A Singapore la McLaren ha chiuso i conti iridati con largo anticipo, conquistando il decimo titolo Costruttori della sua storia. Un traguardo che suggella una stagione comandata dall’inizio alla fine, con tre Sprint e sei Gran Premi ancora da disputare. Un dominio costruito nel tempo ma divenuto schiacciante sin dai primi chilometri del 2025.
E pensare che dodici mesi fa la squadra di Woking aveva battuto la Ferrari solo per un soffio nella classifica costruttori. Oggi la situazione è radicalmente diversa: 650 punti complessivi, un margine doppio rispetto alla Mercedes e Ferrari quasi sparita nel raffronto col il 2024. Numeri che certificano la superiorità assoluta di un progetto tecnico e sportivo che ha riportato la McLaren ai fasti del passato.

McLaren – La rinascita di un marchio storico
L’attuale ciclo vincente affonda le radici nel 2016, quando Zak Brown assunse la guida del team trovandolo in piena crisi d’identità. All’epoca la McLaren era a quasi settecento punti dai campioni del mondo Mercedes e sesta in classifica, con una struttura logora e un’organizzazione tecnica priva di direzione.
Brown ha ricostruito tutto dalle fondamenta, imponendo una nuova cultura del lavoro basata sulla responsabilità individuale e sull’efficienza delle decisioni. In un’epoca in cui la Formula 1 parla di “no-blame culture”, l’americano non ha esitato a tagliare teste, anche illustri, quando il rendimento non era all’altezza delle aspettative.
Il vero cambio di passo è però arrivato nel 2023, quando l’addio di Andreas Seidl (andato in Audi) ha spalancato la porta ad Andrea Stella. L’ingegnere italiano ha imposto un metodo rigoroso, silenzioso e profondamente tecnico, restituendo alla McLaren quella calma operativa che aveva caratterizzato gli anni di Ron Dennis. Da allora, il team ha ritrovato stabilità e continuità, due elementi fondamentali per costruire un dominio tanto solido quanto meritato.
Norris e Piastri: la coppia perfetta per le ambizioni McLaren
Al centro di questa rinascita ci sono Lando Norris e Oscar Piastri, protagonisti di un’intesa sportiva ottima in Formula 1 al di là di certi screzi che emergono nelle fasi concitate delle gare. Le vittorie non raccontano solo il valore tecnico della MCL39, ma anche la capacità del team di gestire due piloti di talento senza generare tensioni interne. La tanto criticate Papaya Rules che per Woking funzionano bene.
Episodi come la responsabilità immediatamente assunta da Norris dopo il contatto con Piastri in Canada o la disciplina dell’australiano nel rispettare gli ordini di squadra a Monza hanno rafforzato l’immagine di una McLaren compatta, dove l’obiettivo collettivo prevale su ogni ambizione personale.
Anche a Singapore, dove un’aggressiva manovra di Norris al via ha lasciato qualche strascico interno, l’unità del gruppo è rimasta intatta. Merito di una cultura sportiva che parte dall’alto e che oggi permea ogni livello della struttura.

L’efficienza come chiave del successo
In un’epoca segnata dal budget cap, la differenza la fa la capacità di scegliere le priorità giuste. Andrea Stella ha saputo applicare questa filosofia con rigore assoluto, affiancato da Rob Marshall, l’ex progettista Red Bull arrivato nel 2023 dopo 17 anni di successi a Milton Keynes.
Marshall ha ridisegnato i processi interni, creando una perfetta coerenza tra simulazioni, galleria del vento (importante il ruolo di quella nuova che ha debuttato meno di due anni fa) e riscontri in pista. Ogni aggiornamento introdotto dalla McLaren negli ultimi due anni ha portato benefici misurabili, con una correlazione quasi perfetta tra previsione e realtà.
Il grande balzo è arrivato con il pacchetto aerodinamico introdotto in Austria nel 2023: da allora, la MCL38 è diventata un riferimento tecnico, capace di coniugare carico aerodinamico, efficienza e gestione gomme come nessun’altra vettura. Caratteristiche che si sono riversate sulla vettura 2025 che in questa seconda fase della stagione vede le altre avversarie arrivare.
Con dieci titoli Costruttori, la McLaren torna a essere la seconda forza più titolata della storia della Formula 1, superando la Williams. È il primo successo consecutivo dal biennio d’oro 1990-1991, quando Ayrton Senna e Alain Prost portarono il nome di Woking ai vertici assoluti del motorsport.
L’obiettivo ora è chiaro: riportare a casa anche il Mondiale Piloti, che manca dal 2008, quando un giovane Lewis Hamilton conquistò il primo dei suoi sette titoli. Ma quella sarà un’altra storia. Per il momento, a Singapore, la McLaren ha potuto celebrare la perfezione di un ciclo sportivo che ha riscritto la gerarchia della Formula 1 moderna.
Crediti foto: McLaren F1
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