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Home Approfondimenti

Mercedes: come l’ala nuova ha ridato equilibrio alla W15

Può un singolo elemento aerodinamico risolvere i problemi della Mercedes W15? No, ma può contribuire a delineare la strada sulla quale incamminarsi per avere un mezzo meglio bilanciato. Ecco come l’ala introdotta a Monaco sta aiutando Allison e i suoi a uscire fuori dalle difficoltà

Diego Catalano by Diego Catalano
17 Luglio 2024
in Approfondimenti, F1, F1 Analisi e tecnica, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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Mercedes W15

La vecchia versione della W15 senza vanity panel bombato

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A Montreal, nello scorso fine settimana, la Mercedes è stata competitiva per la prima volta in questa stagione. Il team tiene i piedi per terra ed è cauto nel ritenere che quella canadese possa essere la svolta della stagione.

Per la prima volta, però, Lewis Hamilton e George Russell hanno potuto contare su avantreno del quale potersi fidare. Si ritiene che il nuovo alettone anteriore introdotto a Monaco sia il fattore da cui è dipeso questo cambiamento radicale nel comportamento della vettura. 

Quella macchina che secondo Hamilton non ne voleva sapere di girare sembra ora essere meno refrattaria a farsi condurre. L’ala originale con il suo flap superiore attaccato al muso energizzava il flusso d’aria che viaggiava lungo la parte posteriore della vettura ma conferiva alla stessa un generale sottosterzo.

Mercedes W15
Lewis Hamilton a bordo della Mercedes W15 durante il Gp del Canada 2024

Mercedes: la vecchia ala anteriore un limite per la W15

Con la vecchia ala erano sorte delle incongruenze nell’andamento dinamico della monoposto. Man mano che la W15 abbassava l’altezza da terra alla ricerca del giusto carico, il profilo anteriore iniziava a generare troppa downforce nelle curve ad alta velocità. A bassa velocità, invece, ne generava poca. Insomma, non era possibile trovare un valido punto d’equilibrio che soddisfacesse i conducenti.

Al fine di mantenere l’ala anteriore fuori dall’effetto negativo suddetto, la Mercedes ha dovuto girare a un’altezza di marcia superiore a quella ottimale cedendo quindi molto carico aerodinamico nella parte bassa dell’area dell’avantreno. 

La parte inferiore dell’ala anteriore si comporta esattamente come con fanno i canali Venturi del sottopavimento: quando la superficie inferiore si avvicina al suolo e lo spazio tra l’elemento e l’asfalto diminuisce, l’aria accelera in modo massiccio. Più velocemente questa si muove nella parte bassa, maggiore è la differenza di pressione tra la zona superiore (pressione più alta) e la superficie inferiore (bassa pressione) e maggiore è quindi il carico aerodinamico.

Il problema è che l’aumento del carico non è progressivo, ma molto repentino negli ultimi millimetri. Al crescere della velocità dell’auto la spinta verticale comprime le sospensioni e riduce l’altezza da terra. Quando quella velocità portava l’altezza al di sotto di una certa soglia, l’effetto suolo dell’ala anteriore la faceva funzionare improvvisamente in modo molto potente. Troppo. 

Quindi, anche se l’ala originale alimentava bene la parte posteriore della vettura, quando andava in effetto suolo ad alta velocità i benefici generali crollavano. James Allison ha spiegato come la nuova parte presentata nel Principato ha affrontato (e parzialmente) il problema.

“Le ali anteriori di queste auto sono molto grandi – ha spiegato l’ingegnere – E probabilmente a loro piace soprattutto stare vicino al suolo. Questo tende a rendere l’auto più nervosa man mano che va più veloce, perché proporzionalmente si sposta di più sull’asse anteriore di quanto si potrebbe desiderare. Più si trova carico aerodinamico vicino al suolo, peggio è”.

Mercedes W15
La nuova ala anteriore della Mercedes W15 introdotta a Montecarlo

L’elemento introdotto a Montecarlo sulla W15 n°63 e poi offerto anche alla 44 in Canada ha limitato gli effetti negativi delle caratteristiche tipiche di ali così grandi. La tendenza al sottosterzo a bassa velocità e al sovrasterzo ad alta velocità resta, ma Mercedes ha reso meno estremo il profilo di quella parte nevralgica rendendo l’auto meno insidiosa per il conducente. 

Contestualmente, si è lavorato anche su diversi settaggi meccanici che comunque è stato possibile usare grazie a una maggiore malleabilità aerodinamica dell’avantreno che ha conferito più equilibrio alla macchina che ora sembra più coerente e prevedibile per i piloti.

Montreal ha offerto una gamma di velocità in curva relativamente ristretta. Barcellona sarà un teatro del tutto diverso e per questo sarà un vero e proprio banco di prova per la W15. Se al Montmelò le Frecce d’Argento saranno ancora una volta competitive allora si potrà davvero dire che il team si sta chiamando fuori dalle difficoltà tecniche.


Crediti Foto: F1, Mercedes-AMG Petronas F1 Team

Tags: F1F1TechMercedesNewsslider
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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