McLaren, volemose bene

Come la McLaren gestisce i piloti nella lotta per il mondiale piloti. Qual è la migliore strategia per mettere in difficoltà la Red Bull?

La prima cosa che si dice quando ci si approccia al mondo della Formula 1 è: “Il compagno di squadra è il primo avversario da battere”. Ieri la McLaren ha ribaltato questa affermazione con un team radio dal sapore “ricattatorio”.

Ma andiamo con ordine. La McLaren è uno dei pilastri della F1 insieme a Ferrari e Williams ed è la scuderia che, grazie alla storica rivalità tra il francese Alain Prost e il brasiliano Ayrton Senna, ha elevato più di tutte la serie iridata. Dopo oltre 15 anni di magre, la storica franchigia di Woking, per la prima volta, si trova a essere la squadra da battere e l’unica a poter impensierire Max Verstappen per il mondiale piloti.

Al Gran Premio d’Ungheria, dove le due vetture inglesi partivano in prima e seconda posizione, l’australiano Oscar Piastri conquista la vetta, andando largo in Curva 1 e costringendo il compagno di squadra, Lando Norris, ad allargarsi mandando fuori pista Verstappen che utilizza la via di fuga per passarlo, finché questi non sarà costretto dal team a ridare indietro la posizione prima che sul suo capo si abbattesse la scure dei commissari.

Mentre Piastri fa il vuoto, la McLaren adotta una strategia che favorisce Norris. Il team si giustificherà dicendo che voleva proteggere la doppietta britannica da un eventuale attacco della Mercedes di Lewis Hamilton ma, nella realtà dei fatti, l’eptacampione non è mai stato una minaccia vera e propria per le due MCL38.

Gp Ungheria 2024 gara McLaren Piastri
Oscar Piastri, vincitore del Gp d’Ungheria

Al secondo pit stop, Lando Norris si ritrova primo, con Piastri alle sue spalle. Qui inizia una lunga trattativa tra il pilota inglese e il suo team per ridare la prima posizione all’australiano. Negli stessi momenti avviene il contatto per il terzo posto tra Hamilton e Verstappen, con l’olandese che ha la peggio.  Con la tipica fortuna che distingue i grandi campioni, la sua monoposto non subisce danni e finisce quinto, dietro il ferrarista Charles Leclerc.

A cinque giri dalla fine, la McLaren impone un ultimatum a Norris con un team radio che fanno male alla F1 e allo sport in generale, dove la competizione è tutto ed ogni punto può essere fondamentale: “Per vincere hai bisogno di Oscar e hai bisogno della squadra”. Un ordine di scuderia ricattatorio e antisportivo. Si è passati da “il compagno di squadra è il primo avversario da battere” a “se vuoi vincere, devi accontentare il compagno di squadra”.

Norris obbedisce, cede vistosamente prima la vittoria a Piastri e poi i sette punti che lo avrebbero avvicinato ancora di più a Verstappen. Il dibattito nel dopo gara si è acceso sulla scellerata gestione dei piloti, con chi si schiera da parte di Norris e chi per Piastri; chi voleva che si lottasse per il titolo piloti e chi per la prima vittoria dell’australiano.

Nella tarda serata di ieri, la McLaren sui suoi canali social ha pubblicato un messaggio video con il team principal Andrea Stella e i due suoi alfieri che ringraziano prima di tutti gli sponsor e i fan, quasi ad ammettere gli errori fatti. Si sono difesi con la retorica del “solo uniti si vince” contro i “big dog”, come lo stesso Stella ha definito gli avversari in pista.

Bene, un “big dog”, il più grosso di tutti, Max Verstappen, era in enorme difficoltà sia in pista che con il suo box.  Invece di azzannare il suo primo sfidante, la McLaren ha preferito supportare quello che sta più indietro in classifica tra i suoi piloti.

Spirito di squadra in McLaren: Lando Norris si complimenta con Oscar Piastri dopo la vittoria del Gp d’Ungheria

Adesso non so se Piastri, dal Gran Premio del Belgio fino a fine stagione, sarà relegato a seconda guida a supporto di Norris, ma ieri il pilota inglese ha lasciato ben sette punti in pista. Molti consigliano a Lando di non lamentarsi troppo, viste le occasioni che lui, insieme al team, ha mancato e che il titolo non l’abbia perso ieri.

Fino a prova contraria, però, il campionato di F1 dura 24 gare – non 13 – e finché l’aritmetica non consegnerà l’iride a Verstappen non bisogna arrendersi. Mancano 11 GP e tre Sprint Race e dato che ogni punto conta, aggiungo anche i rimanenti 11 punti del giro veloce.

Una chiosa finale: Liberty Media tiene molto al fatto che il titolo mondiale piloti, dopo il dominio incontrastato di Verstappen nei due anni precedenti, sia in bilico fino alla fine. Non so fino a quanto loro, i vari broadcaster e gli sponsor possano accettare scene come quelle viste ieri. McLaren cosa vuol fare? Accontentarsi del titolo costruttori, di cui nessuno si ricorderà, o provare a entrare nella storia battendo uno dei piloti e una delle scuderie più dominante di sempre? A loro la scelta.


Crediti foto: McLaren

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