McLaren sembra aver perso la bussola. Dopo aver conquistato il decimo titolo costruttori, pare che qualcosa non stia più funzionando ed è lecito chiedersi se il problema risiede nella monoposto o nei piloti che la guidano.
Siamo sempre stati abituati a vedere una differenza tra Oscar Piastri e Lando Norris: il primo definito freddo, come se nulla potesse toccarlo; il secondo, invece, emotivo, perso nei suoi pensieri e paranoie.
A cinque gare dalla fine della stagione, la situazione si è ribaltata, con Norris focalizzato sull’obiettivo e Oscar a brancolare nel buio. L’ansia gioca brutti scherzi e l’idea di poter perdere il primo titolo mondiale non fa dormire sogni tranquilli. Ne sono un esempio le ultime gare, le dichiarazioni dei driver ma soprattutto l’errore ad Austin.
McLaren 2025: una stagione dominante, ma non perfetta
La MCL39 rappresenta l’evoluzione della monoposto 2024 e quest’anno è diventata il riferimento tecnico della griglia. Una stagione finora dominante, basata anche su elementi come affidabilità e strategia. I numeri parlano chiaro: dodici vittorie su diciannove gare disputate, di cui l’ultima vinta da Piastri in Olanda.
In più, ci sono i punti conquistati, pari a 678 da inizio stagione, con un distacco attuale di 337 su Mercedes, seconda in classifica costruttori. Pochi sono i gran premi in cui la vettura papaya ha ceduto. A Zandvoort, dove i problemi tecnici hanno causato il ritiro di Norris, a Baku per via delle basse temperature e ad Austin.
Come dichiarato da Andrea Stella, il vento del Texas ha messo i bastoni tra le ruote ad Oscar, mettendo in crisi il grip e rendendo scivolose le gomme. Un dettaglio che fa emergere un aspetto più profondo. Assodato che McLaren sia la macchina più forte, da cosa è causato il calo di rendimento delle ultime gare?
Mentre a Woking hanno iniziato a concentrarsi sul 2026, la concorrenza si è allineata con gli upgrade. Un esempio è Red Bull, con un Max Verstappen tornato in auge. A questo, aggiungiamo che a guidare la McLaren, non ci sono i piloti più completi sotto molti punti di vista.

Piastri e Norris “cedono” mentre gli avversari crescono
La stagione dei due piloti Papaya, si è invertita. Lando Norris ha vinto la prima gara stagionale, Piastri la seconda e da lì è iniziata la lotta al titolo. Il #4 ha totalizzato cinque vittorie, tra cui Monaco o Silverstone, mentre l’australiano sette, su cui spiccano Bahrain o a Jeddah.
Nelle prime gare, Lando ha mostrato una fragilità mentale, non riuscendo a reggere il confronto con la competitività del team mate. Ma anche in pista, non riusciva a tirare fuori quella cattiveria sportiva con gli avversari, apparendo poco decisivo alla guida. Un esempio è l’errore a Montréal nel tentativo di sorpassare il suo diretto avversario.
Ora, chi pare essere in difficoltà, è Piastri. Sa benissimo che in questa fase del campionato ha solo da perdere e tale pensiero lo rende vulnerabile. Pesano gli errori a Baku, le lamentele via radio a Monza e Singapore e l’errore nella sprint texana.
L’impressione, è che più che concentrarsi sulla vittoria, quella mossa – disperata – sia stata dettata dal voler ristabilire le gerarchie all’interno del team. La gara domenicale si è rivelata anonima e, riprendendo le dichiarazioni del Team Principal ex Ferrari, rilasciate a Sky, emerge il passaggio chiave: “Piastri deve imparare a guidare in ogni condizione”.
Una riflessione che in realtà, può essere effettuata su entrambi i driver. Oscar e Lando sono sì piloti veloci, ma ancora acerbi. Sono giovani e di talento, ma non basta affinché possano definirsi pronti per sfidarsi per la lotta al titolo mondiale.
McLaren – Papaya rules: tra gestione di squadra e tensioni crescenti
Ma non è finita qui, in quanto c’è un altro aspetto da mettere a fuoco: le papaya rules. Giuste, sbagliate, amate, odiate, ognuno ha la propria opinione, ma ciò che non va perso di vista è la loro finalità: correre in maniera pulita, corretta, nel rispetto del compagno di squadra.
Ma, come ovvio che sia, a lungo andare hanno fatto emergere dissapori. Anche perché in qualche modo, si interviene sull’epilogo della gara, con episodi che sembrano favorire un pilota piuttosto che un altro (vedi il GP d’Austria).
Per non parlare di azioni poco team like, team radio “scomodi” nonché discussi e le tanto citate ripercussioni. Queste ultime, secondo The Race, lascerebbero libero arbitrio a Piastri di decidere l’ordine di uscita delle vetture al sabato.
Più volte, Stella e Zak Brown, hanno sottolineato come i piloti siano free race, ma la sensazione è completamente opposta. Il rischio è che, volente o nolente, è decidere chi tra i due diventi campione del mondo. E non è proprio in linea con lo show che la Formula 1 rivendica tanto.

Verstappen osserva, pronto a colpire la McLaren
E chi è che sta approfittando della situazione? Chi è che coglie le opportunità lasciate dagli altri? Ovviamente Max Verstappen che, approfittando della ricerca di un equilibrio interno da parte di McLaren, continua a capitalizzare:
- Oscar Piastri: 284 punti prima della pausa estiva, +59 da Zandvoort;
- Lando Norris: 257 prima della pausa, +57 nel dopo-pausa;
- Max Verstappen: 187 prima della sosta, +119 da Zandvoort in avanti – più della somma dei due McLaren.
E quindi, per rispondere alla domanda iniziale, possiamo affermare che McLaren ha costruito una vettura perfetta, ma non ha ancora imparato a gestire la vittoria. E mentre Norris e Piastri si sfidano in un duello interno, sia fuori che dentro la pista, Verstappen è il terzo che gode tra i due litiganti. L’olandese, potrebbe trasformare la loro rivalità nell’occasione perfetta per il suo quinto titolo mondiale.
Crediti foto: McLaren, Oracle Red Bull Racing
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