Durante la notte italiana, l’emittente Sky che trasmette la F1 in Italia, ha lanciato un’esclusiva, ma non di calciomercato, bensì di mercato piloti. Il quattro volte campione del mondo in carica, il pilota olandese Max Verstappen, sarebbe in procinto di accasarsi alla Mercedes, già a partire dal prossimo anno, nonostante un contratto che lo lega alla Red Bull, fino al 2028.
Se per Max la Mercedes rappresenta un motivo per rilanciarsi, dopo che l’attuale Campionato Mondiale di F1, in entrambi le classifiche, sembra essere indirizzato sempre più verso Woking, sede della McLaren. Per la Red Bull invece è un grosso grattacapo, che oltre a perdere il pilota di punta, il migliore in griglia tra l’altro, deve anche fare i conti con la nuova power unit del 2026, che sarà marchiata Ford e che, stando ai primi rumors, potrebbe non essere la migliore in pista.
Dopo un burrascoso 2024, con una lotta intestina tra le mura di Milton Keynes che ha visto l’attuale team principal, Christian Horner, arrivare quasi fuori al team e l’addio di Adrian Newey, un eventuale 2026 senza Max Verstappen fa ritornare alla mente i primi difficili anni della scuderia nella massima categoria del motorsport.
Alle origini della Red Bull in F1
Red Bull esordì in F1, nel 2005, sotto la guida di Christian Horner, con l’obiettivo di portare la scuderia a competere per vittorie e titoli mondiali. I primi quattro anni, dal 2005 al 2008, sono stati dedicati a gettare le basi per i futuri successi, attraverso il reclutamento di tecnici, meccanici e ingegneri di alto livello, tra cui Adrian Newey.
La prima line-up di piloti della Red Bull si basa sulla filosofia di equilibrio tra esperienza e gioventù. David Coulthard, con un background di prestigio in Williams e McLaren, porta stabilità e competenza. La seconda vettura è invece affidata a un trio di giovani promesse come Christian Klien, Vitantonio Liuzzi e Robert Doornbos, che si alternano nel 2005 e nel 2006, mostrando il potenziale della nuova generazione. Il primo traguardo significativo arriva nel 2006, quando Coulthard conquista il primo podio della scuderia con un terzo posto al Gran Premio di Monaco.
Nel 2007, Mark Webber affianca Coulthard, formando una coppia più stabile ed esperta. Il team ottiene un notevole quinto posto nel Campionato Costruttori, un risultato che segna un progresso importante. Tuttavia, il 2008 segna una battuta d’arresto: nonostante un altro podio di Coulthard in Canada, la scuderia scivola al settimo posto in classifica. Questo è l’ultimo momento di difficoltà prima dell’ascesa che inizia nel 2009, quando la Red Bull, grazie a una combinazione di innovazione tecnica, gestione strategica e talento in pista, con l’ingaggio di Sebastian Vettel, inizia a consolidarsi come forza dominante in Formula 1. Il resto è storia nota.

Chi al posto di Verstappen, in caso di addio alla Red Bull?
Se si dovesse concretizzare il passaggio di Verstappen alla Mercedes, alla Red Bull resterebbero ben poche scelte per il sedile rimasto vacante dal talento di Hasselt. La scuderia di Milton Keynes potrebbe puntare di nuovo sull’academy condotta da Helmut Marko, con due nomi su tutti, il pilota della Racing Bulls, il francese Isack Hadjar o provare la mossa “Verstappen”, puntando subito al talentino britannico, il 17enne Arvid Lindblad, attualmente in F2, che debutterà in F1, con la Red Bull, nella prima sessione di prove libere al Gran Premio di Gran Bretagna.
La Red Bull se non fosse convinta dei talenti della propria academy, potrebbe ricorrere al mercato piloti. Se Verstappen approdasse alla Mercedes, il principale indiziato a lasciare la scuderia anglo-tedesca, è proprio l’odiato avversario di Max, l’inglese George Russell, con un vero e proprio scambio di figurine fra le scuderie di Milton Keynes e quella di Brackley.
L’altro nome che potremmo definire un ritorno è quello dello spagnolo della Williams Carlos Sainz cresciuto proprio nell’academy della Red Bull. Il pilota di Madrid ha vissuto la galassia della Red Bull avendo trascorso lì, 2 anni e mezzo, nel team satellite, la Toro Rosso, fra il 2015 ed il 2017. Sappiamo fin troppo bene quanto lo spagnolo sia rimasto scottato dall’esser stato estromesso dal giro dei top team. Un’eventuale chiamata da parte della Red Bull, significherebbe per lui l’unica e vera opportunità di mostrare i suoi gradi da primo pilota e non quella nomea di mestierante che si porta dietro, etichetta affibbiata dai suoi detrattori.
La Red Bull si ritrova innanzi ad uno scenario potenzialmente catastrofico, tra il probabile abbandono di Verstappen ed una nuova power unit che si preannuncia poco competitiva. Cose che potrebbero riportare la scuderia, ai suoi primi anni in F1. I più difficili.
Verstappen Mercedes: il video-editoriale di Formulacritica
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Crediti: Red Bull