La McLaren, appena laureatasi campione del mondo costruttori per la decima volta nella sua storia, sta affrontando una sfida legata all’inconsistenza dei pit-stop, che sta penalizzando le prestazioni dei suoi piloti, Lando Norris e Oscar Piastri. Sebbene la squadra abbia dimostrato di essere capace di eseguire cambi gomme tra i più veloci del campionato, come il record di 1.91 secondi per Piastri a Monza e i 1.94 secondi per entrambi i piloti in Ungheria, una serie di fermate lente ha compromesso i risultati in gara.
Questi problemi, che emergono in momenti chiave, derivano principalmente da un difetto nel design delle pistole per i dadi delle ruote, che rende l’operazione di avvitamento e svitamento più complessa del necessario per il personale ai box. Questa limitazione ha trasformato i pit stop, un aspetto critico della Formula 1, in un tallone d’Achille per McLaren, nonostante la competitività complessiva della vettura.

McLaren: i pit stop della discordia
I pit stop lenti hanno avuto conseguenze dirette sulle prestazioni di Norris e Piastri. Ad esempio, a Singapore, un cambio gomme di 5.25 secondi per l’australiano ha causato una perdita di posizioni, mentre in Italia uno stop di 5.87 secondi per Norris ha complicato la strategia di gara, alimentando discussioni sugli ordini di scuderia.
Altri episodi problematici si sono verificati in Bahrain per Norris e in Gran Bretagna per Piastri, anche se questi sono considerati valori anomali e non inclusi nelle medie stagionali. I dati mostrano che Norris ha un tempo medio di pit stop di circa 3.02 secondi, mentre Piastri si attesta a 2.97 secondi, valori vicini alle medie dei team di vertice (rispettivamente 2.67s e 2.94s).
Questa parità dimostra che non esiste un trattamento preferenziale per un pilota rispetto all’altro, e le recenti difficoltà di Norris sono attribuibili a una coincidenza statistica dovuta a un campione limitato di gare, piuttosto che a un problema sistematico.
Il team principal della McLaren, Andrea Stella, ha individuato nel design delle pistole la causa principale delle difficoltà. Queste attrezzature, utilizzate per fissare e rimuovere i dadi delle ruote, presentano un’architettura che complica l’operazione, richiedendo maggiore precisione e tempo rispetto all’ideale. Stella ha chiarito che il problema non risiede in errori umani sistematici, ma in un limite tecnico che rende il processo meno fluido.
Per fugare dubbi su presunti favoritismi, il team ha analizzato i dati stagionali, confermando che i tempi medi di pit stop sono praticamente identici per Norris e Piastri. Le lentezze recenti, particolarmente evidenti dopo il Gran Premio d’Olanda, sono state attribuite a una combinazione di fattori tecnici e casuali, ma il focus rimane sull’hardware come elemento da migliorare.

Le possibili soluzioni al problema
Per affrontare il problema nel breve periodo, la McLaren ha adottato un approccio pragmatico. Dopo ogni gara, il team conduce revisioni approfondite per identificare errori specifici e aree di miglioramento. Inoltre, il personale ai box si allena intensamente su simulatori dedicati in fabbrica, utilizzando un impianto apposito, per simulare i pit-stop e affinare la coordinazione e la velocità. Vengono implementate anche ottimizzazioni operative, come aggiustamenti alle procedure per ridurre i tempi di reazione e minimizzare gli errori.
Queste misure mirano a migliorare la consistenza dei pit stop per il resto della stagione 2025, anche se non risolvono il problema alla radice, legato all’hardware. L’obiettivo è limitare l’impatto delle lentezze, garantendo che i cambi gomme siano il più affidabili possibile in un contesto competitivo.
La soluzione definitiva richiede una riprogettazione delle pistole per semplificare l’operazione di cambio gomme, rendendola più fluida ed efficiente per il personale. Questo intervento è già in fase di sviluppo, ma non sarà implementato prima della stagione 2026. Fino a quel momento, la McLaren si affiderà a miglioramenti incrementali, combinando formazione, analisi dati e aggiustamenti tecnici per mitigare i problemi.
Le tempistiche per una risoluzione completa sono quindi fissate per il 2026, quando sarà introdotto il nuovo materiale che dovrebbe eliminare le complessità attuali, permettendo alla squadra di eseguire pit stop con maggiore costanza e velocità. Nel frattempo, il team deve gestire il resto della stagione con le risorse attuali, lavorando per ridurre al minimo i ritardi.

Una sosta ai box che può decidere un intero campionato
I pit stop lenti hanno avuto un impatto significativo sulla stagione della McLaren, specialmente nella lotta interna tra Norris e Piastri per il titolo. Ogni secondo perso ai box si traduce in posizioni e punti preziosi, con episodi come quello in Italia che hanno amplificato le tensioni interne sulla gestione della gara. L’assenza di favoritismi, confermata dai dati, rassicura sulla parità di trattamento, ma la pressione per migliorare è alta, poiché anche piccoli errori possono fare la differenza in una stagione così combattuta.
La McLaren si trova a gestire una sfida tecnica che contrasta con il suo potenziale complessivo. I problemi di pit-stop, legati al design delle pistole, richiedono una soluzione a lungo termine che non arriverà prima del 2026, ma il team sta lavorando con impegno per migliorare le prestazioni nel breve periodo attraverso allenamenti, revisioni e ottimizzazioni.
L’inconsistenza attuale ha già avuto un costo in termini di risultati, ma la squadra mantiene una visione ottimistica, puntando a minimizzare gli impatti per il resto del 2025. Con Norris e Piastri in lotta per il titolo, risolvere questi problemi sarà cruciale per massimizzare il potenziale di McLaren e prepararsi a un 2026 più competitivo, dove un’attrezzatura migliorata potrebbe fare la differenza.
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Crediti foto: Rudy Carezzoli – Getty, McLaren Racing Media