Nel grande rimescolamento della Formula 1 del 2026 c’è un nome che potrebbe determinare più di tutti gli altri. E potrebbe farlo non solo per il talento – smisurato – che mostra in pista, ma per la capacità di orientare strategie, tempistiche e scelte altrui. Quel nome, l’avrete compreso, è Max Verstappen. A dirlo senza troppi giri di parole è Jacques Villeneuve, che individua nell’olandese il vero regista del mercato piloti futuro.
“Max Verstappen ha un contratto di un anno, quindi sta aspettando di vedere cosa succede. È lui il burattinaio. Può andare ovunque. Qualsiasi squadra sarebbe stupida a non prenderlo”, ha detto Villeneuve raggiunto da Poker Scout, portale presso il quale il canadese spesso si esprime.
Parole che fotografano una situazione di fatto: Verstappen non è semplicemente un top driver che si avvia verso la scadenza (fissata al 2028, ndr), ma il perno attorno al quale ruoteranno molte delle decisioni più delicate del prossimo ciclo regolamentare. La sua posizione contrattuale, unita al cambio radicale delle regole tecniche, gli consente un potere negoziale senza precedenti nell’era moderna della Formula 1.

Oliver Mintzlaff, qualche giorno fa, ha riferito di voler Max come una bandiera Red Bull ancora a lungo, ma le cose potrebbero andare diversamente. Il 2026, inutile girarci intorno, non sarà una stagione come le altre. Nuove power unit, aerodinamica ripensata, filosofia tecnica completamente diversa. Un reset che, secondo Villeneuve, rende impossibile qualsiasi previsione attendibile sui rapporti di forza. E che potrebbe incidere profondamente nelle volontà dei più forti.
“Il prossimo anno è un grande punto interrogativo. Questo è l’aspetto che trovo eccitante delle nuove regole. Non sappiamo cosa aspettarci. Quest’anno sapevamo che la McLaren sarebbe stata veloce. Il prossimo anno invece è un salto nel buio. Potrebbe essere qualsiasi squadra a rivelarsi la più veloce”, ha spiegato il campione del mondo 1997.
Max Verstappen e la facoltà di potersi guardare intorno
È proprio questo “salto nel buio” a rafforzare la già forte posizione di Verstappen. Il quattro volte iridato non ha alcuna fretta di scegliere. Al contrario, può permettersi di osservare, valutare e decidere a valle dei primi riscontri reali del nuovo ciclo tecnico. Chi avrà interpretato meglio il regolamento? Chi avrà la power unit più efficiente? Chi avrà costruito una struttura realmente vincente e non solo promesse?

La risposta a queste domande sarà determinante. E quando Verstappen farà la sua mossa, l’effetto non sarà isolato. Una sua eventuale uscita da Red Bull innescherebbe un vero e proprio effetto domino: sedili che si liberano, contratti che vengono ridiscussi, piani pluriennali che saltano. Mercedes, Ferrari, McLaren, ma anche progetti emergenti come Audi, sarebbero costretti a ricalibrare strategie e gerarchie interne.
In questo scenario, Verstappen non subisce il mercato: lo governa. La sua scelta non sarà soltanto sportiva, ma strutturale, perché indicherà dove si concentrerà il potere tecnico del nuovo ciclo regolamentare. Ed è proprio per questo che, mai come oggi, la Formula 1 guarda al futuro seguendo i tempi e le mosse di un solo uomo. Il burattinaio, appunto.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, F1
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