Carlos Sainz. Due weekend di stop per la Formula 1, uno dei quali già passato, che sanno un po’ di una sorta di anticipo della pausa estiva. Chi sperava in un po’ di tranquillità è costretto a fare i conti con la dinamicità di questo sport. In effetti, la settimana appena trascorsa, è stata scossa – se così possiamo dire – dalla notizia del licenziamento di Christian Horner come Team Principal della Red Bull.
Le motivazioni, probabilmente, sono dovute più per motivi che riguardano il “dietro le quinte”. Come noto, al suo posto arriverà Laurent Mekies, che finora ha ricoperto il ruolo di Team Principal alla Racing Bulls.
L’ingegnere francese, ricoprirà anche il ruolo di CEO, proprio come il manager inglese. Per Laurent non sarà un compito semplice. Vero è che essendo nell’ambiente è a conoscenza di molte informazioni, ma comunque dovrà gestire un progetto che richiede parecchi cambiamenti.

Carlos Sainz non è in Red Bull per volontà di Max Verstappen?
A Makies le capacità sicuramente non gli mancano, così come l’esperienza in un Top Team. Infatti, è stato direttore sportivo in Ferrari, condividendo il box con Fred Vasseur, Charles Leclerc e Carlos Sainz.
E chi ci dice che Sainz, non potrebbe rientrare nell’orbita di Laurent Mekies? Si tratta pur sempre di un pilota che conosce molto bene. Il manager francese è consapevole delle capacità del madrileno che, seppur non spicca per velocità pur, si esalta in termini di mentalità strategica.
Se quest’anno ad essere protagonista del mercato piloti – forse involontariamente – è Max Verstappen che potrebbe dare vita ad un effetto domino non indifferente, lo scorso anno fu proprio il #55 della griglia uno dei nomi caldi.
Appiedato dalla Ferrari per accogliere il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, Carlos Sainz è stato a lungo alla ricerca di un top team. Trattative avviate anche con Red Bull, fino al “veto” da parte di Max Verstappen.
La storia del “veto” in realtà è una di quelle che possiamo etichettare come “voci di paddock”, in quanto dell’ufficialità non c’è traccia. Ed in effetti lo conferma anche lo spagnolo, intervenuto ai microfoni del podcast High Performance, in cui afferma:
“È ciò che la gente ha concluso, o ciò con cui cerca di spiegare o capire la situazione”. Anzi, dopo tale affermazione sposta l’attenzione sull’ex Team Principal Red Bull: “L’unica cosa che posso dire è andate a chiedere a Christian Horner o a chiunque riteniate competente per rispondere a questa domanda. Sinceramente, vado molto d’accordo con Max. È qualcosa che la gente non vede dall’esterno. Abbiamo avuto una rivalità nel nostro primo anno in Formula 1, alla Toro Rosso. Ma è stata una rivalità relativamente sana tra me e lui, per il modo in cui affrontavamo le gare”.
Infatti, per chi lo avesse dimenticato, Carlo Sainz ha condiviso con Max Verstappen le stagioni 2015 e 2016 in Toro Rosso, attuale Racing Bulls. Entrambi si dimostrarono molto competitivi, giocando ad armi pari. Anche se poi, considerando la classifica finale, l’olandese ebbe la meglio.
E chissà se la scelta di andare in Renault nel 2017, non sia dipesa dalla consapevolezza della volontà dei vertici Red Bull, di puntare sul pilota di Hasselt. Ad ogni modo, la competitività aveva creato un po’ di screzio tra i due. Scenario che, a sentire le parole di Carlos Sainz, sembra ormai risolto. Ed in effetti lui stesso ammette: “Ora andiamo molto d’accordo”. Ed in merito alla mancata scelta da parte dei vertici Red Bull per la stagione 2025, aggiunge: “Se quella fosse la ragione, non capisco perché non mi vorrebbero accanto a Max, perché credo che insieme saremmo in realtà una coppia molto forte in Formula 1”.

Carlos Sainz: “avevo bisogno di un team che mi sostenesse”
Le dichiarazioni del pilota madrileno non si fermano qui, dimostrando – forse – una ferita ancora aperta nel non essere stato scelto da nessun top team. E sempre ai microfoni del podcast High Performance, dice: “Sarebbe stata la cosa giusta per la mia carriera? Non lo sapremo mai. Quindi non vale la pena parlarne”. E afferma: “So solo che avevo bisogno anche di un team che mi desse tutto. So quali sono le mie capacità come pilota. E da questo punto di vista, sento che la Williams mi ha dato l’ambiente giusto per esprimermi al meglio”.
Forse proprio al meglio no, o non ancora, se consideriamo che delle dodici gare disputate finora, solo 4 le ha terminate in zona punti. Poi certo, dovremmo considerare il suo contributo nel box con ingegneri e tecnici. Tornando al discorso Red Bull, Carlos Sainz continua a parlare del suo mancato ingaggio, ma ponendo l’attenzione al talento di Verstappen e delle sue capacità sviluppate accanto ai top driver.
“Quel primo anno insieme a Max mi ha dato la fiducia di sapere che posso competere con chiunque”, afferma. Per poi continuare: “Sono stato compagno di squadra di Charles, di Lando, di Nico Hülkenberg. Credo di essere stato affiancato a piloti molto veloci, probabilmente tra i migliori in questo sport. E ora Alex Albon, anche lui incredibilmente veloce”. E conclude: “Tutto ciò mi spinge ancora a voler affrontare i migliori. Non mi ha mai fatto pensare ‘no, non voglio’. So di potercela fare e so di aver già avuto successo in passato”.

Carlos Sainz: meglio rischiare con Red Bull o crescere con Williams?
Proviamo a trarre delle conclusioni. Alcune qualità di Sainz le abbiamo già citate. A queste, dobbiamo aggiungere la sua capacità di saper creare armonia all’interno del team, in modo che possa essere coeso nel lavoro. Pregio emerso e che possiamo apprezzare in toto quando era in McLaren con Lando Norris.
Inoltre, in passato, Mekies ha elogiato le qualità di Sainz e la sua capacità di integrarsi bene con l’allora compagno di squadra Charles Leclerc, sottolineando come il loro rapporto fosse un valore aggiunto per la Ferrari.
Capite bene che avere in squadra un volto familiare non è cosa di poco conto. Ma purtroppo non è un elemento sufficiente affinché tale scenario si concretizzi. A questo si aggiunge Max Verstappen: se permarrà nel team, non ci sarà spazio per Sainz.
Se invece il campione del mondo dovesse andare via, la domanda è un’altra: si considera l’ipotesi George Russell o si dà spazio al vivaio di giovani piloti? Il pilota inglese rappresenta una buona opzione, diventato ormai maturo per la guida di un team, oltre ad essere veloce e talentuoso.
Puntare sul vivaio piloti, “allevato” da Helmut Marko, darebbe senso agli investimenti effettuati. E poi, a quanto pare, Isack Hadjar sarebbe in lizza per sostituire Yuki Tsunoda e Arvid Lindblad si giocherebbe il posto lasciato vacante dal francese.
Ed in effetti, avere in squadra un pilota dell’orbita Red Bull, ha senso eccome. L’anno prossimo è cruciale, non solo per le nuove monoposto, ma anche perché debutterà il motore sviluppato da Red Bull. È chiaro che avere qualcuno che abbia un po’ di familiarità è un plus.
Se volessimo azzardare un’ipotesi e dire che Red Bull punterà su Russell e Sainz – ammettendo la dipartita di Verstappen – è per puntare su due piloti di esperienza (un po’ come fece Haas nel 2022) e per dare un taglio netto al passato. Scenario ipotetico, sottolineiamo, nonché assurdo, anche perché c’è da fare i conti con Helmut Marko.
Carlos Sainz ha una clausola in contratto che qualora dovesse ricevere la chiamata da un top team, può lasciare la Williams. Ma secondo chi scrive, farebbe bene a restare a Grove, soprattutto in vista del 2026. E poi Red Bull sarebbe una scelta guidata dall’orgoglio, chiaro, ma ricca di incognite. Almeno adesso sta familiarizzando con l’intero ambiente, con la monoposto ed il motore Mercedes.
E se è vero che la power unit tedesca è un passo avanti rispetto alla concorrenza, il che giustificherebbe anche la scelta da parte di Alpine, è ancora un motivo in più per ritornare ad essere tra i top con un team che di basi solide, quest’anno, ne sta mettendo parecchie.
Crediti foto: Circuit de Barcelona-Catalunya, Formula 1, Atlassian Williams Racing