Gli spreconi

Dopo Miami la McLaren non ha saputo capitalizzare la forza tecnica della MCL38. Il team di Woking deve correggere questa parabola se intende lottare seriamente per la vetta

La prima e unica vittoria della McLaren nella stagione in corso risale al Gp di Miami. Da quel momento la MCL38 ha spesso dimostrato di essere la vettura di riferimento ma non è mai riuscita a capitalizzare le prestazioni traducendole in trionfi.

Peccati di un team che continua a strutturarsi per tornare a essere grande. A volte la voglia di far bene diventa una cattiva consigliera ed è proprio quello che ha sottolineato Andrea Stella quando ha parlato di squadra “un po’ avida” nel rifinire alcune scelte strategiche nel Gran Premio di Gran Bretagna che sono costate a Lando Norris e a Oscar Piastri la possibilità di lottare per la vittoria. 

Domenica scorsa Norris è stato penalizzato da una sosta ritardata di un giro rispetto a Hamilton e Verstappen. Come Lewis, il britannico ha optato per la mescola morbida, mentre Verstappen aveva montato le gomme dure. Dopo una sosta leggermente lenta, Lando è tornato in pista dietro la n°44 ed è stato poi superato da un Verstappen con una gomma più prestazionale. Errore di lettura del team che ha pensato a coprirsi dalla mossa della Mercedes prestando il fianco alla Red Bull. 

McLaren Gp Gran Bretagna gara
Oscar Piastri a bordo della MCL38

Riflettendo sulla gara, Stella ha ammesso che una doppia sosta durante il primo giro di pit stop sarebbe stata la cosa giusta da fare con il senno di poi, ma ha riconosciuto che la squadra era anche desiderosa di evitare di perdere troppo tempo. “Penso che siamo stati un po’ avidi, che non volevamo accettare che avremmo perso tempo con il doppio pit“.

Ma in effetti, a volte, devi solo essere paziente e accettare che perderai tempo, ma fai la cosa giusta, piuttosto che sperare che un giro in più non costerà così tanto, specialmente quando la pioggia era abbastanza costante, quindi non è che avrebbe affrontato condizioni più facili rimanendo fuori un giro in più. Penso che Oscar sarebbe stato in una posizione davvero forte, almeno quanto Lando in termini di opportunità di vincere la gara“.

Allo stesso modo, con l’ultima sosta di Norris che neppure è stata perfetta, Stella ha ammesso: “Penso che la cosa giusta da fare fosse sicuramente quella di rientrare ai box contemporaneamente con Hamilton e Verstappen, ma volevamo avere una transizione molto sicura sulle gomme da asciutto e abbiamo perso un po’ di tempo anche ai pit stop. Pensavamo che con un giro in più avremmo potuto ancora mantenere il comando“.

L’italiano ha anche riconosciuto che la mescola morbida potrebbe non essere stata la scelta migliore. Perché non è stata utilizzata la gomma media? Stella ha detto che il team voleva verificare con Norris quale fosse la sua preferenza: “In realtà, non è stato così complicato. Verstappen su mescola dura ha gestito il passaggio alle gomme da asciutto senza grossi problemi“. 

Nel verificare con Lando abbiamo avuto un po’ di dubbi su noi stessi, e questo ci ha portato a seguire questa direzione che col senno di poi non era corretta“. 

Tuttavia, Stella ha tenuto a sottolineare che la responsabilità di tali chiamate è del team e non solo del pilota: “Non pensate che la decisione di passare alle soft sia dovuta al fatto che Lando ha detto <<Dovremmo andare su soft>>. Abbiamo più informazioni, abbiamo più persone, quindi la responsabilità di andare sul morbido piuttosto che sul medio”.

Andrea Stella, team principal McLaren

La catena di errori va sottolineata per spiegare come sotto pressione McLaren non abbia ancora sviluppato gli strumenti giusti per effettuare scelte lucide e vincenti. Le velleità di trionfo vanno supportate da una macchina forte – e la MCL38 lo è – ma anche da scelte tattiche risolute. 

Questo sarà l’obiettivo di Andrea Stella nel breve termine. La scuderia di Woking ha dilapidato fin troppi punti. Ora serve un’inversione di rotta che nelle idee dei dirigenti deve arrivare già nella doppietta Hungaroring – Spa Francorchamps. 


Crediti foto: McLaren

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