Toto Wolff si preparava a cedere una parte delle proprie quote nella Mercedes F1, di cui controlla un terzo attraverso la propria holding. Un movimento societario non marginale, perché riguardava un socio che, negli ultimi dieci anni, è stato di fatto il volto operativo, politico e strategico del progetto.
Con l’ufficialità arrivata durante il weekend del Gran Premio di Las Vegas, lo scenario si è chiarito: George Kurtz, fondatore e CEO di CrowdStrike – già partner di lungo corso del team – ha acquisito il 5% del capitale complessivo, corrispondente al 15% della quota privata riconducibile a Wolff.

L’annuncio, giunto nella serata italiana, ha confermato il consolidamento del legame tra Mercedes e il mondo della cybersecurity, settore in cui CrowdStrike rappresenta uno dei player più innovativi. Il comunicato stampa del team non ha lasciato spazio a interpretazioni: Kurtz non è soltanto un nuovo investitore, ma entra nella struttura decisionale della squadra come co-proprietario e nuovo consulente tecnologico, con un posto nel comitato direttivo strategico accanto a Ola Källenius, Sir Jim Ratcliffe e lo stesso Wolff.
Il messaggio ufficiale è stato calibrato per mantenere un senso di continuità: “La governance del team rimane invariata”, precisa la nota, sottolineando che Wolff manterrà tutte le sue funzioni esecutive. Ma la presenza di un nuovo socio al tavolo dei decisori, per quanto compatibile con lo spirito industriale del progetto Mercedes F1, è un elemento che cambia oggettivamente il quadro.
Le dichiarazioni dei protagonisti hanno cercato di proiettare l’operazione all’interno di una narrazione di crescita condivisa. Wolff ha accolto Kurtz elogiandone la doppia natura di pilota e imprenditore, sottolineando come la sua esperienza nel settore tecnologico sia sempre più rilevante per il futuro della Formula 1. Dal canto suo, Kurtz ha rimarcato la convergenza tra motorsport e sicurezza informatica, contesti in cui “millisecondi, esecuzione e gestione dei dati fanno la differenza”.

Al di là del tono rassicurante delle comunicazioni ufficiali, la mossa evidenzia una ridistribuzione dei pesi all’interno dell’azionariato. Sebbene Wolff conservi un ruolo operativo centrale, la cessione del 15% della sua quota rappresenta un significativo passo indietro: non è più un socio perfettamente paritario rispetto a INEOS e Daimler AG.
Questo è un dettaglio che, letto in prospettiva di lungo periodo, potrebbe preludere a un progressivo alleggerimento della sua posizione o persino a un futuro disimpegno più ampio, qualora la nuova struttura proprietaria continui a evolversi in questa direzione.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team
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