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McLaren non cede di un millimetro sulle regole che l’hanno fatta grande

Woking difende il proprio metodo: principi e coesione prima di ogni titolo, anche a costo di apparire controversi

Diego Catalano by Diego Catalano
14 Ottobre 2025
in F1, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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Le due McLaren di Norris e Piastri appaiati in Curva 3, a Singapore

Le due McLaren di Norris e Piastri appaiati in Curva 3, a Singapore

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La McLaren non intende fare passi indietro. Dopo le critiche arrivate in seguito ad alcune scelte strategiche considerate “poco chiare” nelle ultime gare, Andrea Stella è tornato a ribadire con fermezza che le cosiddette Papaya Rules – quell’insieme di linee guida interne che regolano la gestione dei piloti e le decisioni in pista – non sono in discussione. È un punto fermo, una stella polare, un manifesto etico, che il team principal difende come fondamento del nuovo corso tecnico e sportivo di Woking.

“L’approccio al titolo piloti non cambierà e non dipende dal Mondiale Costruttori. Il nostro modo di correre dipende dai principi di gara, dai valori che incarniamo e dalla volontà di proteggere l’unità della squadra, che è una condizione fondamentale per il futuro”, ha dichiarato l’ingegnere ex Ferrari, tracciando una linea di demarcazione netta tra ciò che avviene dentro e fuori dal box.

L'italiano Andrea Stella, team principal della McLaren
Andrea Stella, team principal della scuderia di Woking

McLaren: le Papaya Rules sono il perno del team

Una presa di posizione che suona come una risposta diretta a chi, negli ultimi tempi, ha messo in discussione la rigidità con cui la McLaren gestisce i rapporti tra i suoi due alfieri, Lando Norris e Oscar Piastri. Per Stella, non c’è alcuna intenzione di “scegliere” un primo pilota o di piegare la strategia alle logiche del momento. La priorità resta l’equilibrio del gruppo, non il tornaconto immediato.

“Le situazioni di gara sono sicuramente soggette a diverse interpretazioni, dunque accogliamo con favore i commenti negativi. L’importante è che rimangano sempre rispettosi. Il rispetto è un valore molto importante per la McLaren, e sono sicuro che lo sia per tutti”, ha aggiunto il team principal. “Non c’è da stupirsi che ci siano commenti negativi, la F1 è uno sport popolare. Li prendiamo anche in considerazione, ma alla fine ciò che conta è quello che facciamo internamente e come ci impostiamo per il futuro”.

Un messaggio chiaro, quasi didascalico, che ribadisce il modello gestionale introdotto da Stella dopo che Zak Brown gli ha dato le chiavi dell’equipe: unità interna, trasparenza metodologica e visione a lungo termine. Un approccio che può apparire freddo, quasi burocratico, ma che sta dando risultati concreti. La McLaren, infatti, è tornata stabilmente al vertice tecnico, grazie a una filosofia che mette il collettivo davanti all’individuale, anche quando la pressione mediatica e i numeri in classifica inviterebbero a fare l’opposto.

Dietro il linguaggio diplomatico del team principal orvietano si cela una convinzione profonda: il successo, a Woking, non passa dal favoritismo o dalle scorciatoie emotive, ma dalla coerenza. Una coerenza che oggi distingue la realtà inglese dalle rivali, e che Stella intende difendere con la stessa determinazione con cui si proteggono i segreti di una power unit o di un qualsiasi particolare tecnico che fa grande una monoposto.

Le Papaya Rules, dunque, restano sacre. Nonostante le critiche, nonostante il clamore che spesso emerge intorno a esse. Perché, come suggerisce Stella, vincere può essere episodico, ma costruire una cultura vincente è un progetto che non ammette compromessi.

I principali artefici del successo del team inglese: Lando Norris, il CEO Zak Brown, Oscar Piastri e il team principal Andrea Stella

Una filosofia che si riflette anche in pista

La MCL39 – così come i modelli che l’hanno preceduta – è la naturale estensione di questa mentalità. Ogni aggiornamento, dal nuovo fondo alle geometrie delle sospensioni, risponde a un principio di equilibrio e coerenza interna più che di rottura. La McLaren non ha mai inseguito la moda tecnica, preferendo affinare ciò che funziona piuttosto che ripartire da zero. 

In una Formula 1 dove molti team sembrano oscillare tra isteria e improvvisazione (Ferrari ne è un lampante esempio, ahinoi), la McLaren ha optato per il sentiero più difficile: quello della fedeltà a se stessa. Una scelta che, finora, sta pagando.


Crediti foto: McLaren F1

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Tags: F1McLarenNews
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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