Jacques Villeneuve non è mai stato un commentatore accomodante. Il campione del mondo del 1997 è noto per le sue opinioni taglienti, spesso polarizzanti, ma quando parla di Max Verstappen il tono cambia. Non c’è ironia, non c’è sarcasmo: c’è un riconoscimento limpido, quasi inevitabile. “Verstappen è un genio. Guida come dovrebbe guidare un campione del mondo”.
“Guida a quel livello. Se pensi ai tempi d’oro di Prost, Senna, Mansell e Piquet, guidavano tutti così. Uno contro l’altro. È il livello che vuoi in F1. È il livello che devi mostrare”, ha dichiarato Villeneuve a OLBG. Parole che non lasciano spazio a interpretazioni: Max è oggi l’unico pilota capace di incarnare lo spirito dei grandi del passato, quello in cui il talento naturale si fonde con una determinazione feroce.

Villeneuve spiega come la grandezza di Verstappen non si misuri solo nei titoli vinti, ma anche nelle circostanze. “Se Max Verstappen vincerà il Campionato mondiale piloti, sarà sicuramente il suo più grande successo di sempre. Quest’anno è decisamente superiore agli altri perché non avrebbe dovuto essere in lizza. È senza dubbio il migliore di questa generazione. Purtroppo, al momento c’è solo uno a quel livello. È un po’ triste”.
Un’analisi che fotografa bene l’attuale scenario: il dominio di Verstappen non è soltanto tecnico, ma soprattutto mentale. Il quattro volte iridato corre ogni Gran Premio come se fosse il primo, con la stessa fame e la stessa voglia di demolire gli avversari. È il suo marchio di fabbrica, ciò che lo avvicina alle icone che Villeneuve cita: Prost per la lucidità, Senna per l’intensità, Mansell per la combattività, Piquet per l’astuzia.
In un contesto regolamentare e tecnico che ha reso più difficile per i campioni emergere, Verstappen è riuscito a imporsi come pilota totale. Qualifiche spietate, partenze chirurgiche, gestione perfetta delle gomme, sorpassi senza esitazioni: il repertorio è completo. E il confronto con la concorrenza non lascia scampo, tanto che lo stesso Villeneuve non nasconde una nota di rammarico. “Purtroppo, al momento c’è solo uno a quel livello. È un po’ triste”, osserva. Una solitudine che, se da un lato certifica la sua superiorità, dall’altro alimenta il timore che la Formula 1 possa soffrire di un monopolio tecnico e sportivo.

Non è però tutto. Villeneuve, da osservatore attento, individua anche il profilo di un possibile protagonista del futuro, capace un giorno di ridurre il gap con Verstappen e con la ristretta élite dei campioni. “Un debuttante che mi sta davvero impressionando in questo momento è Bortoleto. Ha iniziato in modo piuttosto competitivo, poi si è fatto da parte e si è preso il tempo necessario per imparare, per osservare cosa faceva Hulkenberg. Ad ogni gara fa un piccolo passo avanti, migliora, è concentrato. Quindi sono curioso di vedere fino a dove arriverà”.
Il nome di Gabriel Bortoleto, giovane brasiliano al suo primo anno in Formula 1, emerge così come una ventata di speranza in un panorama dominato dall’olandese. La sua capacità di apprendere, di non bruciare le tappe e di crescere gara dopo gara potrebbe trasformarlo, in futuro, in una delle poche alternative credibili al regno di Verstappen.
Villeneuve non distribuisce elogi a cuor leggero. Le sue parole, quando arrivano, pesano. Ed è per questo che definire Verstappen “un genio” e “il migliore della sua generazione” assume il valore di una sentenza. Al netto delle simpatie o delle polemiche, la realtà è che oggi Max rappresenta l’essenza stessa della Formula 1: talento, aggressività, intelligenza e fame. È il pilota totale.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing, F1
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