Max Verstappen non viveva una stagione così complicata dal 2020. Abituato a dominare la Formula 1 con la Red Bull tra il 2021 e il 2024 – anni in cui ha conquistato quattro titoli consecutivi e 56 delle sue 65 vittorie complessive – il pilota olandese si trova ora in una condizione insolita: talento intatto, ma vettura non all’altezza dei rivali. Né della sua grandezza.
Il 2025 lo ha costretto a riscoprire la dimensione del lottatore. Finora è riuscito a imporsi soltanto in due occasioni, a Suzuka e a Imola, capitalizzando al massimo ogni spiraglio con prestazioni di livello assoluto. Nonostante ciò, la classifica racconta di un divario che appare difficilmente colmabile: terzo nel Mondiale, a 97 lunghezze dal leader Oscar Piastri, con appena dieci gare ancora da disputare dopo la pausa estiva.

Red Bull appesantita dai limiti della seconda vettura
Il problema non è solo la competitività della RB21 rispetto alla McLaren, attuale punto di riferimento. A incidere pesantemente è anche il contributo quasi nullo della monoposto gemella: dei 194 punti raccolti dalla squadra, ben 187 portano la firma di Verstappen. Il quarto posto in classifica costruttori evidenzia una Red Bull incapace di supportare adeguatamente il suo fuoriclasse, mentre Yuki Tsunoda fatica a inserirsi nella lotta.
Con lucidità, l’olandese accetta la situazione senza drammi: “Non siamo i più veloci, ma nemmeno i più lenti. L’obiettivo è continuare a capire la macchina, trovare tempo sul giro e prepararci al meglio per il 2026, quando entreranno in vigore i nuovi regolamenti“.
L’attaccamento a una squadra diventata “seconda famiglia”
Il Gran Premio d’Ungheria ha rappresentato una tappa simbolica per Verstappen: la sua 200ª partenza con la Red Bull. Un traguardo che sottolinea il legame unico con la scuderia che lo ha portato in Formula 1 e con cui ha vissuto momenti storici.
“In questi anni abbiamo costruito qualcosa di speciale”, ha raccontato. “Non mi ero nemmeno accorto che fosse il mio 200° GP con la squadra. Guardando indietro, ci sono tantissimi ricordi, e poter vivere tutto questo con lo stesso team lo rende ancora più significativo”.
Con un contratto valido fino al 2028, Verstappen potrebbe persino superare il record di Lewis Hamilton per permanenza in una singola squadra (246 gare con Mercedes), consolidando ulteriormente un legame che lui stesso definisce “come una seconda famiglia”.

Speculazioni e futuro: il pensiero va al 2026
Il nome di Verstappen è stato costantemente al centro delle indiscrezioni di mercato. Nonostante il lungo accordo con la Red Bull, la Mercedes ha più volte mostrato interesse, alimentando congetture su un possibile clamoroso trasferimento.
Il diretto interessato, però, non lascia spazio a interpretazioni: “Le voci non mi interessano. Non ho bisogno di dire nulla, preferisco concentrarmi sul lavoro. Il mio obiettivo è guardare al 2026 insieme alla squadra e assicurarci di essere competitivi da subito”.

Una fase di ricostruzione
Red Bull ha già vissuto cicli simili nella sua storia recente: il periodo d’oro con Sebastian Vettel tra il 2010 e il 2013, seguito da anni di transizione, poi la rinascita con Verstappen dal 2021 al 2024. Per il campione olandese, il presente rappresenta una fase di riorganizzazione più che di declino.
“Siamo ancora un team molto forte – ha spiegato a F1.com – ma serve una leggera ricostruzione per tornare a essere il punto di riferimento. La mentalità del gruppo è sempre stata quella di rialzarsi dopo ogni difficoltà, e non ho dubbi che succederà ancora”.
Parole che riflettono la maturità di un pilota che ha già dimostrato tutto, ma che non smette di guardare avanti, consapevole che la prossima grande sfida è già dietro l’angolo.
Crediti foto: F1.com, Oracle Red Bull Racing
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