La Mercedes ha fatto una scelta molto coraggiosa puntando su Andrea Kimi Antonelli. Strategia che in qualche modo ha dovuto controbilanciare con una decisione più conservativa, ossia ingaggiare Valtteri Bottas nel ruolo di terzo pilota. Quest’ultimo avrà quindi il compito di farsi trovare pronto, se necessario, e di lavorare al simulatore di Brackley per supportare l’azione del giovane talento italiano e quella di George Russell, che ha acquisito comunque già una buona esperienza in Formula 1.
Questo ruolo, sempre più centrale in una serie che tende alla virtualizzazione dello sviluppo delle monoposto a causa dei vincoli di spesa e delle limitazioni ai test in pista, era stato ricoperto da Mick Schumacher, che qualche settimana fa ha dato l’addio ufficiale alla Mercedes per concentrarsi sul progetto WEC con Alpine.

Mercedes – Schumacher: addio condiviso
La rescissione del legame è stata un incontro di necessità: quella del pilota, di non rimanere ancora in panchina sperando in una chiamata dal team principale o da altre scuderie; quella della squadra che ha stabilito di affidarsi a una vecchia conoscenza – Bottas, per l’appunto – in un anno in cui si affideranno le chiavi di una monoposto a un conducente senza esperienza, che potrebbe subire l’impatto tecnico e psicologico di una categoria stressante come la Formula 1.
Toto Wolff ha lodato il coraggio di Schumacher, sottolineandone la saggezza. Il team principal ha spiegato come Mick non potesse aspettare ulteriormente e avesse necessità di correre. Evidenziandone l’intelligenza, ha fatto capire che in Formula 1 non aveva troppo spazio e che era inutile insistere ancora, rischiando di dilapidare il suo potenziale in un ruolo che non si confà a un giovane dalle belle speranze, il quale rischiava di vedere bruciata la sua carriera per inseguire il sogno di un sedile nel Circus.
In realtà, dietro le lodi per questa scelta, c’era una più alta ragion di stato che Mercedes ha rincorso in maniera cinica ma comprensibile: creare un terzetto di piloti in cui l’esperienza di Bottas bilanciasse l’inesperienza di Antonelli e, forse, quella poca attitudine allo sviluppo che ha George Russell rispetto a Lewis Hamilton, il quale, in questi anni, ha provato a fornire quei feedback giusti al team per uscire dalle palesi difficoltà.

Bottas, che con Hamilton ha scritto pagine importanti della storia della Stella a Tre Punte, è un conducente di sicuro affidamento per quanto concerne le questioni tecniche, forse più di quanto non lo possa essere Mick Schumacher, la cui esperienza in pista in F1 è limitata.
Il finlandese, invece, viene da lunghe stagioni consecutive che possono servire molto sia in un anno di stabilità regolamentare come sarà il 2025, sia nel passaggio alle vetture di nuova generazione, alle quali inizierà a lavorare al simulatore che già viene programmato con quegli elementi che dovrebbero caratterizzare le monoposto del futuro.
In conclusione, il matrimonio tra Schumacher e la Mercedes doveva necessariamente terminare per questioni di reciproci interessi che non erano più collimanti. Una scelta fatta da soggetti consapevoli, che infatti si sono lasciati senza strascichi polemici.
Crediti foto interne: Mercedes-AMG Petronas F1 Team