La Mercedes ha modificato radicalmente il proprio approccio per accelerare l’inserimento di Andrea Kimi Antonelli all’interno di un progetto tecnico che, da inizio anno, ha mostrato quanto sia complesso da interpretare. Se fino a poche settimane fa l’idea era quella di far adattare il giovane italiano alla W16, ora a Brackley si sta muovendo l’intero ecosistema per portare la monoposto più vicino alle sue esigenze.
È un cambio di paradigma che racconta sia la fiducia riposta nel pilota cresciuto nella Academy, sia la consapevolezza che l’adattamento non può essere unidirezionale quando si lavora con un talento su cui si vuole costruire il futuro.
Il lavoro si è intensificato sul fronte dell’ingegneria e della comunicazione tecnica. Antonelli è stato progressivamente integrato nei processi decisionali legati a setup, bilanciamento e mappature, con un’interazione sempre più stretta con i responsabili di pista.
Parte del lavoro riguarda la modalità con cui il pilota percepisce l’avantreno nelle fasi critiche d’inserimento, la gestione delle altezze e la reattività in appoggio, aree in cui la Mercedes ha introdotto piccole ma significative variazioni nella filosofia di messa a punto.

Per favorire l’apprendimento reciproco, la squadra ha rivisto anche la preparazione dei weekend. Più ore al simulatore, briefing più lunghi e specifici e una concentrazione maggiore sui micro-dettagli che influiscono sulla sensibilità di Antonelli: tutto è stato ritarato per rendere il suo processo di crescita più lineare. Negli ultimi Gran Premi, uno dei punti di intervento ha riguardato anche la gestione degli pneumatici, soprattutto nella finestra di preparazione del giro veloce, area che spesso incide sulle sensazioni del pilota più ancora che sulla prestazione pura.
C’è poi un aspetto psicologico che Mercedes ha voluto affrontare con decisione. Per ridurre la pressione su un diciottenne (ora diciannovenne, ndr) messo immediatamente sotto la lente del mondo della Formula 1, il team ha tagliato gli impegni extra-pista, dai media agli sponsor, così da liberare tempo ed energie da investire esclusivamente nella guida. È una scelta che conferma quanto il progetto Antonelli sia centrale e quanto la squadra sia determinata a eliminare ogni possibile interferenza nella sua curva di apprendimento.
Tutto questo sta iniziando a dare frutti. A Brackley si percepisce una crescente fiducia nelle capacità tecniche di Antonelli, che sta ricambiando lo sforzo con un approccio metodico e una lettura dei dati sempre più matura. La sensazione è che la Mercedes abbia capito la necessità di costruire un percorso personalizzato, evitando gli errori commessi in una fase storica molto delicata.
Ed è proprio sugli errori del recente passato che Andrew Shovlin ha voluto insistere. Il direttore degli ingegneri di pista ha ammesso senza mezzi termini quanto la transizione all’effetto suolo nel 2022 sia stata una caduta, una deviazione che ha compromesso due stagioni intere. “A dire il vero, col senno di poi, sarebbe stato molto facile tornare in una posizione vincente“, ha spiegato Shovlin, sottolineando come la squadra non avesse ancora compreso appieno le dinamiche per evitare il porpoising o dove si celassero i settori più ricchi di prestazione. “Soprattutto se avessimo saputo quello che sappiamo ora, quando abbiamo affrontato quei regolamenti, come impedire che le monoposto rimbalzassero, capire dove si troverebbero le aree di maggiore prestazione“.

La Red Bull, ha ricordato Shovlin, ha capitalizzato al meglio il proprio vantaggio iniziale ma ha comunque attraversato lo stesso processo di apprendimento. La differenza è che Mercedes quel processo lo ha cominciato in ritardo, pagando l’ingresso nell’era effetto suolo “con il piede sbagliato”. Ecco perché a Brackley la parola d’ordine è prevenzione: quando nel 2026 entreranno in vigore i nuovi regolamenti aerodinamici e motoristici, nulla dovrà essere lasciato al caso.
Il percorso intrapreso con Antonelli, in questo senso, non è soltanto un investimento sul pilota. È la manifestazione di una filosofia più ampia: costruire un team più flessibile, più rapido nell’adattarsi e più capace di interpretare i segnali tecnici prima degli avversari. Il 2026 rappresenta, nelle parole di Shovlin, l’occasione per non ripetere quanto accaduto quattro anni prima. Ed è proprio da questa consapevolezza che Mercedes vuole ripartire per riportare il simbolo della Stella a Tre Punte sul livello che appartiene alla sua storia.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team
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