A metà stagione 2024, quando Red Bull sembrava pronta a blindare l’ennesimo titolo e Mercedes si dibatteva nel limbo delle mezze rivoluzioni, McLaren ha iniziato a costruire qualcosa di diverso. Silenziosamente, il team di Woking ha aggiornato la sua vettura con costanza, trovando equilibrio, efficienza aerodinamica e una velocità pura impressionante.
Il risultato? Un crescendo culminato con la vittoria nel mondiale costruttori, una vera impresa se si pensa da dove era partita la MCL38 all’inizio dell’anno.
Il 2025 doveva essere l’anno della consacrazione. E in parte lo è stato. La nuova MCL39 è competitiva in ogni condizione, tanto da sembrare, GP dopo GP, il nuovo benchmark tecnico della griglia. Ma qualcosa non torna. E no, non è solo questione di setup.
Cosa dicono Norris e Piastri sulla MCL39?
Dopo ogni gara, microfono alla mano, Lando Norris ha sempre lo stesso ritornello:
“Non siamo i più veloci”,
“Gli altri sono ancora vicini”,
“Dobbiamo migliorare in diverse aree”.
Oscar Piastri, dal canto suo, mantiene un profilo basso, mentre macina pole position e vittorie. Ma anche lui non osa mai parlare di superiorità, né tecnica né strategica.
Ora, capiamoci: un po’ di diplomazia è comprensibile. Nessun pilota vuole fare la figura del presuntuoso. Ma qui si va oltre. Sembra quasi che i piloti McLaren abbiano paura di prendersi la responsabilità di guidare la vettura più forte della griglia.
E questo è il vero problema.
Perché la MCL39 non è la migliore, anche se lo è
I piloti non sono (ancora) all’altezza
Lando Norris è, senza dubbio, uno dei piloti più talentuosi della sua generazione. Ma ormai ha superato le 100 presenze in Formula 1. È arrivato il momento di smettere di essere una promessa e diventare un leader. Invece, Lando sembra spesso perso quando si tratta di assumersi il peso delle decisioni in pista.
Il GP di Arabia Saudita ne è un esempio: un brutto errore nella pole, l’incapacità di dettare legge quando ne avrebbe avuto la possibilità. In gara è ancora troppo “pulito”, quasi scolastico. Ma la F1 moderna premia l’aggressività, la lucidità nelle situazioni caotiche. E soprattutto, premia chi sa vincere.
Oscar Piastri? Talento cristallino, sì. Ma ancora troppo incostante. Alterna weekend perfetti come quello di Jeddah a performance opache. Se vuoi vincere un mondiale, serve molto più del talento.
Il muretto è ancora troppo… gentile
McLaren ha il team tecnico forse più preparato del momento. Ma a livello di leadership, mancano le scelte coraggiose.
Il famoso concetto delle Papaya Rules™, quella sorta di fair play aziendale in cui si evita ogni forma di preferenza o ordine di scuderia, non funziona quando ti giochi un mondiale. Red Bull ha sempre saputo chi era il primo pilota. Mercedes, quando dominava, aveva una gerarchia chiara.
McLaren, invece, continua a trattare Norris e Piastri come pari, anche quando le esigenze di classifica e di strategia direbbero il contrario. E questa neutralità, in un campionato combattuto, è un handicap evidente.
Chi pensa davvero al 2025? E chi invece al 2026?
Il 2025 è una stagione particolare. All’orizzonte c’è il cambio regolamentare del 2026, che promette di rivoluzionare tutto: power unit, aerodinamica, telaio. Molti team, come Aston Martin, hanno già preso posizione: fare soltanto una presenza nel 2025, puntando tutto sul nuovo progetto. Una scelta comprensibile, soprattutto considerando l’arrivo di Adrian Newey, che guiderà il concept della nuova vettura.
McLaren, invece, è tra i pochi a essersi buttata a capofitto su questa stagione, cercando di capitalizzare un vantaggio tecnico concreto. Eppure, nonostante le prestazioni, non sembra avere la fame, la convinzione e la cattiveria che servono per dominare.
E se il vero limite fosse mentale?
In uno sport dove i millesimi fanno la differenza, è la mentalità a decidere i campionati. La MCL39, presa in sé, è una vettura vincente: bilanciata, affidabile, veloce ovunque. Ma non è guidata da chi sa trasformare quella velocità in dominio.
In questo momento storico della F1, dove ogni GP è una battaglia di nervi, dati e strategie, McLaren manca ancora del killer instinct. E in mancanza di quel DNA vincente, la miglior macchina diventa… solo una buona macchina.
La McLaren MCL39 non è la più veloce perché il suo team non sa vincere
Sì, lo ammettiamo: McLaren ha costruito una macchina incredibile. Ma no, non è la migliore del campionato. Perché non basta la macchina giusta, servono anche i piloti giusti e un team capace di osare.
La Formula 1 è piena di vetture potenzialmente vincenti finite nel dimenticatoio. Speriamo che la MCL39 non sia una di queste.
Crediti foto: McLaren