“Questione di feeling” cantavano Mina e Riccardo Cocciante nel cuore degli anni ’80. Empatia, quella che Max Verstappen non ha mai del tutto sviluppato con la Red Bull RB20, una vettura recalcitrante, scorbutica, intollerante agli sviluppi, difficile da guidare a causa del sottosterzo che emerge sempre nei momenti decisivi e che non riesce a vincere dal lontano Gran Premio di Spagna, tenutosi domenica 23 giugno.
La fotografia della frenata prestazionale della RB20 l’abbiamo già delineata in un focus (leggi qui), in cui abbiamo dimostrato come i valori si siano completamente ribaltati dall’inizio dell’anno fino all’ultima gara. In Bahrain, la monoposto austriaca aveva oltre 20 secondi di vantaggio sul secondo classificato; a Singapore ha invece accumulato un ritardo simile. In mezzo, ci sono state sedici gare in cui la RB20 ha subito un progressivo “plafonamento”, mentre la McLaren MCL38 è avanzata in maniera prorompente e inarrestabile.

Max Verstappen – Red Bull RB20: un amore mai nato
Max Verstappen aveva capito fin dai primi giri di questo campionato che c’era qualcosa che non lo soddisfaceva pienamente nella vettura. Vecchie problematiche ereditate dalla stravincente RB19 si sono acuite a causa di un concept aerodinamico troppo estremo, che non ha dato i risultati sperati.
Nel tentativo di risolvere queste difficoltà, la Red Bull ha preso la direzione sbagliata, a differenza dei suoi avversari, in particolare della McLaren, che è progredita sensibilmente. Il momento decisivo che ha segnato negativamente la stagione della compagine di Milton Keynes è stato Imola, quando è stato introdotto un pacchetto di aggiornamenti che ha messo in crisi il team. Anche Helmut Marko ha identificato il Gran Premio dell’Emilia-Romagna come il punto chiave del campionato 2024 per i campioni del mondo.
Gli interventi successivi hanno ulteriormente sbilanciato la vettura, rendendola ancora più soggetta al sottosterzo, senza risolvere il problema dell’assorbimento delle asperità, un difetto mutuato dal modello 2023. L’anteriore e il posteriore della monoposto non interagiscono più in maniera corretta. Questo aspetto è stato evidenziato da Christian Horner, che ha annunciato aggiornamenti previsti per il Gran Premio degli Stati Uniti della prossima settimana.
Il punto cruciale per tentare di difendere entrambi i campionati del mondo sarà dunque ridare equilibrio alla monoposto, che per troppe gare ha dovuto “girare attorno ai problemi”, cercando di difendersi invece che attaccare, strategia che sarebbe stata più efficace per mantenere un vantaggio sicuro in entrambe le classifiche. Ma non era oggettivamente possibile farlo.

Come abbiamo sottolineato in un altro articolo (leggi qui), in questa generazione di monoposto è molto difficile introdurre aggiornamenti che funzionino al primo colpo, ma la Red Bull ha presentato delle vere e proprie criticità in questo 2024, forse legate anche alla galleria del vento di Bedford, particolarmente obsoleta e sicuramente non competitiva rispetto all’impianto che la McLaren ha inaugurato meno di un anno fa a Woking.
Verstappen ha recentemente parlato di questa situazione, spiegando che fino a quest’anno l’arretratezza tecnica del wind tunnel, che sarà sostituito nel 2026, non aveva inciso sulle performance delle monoposto. Quest’anno, però, qualcosa è cambiato, probabilmente in relazione al concept su cui è stata fondata la RB20, che si è rivelato poco efficace e soprattutto difficile da sviluppare.
Sicuramente ha pesato anche la partenza di Adrian Newey, sebbene a Milton Keynes nessuno sia disposto ad ammettere quella che oggi sembra una verità ormai consolidata. In ogni caso, sia Verstappen che i dirigenti della Red Bull cominciano a vedere la luce in fondo al tunnel, ritenendo di aver capito dove intervenire per ridare slancio al progetto RB20.
La tappa di Austin, dove si terrà il quarto weekend Sprint stagionale, sarà quindi un momento molto importante per i campioni del mondo in carica: se il nuovo pacchetto si dimostrerà efficace, si potrà pensare di lottare attivamente in entrambi i campionati; viceversa, se non si riuscirà a migliorare, sarà molto difficile contenere l’avanzata della McLaren, una monoposto capace di adattarsi a ogni pista, tipo di asfalto e condizione meteorologica. Una vettura riuscita bene, ma che forse non è stata sfruttata al meglio da un team ancora acerbo e da una coppia di piloti non ancora abituata a lottare per il bottino grosso. E a questo in Red Bull si aggrappano forse più che a salvifici sviluppi.
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing