La Formula 1 è uno sport relativamente giovane se paragonato ad altre discipline. Forse proprio per questa caratteristica anagrafica tende a essere proiettato costantemente nel futuro. Una peculiarità acuita dalla sua natura: si parla pur sempre di una categoria schiava del progresso tecnologico.
Chi opera in questo ambito sa che non può crogiolarsi nel passato per replicare le vittorie negli anni successivi. Questo tipo di mentalità si riflette non solo nelle azioni di chi lavora dietro le quinte, come tecnici e organizzatori di scuderia, ma anche nell’agire di chi, casco in testa, si cala nell’abitacolo delle monoposto e scrive la storia dei Gran Premi.

Max Verstappen nel gotha della F1
Max Verstappen è uno dei più grandi protagonisti di questo nobile ed affascinante sport. Quattro titoli piloti non sono alla portata di tutti: un traguardo raggiunto solo da un ristretto novero di campioni come Sebastian Vettel, Alain Prost, Juan Manuel Fangio, Michael Schumacher e Lewis Hamilton.
Un’élite di sei uomini entrata nella leggenda. Quella mezza dozzina che, nella propria carriera professionale, non si è mai accontentata né si è crogiolata sugli allori, ma si è rimessa costantemente in discussione, cercando di migliorare nella continua ricerca della perfezione.
L’alfiere della Red Bull è fresco del ritiro del trofeo che suggella questo traguardo e, proprio in quella cerimonia, tra lustrini, musica e luci abbaglianti, ha lasciato intendere che aver vinto quattro titoli di seguito non concede nessun tipo di precedenza sportiva sulla quale fondare le future vittorie iridate. No, perché è consapevole che serve qualcos’altro per continuare a dominare.
Sa che certi segnali emersi nel 2024 indicano la necessità di spingere ancora più a fondo, poiché la concorrenza è agguerrita e, soprattutto, ormai è arrivata. Lo dimostrano McLaren e Ferrari che, nel Campionato Costruttori, sono riuscite a insidiare quella scuderia che dodici mesi fa chiudeva una stagione con 21 vittorie su 22 gare: un’impresa mai vista in Formula 1.

Max Verstappen no si culla sugli allori
“Questa stagione, come si può vedere, è stata piuttosto altalenante“, ha detto Verstappen durante la cerimonia di premiazione mentre ritirava il suo trofeo per la quarta volta. “Abbiamo avuto un ottimo inizio d’anno, tutto sembrava fantastico. Penso soprattutto dall’esterno. Ovviamente, come team si capiscono sempre i propri limiti e su cosa si vuole lavorare. La concorrenza ha fatto un ottimo lavoro, ha migliorato molto le proprie vetture e ci ha reso le cose molto più difficili, soprattutto per quanto riguarda i costruttori”.
“Abbiamo avuto un po’ di difficoltà a metà stagione, ma anche quando eravamo sotto pressione e abbiamo avuto momenti difficili, penso che la squadra sia rimasta davvero unita. Non ci siamo fatti prendere dal panico, cosa che si potrebbe fare facilmente in questo tipo di situazioni. Sono molto orgoglioso anche di tutti i membri del team. Ovviamente non siamo qui come campioni costruttori ma, in un certo senso, penso che meritassimo un po’ di più in quel campionato”.
“Ho fatto del mio meglio e sappiamo anche molto su cosa dobbiamo lavorare per il prossimo anno. Sono molto entusiasta anche di questo, perché sembra che sarà una vera e propria lotta tra molte squadre“.
Verstappen sa che quella iridata è una gioia con scadenza breve: “È incredibile, quattro titoli sono decisamente incredibili. Spero anche che non si fermi qui e spero che possiamo avere successo per un periodo di tempo più lungo. Si è già visto che quest’anno la concorrenza è molto serrata. Ma poi nel 2026 molto cambierà e forse alcune altre squadre saranno di nuovo competitive. Per il momento penso che sia molto importante godersi il momento, essere orgogliosi di ciò che abbiamo raggiunto come squadra e riprovarci l’anno prossimo“.

Max Verstappen- Red Bull: il futuro potrebbe riservare sorprese
Come si può vedere, l’olandese pensa al 2025 ma è già proiettato al 2026, stagione in cui saranno introdotti stravolgimenti regolamentari sia sul fronte telaistico-aerodinamico sia su quello motoristico. In questo contesto di mutazione generale, la Red Bull ne affronta una che potenzialmente può essere ancora più grossa e condizionante.
Dopo anni di proficua collaborazione con Honda, la scuderia austriaca dirà addio al costruttore nipponico, che andrà a legarsi in esclusiva con Aston Martin, e introdurrà motori prodotti in casa con la collaborazione della Ford, che si occuperà prettamente della parte elettrica del V6 turbo-ibrido, costruito e prodotto nel comparto powertrains di Milton Keynes.
Una sfida affascinante ma che contemporaneamente contempla un’elevatissima quota di rischio, visto che RBPT si troverà a sfidare i colossi dell’industria automobilistica mondiale: Ferrari, Mercedes, la stessa Honda, Audi – che farà il suo debutto in Formula 1 – e, qualche anno dopo, il gruppo General Motors, che scenderà in campo con un proprio propulsore dal 2028.
Proprio il 2028 sarà l’ultimo anno di contratto di Verstappen con la Red Bull: un’intesa che potrebbe terminare anzitempo vista la presenza di una clausola rescissoria. Ovviamente, questo tipo di scenario non è di semplice attivazione, ma c’è l’idea che Max, perfezionista e ancora avido di vittorie, possa guardarsi intorno per proseguire la sua striscia qualora si accorgesse che il team che gli ha dato fortuna e gloria non è più in grado di garantirgli quella continuità di cui ha bisogno.
La seconda parte del mondiale 2024 ha fatto risuonare qualche campanello d’allarme: dal Gran Premio di Spagna, Verstappen ha vinto solo due gare, un bottino troppo magro per proiettarsi con fiducia nelle stagioni che verranno. È evidente che servirà uno sforzo tecnico molto più incisivo da parte della Red Bull per provare a ricacciare gli attacchi della concorrenza sempre più agguerrita.
In uno sport che necessariamente deve archiviare i propri ricordi per proiettarsi al futuro, Verstappen ha capito che è giunto nuovamente il momento di correre. Essere quattro volte campione del mondo – membro di quella ristrettissima élite presentata in apertura – non basta per garantirsi i trionfi del futuro.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing