La McLaren ha deciso: nessun ordine di squadra, nessun compromesso. In un focus pubblicato in mattinata ci interrogavamo sull’opportunità che le papaya rules venissero congelate, ma a quanto pare questa strada non sarà percorsa. A Woking si correrà fino all’ultimo metro con due piloti liberi di lottare per il titolo mondiale, anche a costo di rievocare fantasmi del passato. Andrea Stella, il team principal della squadra inglese, non lascia spazio a interpretazioni: “Non rinunciamo al titolo per nessuno dei due”, ha dichiarato, ribadendo che Lando Norris e Oscar Piastri avranno opportunità di lottare fino ad Abu Dhabi.
È una scelta di filosofia, più che di strategia. Perché la McLaren, già campione del mondo costruttori con pieno merito, vuole dimostrare che si può vincere senza tradire lo spirito sportivo. Le “papaya rules” valgono ancora. E significano una cosa sola: lasciar correre entrambi, anche a costo di perdere tutto, proprio come accadde nel 2007, quando Fernando Alonso e Lewis Hamilton finirono per consegnare il titolo a Kimi Raikkonen.

Norris in fuga, Piastri in ombra
A tre gare dal termine, Lando Norris è l’uomo del momento. Dopo il successo di Interlagos, il britannico ha messo 24 punti tra sé e il compagno di squadra, salendo a quota 390 contro i 366 dell’australiano. Alle loro spalle, un Max Verstappen sempre in agguato, a -49 da Norris e -25 da Piastri.
La curva delle prestazioni parla chiaro: Norris cresce, Piastri cala. Da Monza in poi, il giovane australiano non è più tornato sul podio. L’uscita di Baku, il quarto posto di Singapore e una serie di quinti posti tra Austin, Messico e Brasile hanno progressivamente eroso la sua fiducia. Il team, però, continua a crederci. “Oscar ha perso alcuni punti, ma è ancora in lotta per il campionato”, ha ribadito Stella.
Il peso della fiducia
La differenza, oggi, sembra tutta nella gestione psicologica della pressione. Norris ha raggiunto una maturità che lo rende costante, incisivo e quasi infallibile. Piastri, invece, vive una fase di regresso, in cui la velocità pura non basta a compensare la complessità del momento.
“Le buone squadre dipendono da buoni piloti. È un lavoro di squadra: hai bisogno di tutti gli elementi”, ha spiegato Stella dopo l’evento paulista. “Da parte di Lando, le cose sono andate perfettamente e lui è stato in grado di capitalizzarlo. Oggi non è stato facile, con il vento, le strategie diverse e la Red Bull che spingeva dalla pit lane. Ma Lando è stato fantastico”.
Il manager italiano sa bene che il britannico sta attraversando il miglior momento della sua carriera. Dopo un inizio di stagione difficile, Norris ha trovato il ritmo, la fiducia e la lucidità necessarie per lottare costantemente per la vittoria. “Lando è a un livello molto alto. È una crescita personale, una gestione matura delle gare. Sta vedendo i suoi sforzi premiati dopo un inizio complicato”.

McLaren, equilibrio instabile
Dietro la facciata di armonia, però, la situazione resta delicata. La McLaren cammina su un filo sottilissimo: tenere aperta la sfida senza distruggere l’equilibrio interno. Una linea che nel 2007 portò la squadra a perdere entrambi i titoli. E se oggi la maturità di Norris e la compostezza di Piastri sembrano garanzie sufficienti, la pressione del titolo potrebbe cambiare tutto.
Il quesito è legittimo: la McLaren crede davvero nella rimonta dell’australiano o si tratta solo di una dichiarazione di facciata, utile a mantenere alto il morale del box? Le parole di Stella non fugano del tutto i dubbi: “Sono sicuro che vedremo Oscar spiccare il volo dopo alcune gare complicate”, ha concluso.
A tre gare dall’epilogo stagionale del sette dicembre la McLaren si ritrova nella posizione in cui ogni team sogna di essere e che nessuno, in realtà, desidera davvero: avere due piloti in lotta tra loro. Una situazione che può essere una benedizione o una mina a orologeria. Norris corre ormai con la sicurezza di chi sente il momento dalla sua parte. Piastri, invece, è chiamato a un colpo di reni per rientrare in corsa e dimostrare che i primi lampi del 2025 non erano un’illusione.
Stella, Brown (che si espone meno sul tema) e la McLaren, intanto, restano fedeli al loro principio: niente favoritismi, nessun compromesso. Solo due piloti, due visioni e un titolo mondiale da inseguire. Fino alla fine.
Crediti foto: McLaren F1
Seguici e commenta sul nostro canale YouTube: clicca qui



