Max Verstappen: tensioni per crearsi una exit strategy?

Le incomprensioni, ormai innegabili, tra Max Verstappen e la Red Bull potrebbero essere una strategia definita a tavolino per attivare la clausola rescissoria e legarsi alla Mercedes

A chi crede che io abbia mancato di rispetto alla squadra e che io abbia esagerato rispondo che possono andare tutti a farsi f******”. Questo è il commento di Max Verstappen, che sintetizza l’umore (nero) dopo un weekend di delusioni.

L’olandese, come il resto del clan della Red Bull, riponeva grande fiducia nel nuovo pacchetto di aggiornamenti introdotti per il Gp d’Ungheria. Tuttavia, le novità non hanno sortito effetti, poiché la McLaren in qualifica e in gara è sempre sembrata molto lontana e irraggiungibile. 

Max, dopo due stagioni di dominio incontrastato, vede erodere il suo imperio, e la cosa lo mette in palese difficoltà emozionale. Inutile girarci intorno, inutile fare i tifosi oltranzisti e coi paraocchi: Max Verstappen sta manifestando una certa intolleranza verso la situazione che si è venuta a creare in un team che ha perso punti di riferimento e che sta accusando il colpo dell’onda lunga dell’Horner-Gate, quel movimento che, secondo molti, è alla base della decisione di Adrian Newey di mollare la squadra.

Proprio l’addio del tecnico inglese è uno degli elementi che ha aperto la crisi tecnica in cui versa la Red Bull. Pierre Waché ha preso in mano le redini di un puledro che sembra imbizzarrito. Tutti gli aggiornamenti presentati quest’anno non hanno avuto l’effetto di riportare la RB20 in cima alla scala dei valori della Formula 1. È un processo che si è avviato da Miami: la McLaren ha via via rosicchiato decimi di secondo fino a diventare la vettura da battere. Ieri, tra le curve dell’Hungaroring, lo ha dimostrato al di là di ogni ragionevole dubbio.

Le difficoltà tecniche sono lo specchio di problemi gestionali forse più gravi che si stanno vivendo all’interno del gruppo austriaco. Non vi è più armonia in seno alla Red Bull. Gli uomini vicini a Verstappen sono ormai intolleranti e non perdono occasione per lanciare frecciate ai dirigenti. Tra papà Jos e Chris Horner è ormai guerra aperta. Helmut Marko, da sempre molto vicino a Verstappen, ha perso gran parte dei suoi poteri, e questa situazione non contribuisce a ricompattare il gruppo.


Max Verstappen sfrutta la “strategia della tensione”

Oggi Red Bull sembra una realtà spezzettata, disomogenea. In questo contesto uno come Max, che ha bisogno di un ambiente unito, sta soffrendo. Checché se ne dica, osservare un professionista, un tre volte campione del mondo, un pilota scafato nonostante l’età ancora giovane, lanciarsi in un simile turpiloquio continuo, reiterato, fastidioso, è qualcosa che denuncia uno stato mentale alterato

Ritenere normale, a motori spenti e a cervello attaccato, che sono gli altri a doversi f****** e non lui a doversi dare una calmata è un messaggio eloquente, un manifesto dello stato di disagio psichico che l’olandese sta attraversando.

Ma se certe uscite non fossero mosse dalla rabbia violenta ma da una lucida scientificità? Se Verstappen stesse alimentando le tensioni per crearsi una comoda exit strategy e andare in Mercedes? La corte di Toto Wolff è sempre più serrata e il fatto che non sia stata ancora definita la line-up 2025 è un segnale chiaro. Sembra difficile che si possa ingaggiare Max già per l’anno prossimo; è più probabile che l’assalto parta per il 2026.

Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) in azione a bordo della RB20 nelle libere del Gran Premio d’Ungheria 2024

Le prestazioni in crescita della W15 e le prospettive future, tornate nuovamente rosee, sono diventati elementi golosi per un pilota che, come i fatti dimostrano, non vuole correre per partecipare ma per vincere sempre e comunque.

Mercedes potrebbe essere quell’ambiente che gli ridà la possibilità di primeggiare, a differenza di una Red Bull che va incontro a un 2026 pieno di incognite: un propulsore nuovo autoprodotto, una guida tecnica evidentemente non solida come lo era fino a qualche tempo fa e un clan dilaniato dalle lotte interne.

Max è un impulsivo e un uomo irascibile, ma è anche un freddo calcolatore. E non è da escludere che tutta questa pantomima sia creata ad arte per mostrare agli altri che lui è la vittima di un sistema ormai marcio e non uno dei protagonisti di un clima diventato tossico.

Le prossime gare saranno decisive per capire cosa sta accadendo tra Red Bull e Max Verstappen. Immaginare di vedere una McLaren ancora dominante può essere quella molla che fa decidere al pilota di dire addio al team che lo ha fatto grande, magari non nel 2025 ma nel 2026.

Toto Wolff è alla finestra e osserva con attenzione i movimenti del tre volte campione del mondo. Nel frattempo, infittisce le interlocuzioni con il manager e il padre, che vedrebbero un passaggio a Brackley di buon occhio.

Non sono sembrate casuali le parole di Helmut Marko che, nelle insolite vesti di pompiere, ha detto che la Red Bull deve delle scuse a Max Verstappen per come sono state condotte le operazioni in gara nel GP d’Ungheria. Evidentemente si comincia a temere che l’olandese possa essere stanco di quanto sta accadendo in casa sua e soprattutto del fatto che la scuderia non riesce a reagire a un momento di difficoltà.

Sono questi i segnali che Max sta leggendo negativamente e che potrebbero spingerlo a fare scelte clamorose. La contestuale crescita della Mercedes, che dà la sensazione di essere nuovamente un ambiente sano e soprattutto di capire dove mettere le mani per risolvere i problemi, potrebbe essere un elemento accattivante per chi vuole continuare a scrivere pagine importanti nella storia della Formula 1.

Quindi, pur confermando che Max è un uomo particolarmente fumantino quando indossa il casco, non possiamo escludere del tutto che dietro certe uscite ci siano delle strategie ben definite a tavolino. Le prossime settimane, forse mesi, ci diranno se le nostre sono solo congetture o se ci abbiamo visto lungo.


Crediti foto: Oracle Red Bull Racing

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