La notte di Singapore, dove la McLaren ha conquistato il suo secondo titolo costruttori consecutivo – il decimo della sua storia – è giunta fino al successivo Gran Premio degli Stati Uniti d’America ad Austin, in Texas. Nefasto è stato il contatto ad inizio gara fra Lando Norris e Oscar Piastri in cui quest’ultimo si è lamentato in lungo e in largo per l’aggressività spietata del compagno di squadra.
In conferenza stampa pre-Cota, Norris ha minimizzato l’incidente, ma ha ammesso un errore di calcolo: “Ho giudicato male di poco, ma c’era spazio per passare. È il tipo di mossa che chiunque in F1 farebbe. Se non puoi accettarlo, non dovresti correre“. Ha aggiunto che il contatto era “involontario” e che non voleva mettere a rischio Piastri o il team. Tuttavia, il tono di Norris è stato percepito da alcuni come poco conciliante, alimentando speculazioni su tensioni interne.
Piastri era visibilmente frustrato. Ha dichiarato: “Non mi aspettavo una mossa del genere da Lando, specialmente dopo quanto abbiamo discusso come team. Mi ha messo in una posizione pericolosa, e non è il modo in cui vogliamo correre“. Ha chiesto al team di chiarire le regole d’ingaggio per evitare episodi simili in futuro. Ha anche fatto riferimento a eventi passati, come l’Ungheria, insinuando che il team a volte sembrava favorire Norris, nonostante la politica di parità.

Cosa è successo dopo Singapore
La litania singaporiana dell’australiano ha avuto l’effetto sperato: la McLaren richiamata al VAR dal challenge di Piastri, ha cambiato la sua decisione e ha ritenuto colpevole Norris e quest’ultimo dovrà pagarne le conseguenze in nome delle “Papaya rules”, le famigerate regole interne non scritte che vanno contro a qualsiasi istinto primordiale di qualsiasi pilota al mondo.
Durante le riunioni post-gara, il team ha analizzato l’incidente in dettaglio utilizzando telemetria, onboard e comunicazioni radio. È emerso che Norris aveva calcolato male la traiettoria, causando il contatto. Sebbene non intenzionale, la mossa è stata giudicata evitabile.
La McLaren ha deciso di ritenere Norris responsabile dell’incidente. Non sono resi pubblici i dettagli esatti delle “ripercussioni”, ma il britannico ha confermato che il team ha imposto conseguenze per assicurarsi che simili episodi non si ripetano.

Le dichiarazioni dei due McLaren al GP degli USA
Norris ha rilasciato una dichiarazione eloquente durante la conferenza stampa ad Austin: “Il team mi ha ritenuto responsabile, e lo ritengo giusto. Abbiamo avuto discussioni approfondite, e ci sono state ripercussioni per me, per evitare che situazioni del genere si ripetano. Non voglio causare controversie, e capisco che il contatto ha messo a rischio entrambi. Come team, abbiamo un framework che ci permette di fidarci l’uno dell’altro. È per questo che siamo così forti. Non voglio essere il ragazzo che causa problemi, ma corro per vincere, e a volte queste cose accadono. Non sono uno che cerca contatti. È una delle mie forze dall’inizio della mia carriera in F1”.
Piastri ha confermato che le discussioni interne sono state costruttive: “Abbiamo chiarito tutto. Lando ha preso responsabilità, e per me va bene così. Voglio solo correre in modo duro ma corretto, senza contatti che possano danneggiare il team. Siamo in una posizione incredibile, e il focus è vincere il campionato, non litigare tra noi”.
McLaren, Piastri vs norris: analisi e prospettive
L’incidente di Singapore ha evidenziato una sfida chiave per la scuderia campione del mondo: bilanciare la competizione tra due piloti ambiziosi senza compromettere il successo del team. La decisione di ritenere Norris responsabile è vista come un tentativo di rafforzare la fiducia di Piastri, ma potrebbe aver creato un precedente per interventi futuri.
Con il titolo Costruttori in tasca, McLaren potrebbe essere tentata di favorire un pilota per massimizzare le chance del titolo piloti, ma Stella ha ribadito la politica di parità. Le prossime gare, a partire dagli USA, saranno un banco di prova per verificare se l’armonia è ristabilita.
Norris, noto per la sua sensibilità alle critiche, potrebbe essere influenzato dalla pressione del team e dai media. Piastri, invece, sembra aver guadagnato autorità all’interno del gruppo britannico, grazie alla sua posizione in classifica e alla gestione più calma delle tensioni.
L’episodio in questione richiama la rivalità fra Lewis Hamilton e Fernando Alonso del 2007, che portò a una frattura interna e alla perdita del titolo. Il team è consapevole di questo rischio e sta lavorando per evitare un bis.

Cosa aspettarsi al GP degli USA da parte della McLaren
Il Gran Premio degli Stati Uniti sarà il primo banco di prova post-Singapore. il team inglese dovrebbe continuare a dominare grazie alla MCL39, ma la pista di Austin richiede un bilanciamento perfetto tra velocità e gestione gomme, il che potrebbe amplificare qualsiasi tensione strategica.
Norris e Piastri hanno dichiarato di voler “resettare” e concentrarsi sulla competizione con Max Verstappen e George Russell, ma gli occhi saranno puntati su eventuali sorpassi tra loro. Il team ha promesso regole d’ingaggio più chiare, ma non pubbliche, per evitare ulteriori contatti.
L’incidente di Singapore ha messo in luce una crepa nell’armonia di Woking, con Norris ritenuto responsabile e soggetto a conseguenze interne non specificate. La gestione dell’episodio sembra aver ristabilito un equilibrio temporaneo, con entrambi i piloti che hanno pubblicamente accettato la risoluzione. Tuttavia, con il titolo piloti in bilico e sei gare rimaste, McLaren deve amministrare con attenzione la rivalità interna per evitare che comprometta un’annata storica.
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Crediti foto: Getty





