La questione della ghiaia contro l’asfalto nelle vie di fuga in Formula 1 e in tutto il mondo del motorsport è complessa e coinvolge considerazioni di sicurezza, ingegneria dei circuiti, comportamento dei piloti e persino aspetti economici e ambientali.
L’incidente in questione è accaduto in MotoGP (l’altra importante categoria di proprietà di Liberty Media), in Ungheria, dove la moto del pilota Pedro Acosta è finita fuori pista a tutta velocità carambolando sulla via di fuga in ghiaia per poi schizzare in aria verso la postazione dove era presente un cameraman che, visto il pericolo, si è prontamente spostato. La moto dello spagnolo ha danneggiato parzialmente la telecamera.
Il sinistro, che fortunatamente non ha ucciso o ferito l’addetto lì presente, ha di nuovo infiammato il dibattito della sicurezza nei circuiti. In questo articolo analizzeremo i due metodi principali che vengono utilizzati sui vari tracciati sulla tematica della sicurezza: le vie di fuga in ghiaia e quelle in asfalto.

La ghiaia: i pro
La ghiaia è stata a lungo un elemento tradizionale nelle vie di fuga dei circuiti di Formula 1, utilizzata per rallentare le vetture che escono di pista e ridurre il rischio di collisioni ad alta velocità con barriere o altri ostacoli.
Essa crea una resistenza significativa quando le gomme di una monoposto vi affondano, rallentando rapidamente la vettura. Questo è particolarmente utile in curve ad alta velocità, dove un’uscita di pista potrebbe portare a un impatto pericoloso contro le barriere. La ghiaia rappresenta una penalità naturale per i piloti che spingono oltre i limiti, poiché uscire di pista comporta il rischio di rimanere bloccati o di danneggiare la vettura. Questo incoraggia una guida più cauta.
La ghiaia: i contro
Se una vettura scava troppo nella ghiaia o arriva con un angolo sbagliato può perdere stabilità e ribaltarsi. Questo è un rischio importante, soprattutto con le moderne monoposto a effetto suolo, che hanno un baricentro basso e sono sensibili alle irregolarità del terreno.
La ghiaia, ancora, può finire in pista, creando pericoli per gli altri piloti, specialmente in termini di forature o perdita di aderenza. Questo richiede interventi di pulizia che possono interrompere la gara o le sessioni.
In caso di pioggia, la ghiaia può diventare scivolosa o fangosa, riducendo la sua capacità di rallentare le vetture e aumentando il rischio di perdita di controllo. La ghiaia richiede una manutenzione regolare per evitare che si compatti o si disperda, il che può essere costoso e complesso per i gestori dei circuiti.

L’asfalto: i pro
L’asfalto è diventato la scelta predominante nei circuiti moderni, grazie alla versatilità e alla capacità di adattarsi alle esigenze di sicurezza e competizione odierne. È spesso combinato con materiali ad alta frizione o zone di erba sintetica per ottimizzare la sicurezza.
L’asfalto offre una superficie uniforme che consente ai piloti di mantenere un certo controllo della vettura anche in caso di uscita di pista. Questo riduce il rischio di ribaltamenti o perdite di controllo drammatiche. Non produce detriti, riducendo il rischio di detriti in pista e semplificando la manutenzione del circuito. Questo è particolarmente importante in gare con più categorie, dove la pulizia della pista è cruciale, dato che mantiene le sue proprietà anche in caso di pioggia, a differenza della ghiaia, che può diventare scivolosa o inefficace.
I progettisti dei circuiti possono utilizzare asfalto con diversi livelli di aderenza come quello abrasivo o verniciato con materiali ad alta frizione, per rallentare le vetture senza compromettere la stabilità. Zone come quelle con “AstroTurf” o asfalto ad alta aderenza sono spesso usate in combinazione con l’asfalto liscio.
L’asfalto: i contro
L’asfalto non rallenta le vetture tanto quanto la ghiaia, il che può portare a impatti contro le barriere a velocità più elevate. Per mitigare questo, i circuiti moderni usano barriere avanzate come le Tecpro, che assorbono meglio l’energia rispetto alle vecchie barriere di pneumatici.
Essendo più “permissivo” rispetto alla ghiaia, i piloti possono essere tentati di sfruttare le vie di fuga per guadagnare tempo, specialmente in qualifica. Questo ha portato a dibattiti sulla necessità di penalità più severe per chi abusa delle vie di fuga (es. track limits). La posa di asfalto di alta qualità è costosa, anche se a lungo termine richiede meno manutenzione rispetto alla ghiaia.

La ghiaia e l’asfalto: il passato ed il presente
Negli anni ’70 e ’80 la ghiaia era la norma, ma molti incidenti gravi hanno spinto la FIA a investire in soluzioni più sicure. L’introduzione di barriere più morbide e l’uso crescente dell’asfalto negli anni ’90 e 2000 hanno ridotto la mortalità in F1.
I circuiti progettati da Hermann Tilke prediligono l’asfalto per la sua prevedibilità e per soddisfare le esigenze di sicurezza della FIA. Tuttavia, la ghiaia è ancora usata in punti strategici, spesso in combinazione con asfalto o erba sintetica.
La FIA ha introdotto linee guida più precise per le vie di fuga che richiedono un equilibrio tra rallentamento, stabilità e prevenzione dei detriti. Questo ha portato a soluzioni ibride, come l’asfalto ad alta frizione o zone di ghiaia ridotte.
Le curve lente possono trarre vantaggio dalla ghiaia per fermare rapidamente le vetture, mentre le curve veloci richiedono asfalto per evitare ribaltamenti e garantire controllo. In circuiti soggetti a pioggia, l’asfalto è più affidabile, mentre la ghiaia può diventare un problema.
I piloti attuali, come Max Verstappen o Lewis Hamilton, hanno espresso preferenze diverse. Alcuni apprezzano la ghiaia per la sua natura punitiva, che premia la precisione, mentre altri preferiscono l’asfalto per la possibilità di correggere errori senza conseguenze gravi.
L’asfalto è più costoso da installare ma più economico da mantenere. La ghiaia, sebbene meno costosa inizialmente, può richiedere sostituzioni frequenti e può avere un impatto ambientale maggiore se non gestita correttamente.

La ghiaia e l’asfalto: un dibattito che farà ancora discutere
Non esiste una soluzione universalmente migliore tra ghiaia e asfalto: la scelta dipende dal contesto specifico del circuito, dalla tipologia di curva e dagli obiettivi di sicurezza. I circuiti moderni tendono a favorire l’asfalto per la sua stabilità, manutenzione più semplice e capacità di adattarsi a condizioni variabili, ma la ghiaia rimane rilevante in aree dove è necessario un rallentamento rapido o un deterrente per i piloti.
La tendenza attuale è verso soluzioni ibride, che combinano asfalto (spesso con zone ad alta frizione) e ghiaia per ottimizzare sicurezza e competizione. La FIA, in collaborazione con i progettisti dei circuiti, continua a studiare dati sugli incidenti e feedback dei piloti per affinare queste scelte, rendendo la sicurezza in F1 un equilibrio tra tecnologia, design e tradizione.
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Crediti Foto: Zandvoort Circuit, Adnkronos, Getty Images, Bandol Tourisme, Red Bull Content Pool