Un fulmine a ciel sereno. Nessuno immaginava che la McLaren mostrasse le prime immagini della MCL39. Nessuna notizia filtrata, nessuna anticipazione: insider spiazzati. E forse questo vale già come un premio da appuntarsi al petto visto che nessuno potrà fregiarsi del solito scoop da conoscenza interna.
La vettura nasce col peso della responsabilità di difendere il titolo Costruttori arrivato dopo oltre vent’anni dall’ultimo. Come se non bastasse, ancora, è già ritenuta il mezzo da battere e col quale Lando Norris e Oscar Piastri si andranno a giocare il campionato del mondo piloti che da Woking latita dal 2008, quando fu Lewis Hamilton a battere proprio la Ferrari di cui oggi è alfiere e rappresentante.

McLaren MCL39 – Cosa trapela dalle prime immagini?
A prima vista, l’auto assomiglia molto alla MCL38 del 2024. Ma fermarsi a questo sarebbe decisamente limitante perché, provando a scendere nei dettagli, ci sono particolari che appaiono immediatamente e interessanti e degni di essere evidenziati. I campioni del mondo, come logico che sia, hanno optato per una vernice mimetica nello shakedown di Silverstone effettuato ieri mattina. Una livrea camouflage atta a nascondere gli elementi precisi dell’auto. Nonostante ciò si può notare un profondo perfezionamento dell’aerodinamica. E non solo.
Le ali possono essere gli unici elementi trascurabili visto che si tratta delle medesime viste nelle ultime uscite della MCL38 campione del mondo. Il muso, rispetto alla progenitrice, appare più affusolato. In basso, con le illustrazione di Chiara Avanzo, la comparazione tra le due versioni usate l’anno scorso e quella osservata ieri. Ma bisognerebbe valutare meglio con altro materiale fotografico e soprattutto senza la vernice fuorviante che gli uomini di Woking hanno applicato all’auto.
McLaren MCL39 – Sospensioni anteriori riviste
Partendo dalla parte avanzata del corpo vettura, la prima cosa che salta all’occhio è la diversa configurazione delle sospensioni anteriori che mantengono comunque lo schema pull-rod che ha funzionato sui modelli precedenti e che ha mostrato grande efficacia anche sulle Red Bull della generazione a effetto suolo. Non è un caso che la Ferrari SF-25, con ogni probabilità, punterà sulla medesima architettura.
L’ancoraggio del braccetto del triangolo superiore è stato arretrato, probabilmente col fine di accentuare l’effetto anti-dive (vedi la comparazione in basso dalla quale si nota anche la differente forma delle prese d’aria motore). Quando un’auto frena, la forza peso agisce sulla sua parte anteriore, tendendo a far sollevare la parte posteriore della vettura. La geometria anti-dive permette di mantenere una posizione più livellata del veicolo in frenata e gli ingegneri inglesi puntano a massimizzare questo effetto positivo col nuovo disegno e la nuova allocazione dei bracci.

Mercedes MCL39 – Il lavoro sulla parte centrale della monoposto
Passando alla parte centrale dell’auto, si nota che la forma ovaloide dell’airbox è ora più accentuata. Le immagini in alto lo descrivono piuttosto bene. All’interno resta lo schema a tre condotti: quello centrale rettangolare che porta aria ai cornetti di aspirazione del V6 prodotto dal Mercedes High Performance Powetrains di Brixworth affiancato da due “orecchie” semi-circolari che aprono i condotti aria che dovrebbero provvedere anche al raffreddamento delle parti elettroniche a corredo del propulsore. In generale, la sezione frontale sembra essere maggiore rispetto alla MCL38.
Molto diverse sono le prese d’aria motore ora di ispirazione Mercedes W15. Il volume totale dovrebbe essere approssimativamente lo stesso, cambia la forma che ora è più carenata in alto e aperta in prossimità dell’abitacolo in modo da veicolare meglio i flussi verso il posteriore.
A proposito di questi, si notano dei piccoli deviatori posti nell’area dell’attaccatura dell’halo, proprio accanto alla testa del pilota (immagine in basso). Una trovata che va letta come un immaginario corpo unico che si collega ai “bazooka” che, pur essendo ancora presenti sul cofano motore, risultano essere meno pronunciati rispetto alla vettura che ha vinto il campionato del mondo.

Da sottolineare che gli specchietti retrovisori ora sono montati direttamente sulle ali che formano l’ingresso rivisto delle prese d’aria di raffreddamento del motore,
Il disegno del cofano è quindi cambiato sensibilmente con una parte terminale particolarmente spiovente, vedasi l’immagine in basso. Più corta, invece, è la pinna posta al centro del cofano stesso. Gli ingombri laterali della parte centrale sembrano generalmente più compatti, nel classico processo di affinamento aerodinamico che solitamente si osserva da un anno all’altro.
L’undercut dei sidepod sembra essere più scavato per meglio convogliare i flussi che giungono dalla parte anteriore. Negli anni le monoposto di questa generazione hanno presentato intagli sempre più accentuati e la MCL39 conferma questa tendenza.
Le cose più interessanti potrebbero non essere state svelate poiché il team ha evitato di mostrare aree sensibili come quella dell’ingresso dei canali Venturi. Stesso dicasi per il fondo, zona che resta celata agli sguardi indiscreti fino al momento in cui una vettura non viene sollevata per essere posizionata su un carro attrezzi. E ovviamente in McLaren si augurano che la cosa si verifichi più tardi che mai.

McLaren MCL39 – il retrotreno
Per quanto riguarda l’alettone si faccia lo stesso discorso già affrontato per l’ala anteriore: parliamo di un qualcosa di già visto e che potrebbe mutare in forma e profili già durante i test del Bahrain.
La parte che si è intravista del pavimento richiama la versione dell’anno scorso, specie nella parte che precede le ruote posteriori. Anche in questo caso ci aspettiamo un upgrade nelle sessioni di test invernali.
Per quanto attiene la sospensione posteriore lo schema è il medesimo del 2024. Si parla di un push-rod adattato al progetto 2025 e che lavora in sinergia con la nuova aerodinamica. Si nota, a tal proposito, un soffiaggio (probabilmente un condotto per la dissipazione del calore prodotto dal V6 Mercedes) nella carenatura del motore che potrebbe avere un importante ruolo nell’andamento dei flussi in una zona sempre nevralgica visto che ci si approssima al diffusore.
Questa è un’analisi molto sommaria che scaturisce da osservazioni ovviamente non approfondite. Nei prossimi giorni potremo essere più precisi valutando anche le modifiche che certamente verranno apportate in occasione dei test.
Crediti foto: McLaren F1
Illustrazioni: Chiara Avanzo per Formulacritica