C’è un paradosso che solo la Formula 1 sa raccontare: a volte, per vincere, bisogna runciare tutto.
Nel 2021, mentre il mondo era ancora alle prese con le cicatrici della pandemia e McLaren con un bilancio in rosso profondo, Zak Brown firmava un contratto che avrebbe fatto discutere i puristi e salvato la scuderia: la vendita del quartier generale di Woking, l’iconico McLaren Technology Centre, per 170 milioni di sterline.
Vendere Woking per fare quadrare i conti
All’epoca sembrò una resa, un segno di debolezza. “McLaren vende la sua casa” era questo il messaggio che passava, con l’eco di un disastro imminente. In realtà, Brown stava facendo esattamente l’opposto: stava comprando tempo, liquidità e, di fatto, il futuro.
L’operazione, un classico sale-and-leaseback con il fondo americano Global Net Lease, liberò risorse immediate in un momento in cui la sopravvivenza del marchio era in dubbio. McLaren rimase in affitto nella propria sede, con un contratto ventennale, ma con un bilancio improvvisamente più sano e una nuova libertà d’azione finanziaria.
Rinunciare alla proprietà, mai all’azienda
Oggi, nel 2025, mentre McLaren domina i Gran Premi con la freddezza e la costanza che mancavano da un decennio, quella decisione assume i contorni di un colpo di genio.
Zak Brown, accusato da molti di aver “svenduto” il simbolo della squadra, aveva invece compreso che il valore di Woking non era nei mattoni, ma nel cervello delle persone che ci lavoravano.
Vendere l’edificio per salvare la cultura aziendale, l’innovazione, il reparto corse: una lezione di gestione che oggi viene studiata come case study nel motorsport.
MTC, il cuore pulsante di McLaren
Il McLaren Technology Centre, progettato da Norman Foster, è più di una sede: è un tempio. Ma anche i templi, se non sono sostenibili, diventano zavorre.
Brown ha spostato il baricentro del team dalla “forma” alla “sostanza”, da un’architettura simbolica a una strategia industriale.
Il risultato si è visto in pista: continuità tecnica, stabilità di bilancio e la capacità di attrarre investitori e sponsor in un’epoca in cui la Formula 1 è diventata anche un gioco di capitali.
La McLaren di Zak Brown: razionalità e risultati in pista e sui bilanci
Oggi Woking non appartiene più a McLaren – sulla carta – ma McLaren appartiene ancora a Woking, nello spirito, nella competenza e nella visione.
Il quartier generale è lo stesso, ma la squadra è un’altra: più solida, più moderna, più consapevole dei propri limiti.
Il paradosso è che proprio vendendo la sua casa, McLaren ha finalmente trovato un tetto sicuro.
Zak Brown non ha solo salvato una scuderia: ha ridisegnato l’idea stessa di gestione sportiva in Formula 1.
E se oggi, mentre i suoi piloti festeggiano sul podio, il manager americano sorride guardando i riflessi del lago di Woking, sa di aver fatto la scelta più coraggiosa e meno compresa della sua carriera: trasformare una crisi immobiliare in un capolavoro di visione.
Crediti foto: McLaren