Il Gran Premio d’Italia, corso lo scorso weekend a Monza, ha visto trionfare Max Verstappen. Il pilota olandese ha vinto entrambi i GP disputati in Italia e il gradino più alto del podio mancava proprio dal GP dell’Emilia-Romagna disputatosi a Imola. A tenere banco però, oltre al risultato e al “capitolo” Ferrari, è stata la lotta per il mondiale piloti dei due alfieri McLaren: Lando Norris e Oscar Piastri. Quasi verso la fine del Gran Premio, si è verificato un episodio in seno al team papaya che ha sollevato discussioni e polemiche. Andiamo per ordine.

McLaren: antefatti ed eventi verificatisi al GP d’Italia
Oscar Piastri, attuale leader del mondiale piloti, è arrivato in Italia con un vantaggio di 34 punti sul rivale per l’alloro iridato e compagno di squadra, Lando Norris. In quella che è stata una gara sostanzialmente congelata per il podio, al giro 46 del Gran Premio corso sull’Autodromo di Monza, lo scenario vede Norris e Piastri rispettivamente in prima e seconda posizione, con Verstappen terzo (il quale aveva da poco effettuato la sosta ai box).
McLaren a questo punto decide di far rientrare prima Piastri, coprendosi da un undercut di Leclerc, sperando allo stesso tempo in una Safety Car a vantaggio di Lando Norris, che essendo secondo al via, aveva “diritto” ad ogni eventuale strategia di vittoria da parte del team. Al momento del pit di Piastri, il distacco dal compagno di squadra che lo precedeva era di poco superiore ai 3 secondi. Al giro successivo, il n.47 della gara, Lando Norris rientra ai box. Per un problema occorso alla sua gomma anteriore sinistra, il pilota britannico impiega 5.9 secondi sulla piazzola di sosta, perdendo la posizione sul compagno di squadra, che nel frattempo è in seconda posizione e allo stato attuale guadagnerebbe 3 punti su Norris, portando il vantaggio a +37 in classifica.
Al giro 49 dei 53 previsti, accade sostanzialmente l’unico evento per cui viene ricordato il GP d’Italia. Tom Stallard, ingegnere di pista di Piastri, apre la radio chiedendo al pilota australiano di lasciar passare Norris in quanto quello verificatosi è un errore del team a cui va posto rimedio. Dopo uno scambio breve in cui il leader del mondiale solleva qualche dubbio, lo stesso esegue prontamente il team order lasciando passare Norris, ricevendo in seguito l’indicazione del “free to race”, liberi di attaccarsi a vicenda.
McLaren: team order (im)parziale tra Norris e Piastri?
Max Verstappen, quando viene informato durante la gara dello switch position McLaren, fornisce una risposta “esilerante” in merito alla lentezza del pit stop effettuato da Norris che ha dato seguito poi ad una scia di riflessioni e valutazioni: era necessario da parte di McLaren intervenire in modo simile? Anche personaggi illustri come Bernie Ecclestone, ex CEO F1, o Toto Wolff, attuale TP Mercedes, in varie interviste coi media hanno sollevato dubbi sulla scelta del team gestito da Andrea Stella. È innegabile che una richiesta come quella perpetrata a Piastri abbia indubbiamente favorito Norris sullo stesso Oscar, per un errore che sinceramente è parte del racing ed è abbondantemente tenuto in considerazione dagli strateghi dei team quando il distacco dal pilota che precede o segue è abbastanza marginale.
Il quesito che in molti ancora si pongono a seguito degli eventi è il seguente: perché McLaren dovrebbe intervenire a favore di uno o dell’altro pilota, quando entrambi sono in lotta per togliersi punti a vicenda? È realmente una questione di immagine sportiva? Oscar Piastri è passato da un ipotetico +37 a un +31 al termine del Gran Premio, cedendo “solo” 3 punti a Lando Norris. Qualora quest’ultimo vincesse il titolo mondiale con un margine inferiore a 3 punti sul compagno di squadra, McLaren avrebbe delle oggettive responsabilità. Lo stesso ovviamente accadrebbe se fosse Piastri a beneficiare di team order a danno del compagno di squadra nella classifica finale piloti.
Chi invece sostiene che McLaren abbia preso la giusta decisione “sportiva”, asserendo che questo fu fatto a favore di Piastri nel Gran Premio di Ungheria 2024, non ha forse ben chiaro quali erano gli obiettivi di allora e quali quelli attuali. Lo scorso anno Piastri era ad un passo dalla sua prima vittoria di un Gran Premio di Formula 1 e Norris, in qualità di primo inseguitore di Max Verstappen, non ha mai dato sensazione di poter scalfire lo scettro del pilota della Red Bull. La decisione presa dal team di Stella poteva sembrare tutto sommata equilibrata, dal momento che entrambi i piloti salirono sul podio e in tema classifica costruttori i punti acquisiti dalla squadra non subivano alcuna variazione.
Nell’anno in corso McLaren si è ritrovata favorita non solo per il mondiale costruttori, ma anche per quello driver, visto che proprio uno dei due suoi piloti si laureerà campione del mondo al termine della stagione. Da questo si deduce per logica che l’ordine dato a Piastri a vantaggio di Norris a Monza non è assolutamente equiparabile a quello dato a parti inverse lo scorso anno a Budapest, visto che la posta in palio è ben più alta. Tra l’altro, le gari rimanenti sono adesso otto, per cui ogni punto ottenuto da Norris e Piastri è fondamentale ai fini della classifica iridata.

McLaren: potrebbe aumentare il rischio di una “guerra interna”?
La decisione ottemperata dal team di Woking potrebbe, ipoteticamente, aumentare il rischio di una frattura interna tra i piloti. Nelle restanti tappe stagionali, eventuali richieste potrebbero far insorgere Norris o Piastri contro il team anche accusandosi a vicenda di preferire l’uno a discapito dell’altro. Questo è ovviamente lo scenario che McLaren deve assolutamente evitare, perché potrebbe trovarsi di fronte ad un diniego da parte dei propri piloti davanti al titolo, oltre al fatto che avrebbe conseguenze serie anche per le prossime stagioni in cui la coabitazione nei box tra i due alfieri diventerebbe incandescente.
Il team di Stella non è nuovo a quest’ultimo scenario, visto che all’inizio degli anni ’90 la lotta Senna-Prost ha lasciato per anni strascichi interni. In quel caso a fare da padrone era l’assenza di regole interne, oggi si rischia invece per il contrario. Forse, memore della storia, McLaren farebbe bene a pensare di rimanere semplicemente spettatore e godersi la lotta, che in un senso o nell’altro, andrà a vantaggio del team.
Crediti foto: mclaren.com/racing