Mentre i piloti titolari della Mercedes attirano tutta l’attenzione durante i weekend di gara, la scuderia anglo-tedesca ha un pilota che lavora nell’ombra per contribuire alle prestazioni della vettura. Generalmente si tratta dei piloti al simulatore, che restano in fabbrica per supportare a distanza sia i driver in pista sia gli ingegneri. Il loro compito principale consiste nel testare un’ampia varietà di regolazioni di setup al simulatore, con l’obiettivo di individuare miglioramenti che possano essere applicati direttamente in circuito.
Un esempio è Frederik Vesti, pilota riserva del team Mercedes in F1 e che svolge un ruolo chiave dietro le quinte. Vesti ha sottolineato l’importanza del suo contributo dichiarando: “il lavoro al simulatore che faccio è il contributo più importante che do al team ogni settimana”. Quando rientra alla base, a Brackley, dedica lunghe sessioni al simulatore per affinare le prestazioni e acquisire conoscenze preziose.
Negli ultimi mesi, gran parte dello sforzo di Vesti si è concentrato sulla vettura del 2026. Ecco le sue parole: “in questo momento tutta l’attenzione è rivolta al 2026, quindi circa l’80% dei giri che faccio sono con la vettura dell’anno prossimo, e questo va avanti già da un po’ di tempo“. Ciò comporta passare ore prolungate al simulatore, spesso otto o nove al giorno, per far progredire il progetto relativo al nuovo regolamento.
Vesti considera il simulatore una “strumento molto importante” per assistere i piloti in circuito, specialmente nel caso del talentino italiano Andrea Kimi Antonelli, un debuttante che non conosceva direttamente molti dei tracciati in calendario. Il lavoro al simulatore permette di preparare dati e regolazioni che aiutano il giovane italiano ad adattarsi più rapidamente, anche se questo richiede a Vesti orari intensi e compiti aggiuntivi.

La fatica fisica e mentale dietro al lavoro “oscuro” della Mercedes
Il ruolo di pilota di simulatore comporta giornate estremamente impegnative, con sessioni che possono iniziare alle dieci di sera e protrarsi fino alle otto o nove del mattino. Il driver riconosce: “è così che funziona la Formula 1“. Per una persona esterna potrebbe sembrare una follia, ma il danese spiega: “queste sono le cose che bisogna fare per estrarre il massimo dalla vettura. A volte iniziamo al simulatore alle 10 di sera e non finiamo fino alle 8 o 9 del mattino. È estremamente impegnativo a livello mentale e fisico“.
Nonostante la fatica, la ricompensa arriva osservando miglioramenti concreti in pista. Vesti conclude: “Ma quando poi vedi i risultati in pista e noti che hai fatto un passo avanti, la cosa genera una soddisfazione enorme. Vedi che tutto il team Mercedes apprezza il lavoro che il team di simulatore e io mettiamo e questo fa sentire molto bene. È per questo che lo facciamo e per questo lavoriamo così duramente“.
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Crediti foto: Mercedes





