Nel paddock c’è un tema che accompagna la McLaren sin dall’inverno: la MCL39 sarà finalmente in grado “performare” su una pista che per indole e caratteristiche ha sempre rappresentato una sua vulnerabilità strutturale? Las Vegas (qui il programma) non perdona: lunghi rettilinei, basse resistenze aerodinamiche, grip inconsistente e temperature fredde. Forse freddissime. Per questo, il team guidato da Andrea Stella arriva al weekend con la consapevolezza di dover affrontare una verifica definitiva della propria evoluzione tecnica, prima del cambio di paradigma del 2026. E deve farlo per tenere a distanza Max Verstappen che, nonostante tutto, è ancora in corsa per il titolo piloti.
Lo scorso anno la McLaren aveva lasciato la Strip con uno dei rendimenti più modesti dell’intero campionato, vittima di un pacchetto aerodinamico che, nel tentativo di scaricare l’ala posteriore, aveva evidenziato limiti nella produzione di efficienza: troppo drag e soprattutto troppa downforce utile.
Il tutto aggravato da uno scenario termico anomalo che aveva mandato in crisi la finestra di utilizzo degli pneumatici. Quello che, in soldoni, è il grande tema della Formula Uno attuale. Le qualifiche erano state compromesse dall’incapacità di portare rapidamente le gomme in temperatura; la gara, invece, aveva mostrato un livello di graining tale da costringere Lando Norris e Oscar Piastri a una gestione troppo accorta del ritmo.

Da allora, Stella e i suoi hanno messo mano al progetto con un approccio mirato al superamento di queste difficoltà. Senza però esserci riusciti pienamente. L’analisi svolta dopo il GP del 2024 ha evidenziato tre direttrici prioritarie:
- Incremento dell’efficienza aerodinamica nella configurazione a basso carico;
- Ampliamento della finestra di lavoro degli pneumatici, sia sul giro secco sia sui long run;
- Riduzione della sensibilità della vettura alle condizioni estreme di temperatura dell’asfalto.
Interventi che hanno coinvolto sia l’ala posteriore sia l’interazione tra fondo e beam wing nella generazione del carico, oltre a un lavoro sul setup volto a ridurre il sottosterzo emerso nei tratti veloci della Strip.
La domanda, però, resta sospesa: queste correzioni basteranno? La MCL39 resta una vettura progettata per esaltarsi nelle curve veloci, dove il suo pacchetto aerodinamico può generare stabilità e precisione sull’asse anteriore. Ma Las Vegas è l’opposto: il tempo si costruisce sulla capacità di essere scorrevoli, di gestire gli pneumatici su un asfalto poco energizzante e di ridurre la resistenza senza mandare in crisi la piattaforma aerodinamica. Inoltre, il clima notturno del deserto toglie peso specifico al sistema di raffreddamento particolarmente evoluto della McLaren, uno dei punti forti emersi nei weekend più caldi.

La Mercedes, vincitrice lo scorso anno, sembra una candidata naturale a ripetere una prestazione solida: la W16 è una sorta di “regina delle nevi”, un’auto storicamente più a suo agio nelle configurazioni low drag con temperatura molto basse. La Ferrari, dal canto suo, ha dichiarato di aspettarsi un livello di competitività superiore rispetto alla scorsa edizione. Red Bull è sempre là, con Verstappen che vuole provare il tutto per tutto. McLaren si ritrova in un contesto tecnico in cui potrebbe essere accerchiata. Un mezzo incubo per Norris che, sotto sotto, sogna di chiudere la partita iridata già in Nevada: leggi le combinazioni.
Lando, reduce da due vittorie consecutive, non ha nascosto una certa prudenza. Il terzo trionfo di fila è un obiettivo possibile solo se la MCL39 dimostrerà di essere maturata in una direzione che lo scorso anno sembrava fuori portata. Il Gran Premio di Las Vegas assume così il valore di un esame di maturità per la squadra di Woking.
Quanto siano realmente efficaci le modifiche introdotte nel corso della stagione potrà essere misurato soltanto sulla pista illuminata della Strip, dove l’equilibrio tra efficienza, gestione termica e stabilità aerodinamica diventa il vero discrimine tra chi può vincere e chi deve inseguire. McLaren arriva preparata, ma Las Vegas ha già dimostrato di non concedere sconti.
Crediti foto: McLaren F1, Chiara Avanzo per Formulacritica
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