Mattia Binotto: Audi è una sfida ancora più grande di quella Ferrari

Mattia Binotto è chiamato a ristrutturare un team avvolto dalle macerie. Una sfida enorme che si basa su un piano quinquennale per raggiungere i top team

Diciotto mesi. Tanto è stato il tempo necessario a Mattia Binotto per intraprendere una nuova avventura dopo aver chiuso con la Ferrari. Il futuro si chiama Audi, una realtà ambiziosa che eredita – anzi, subentra – in una Sauber non proprio in condizioni ottimali.

Una scuderia da ristrutturare, un team da motivare, una squadra da completare. Queste sono le sfide di breve periodo che attendono l’ingegnere di Losanna, che con entusiasmo si è lanciato in questa nuova avventura, chiudendo la parentesi che lo vedeva protagonista in Ferrari.

Binotto si è rivisto nel paddock di Monza. Non è la prima volta che si affaccia ai Gran Premi, ma stavolta lo ha fatto in veste di rappresentante di una scuderia. Un ritorno alla normalità dopo mesi certamente non facili, in cui l’astinenza e la nostalgia hanno prevalso.

Separarsi dalla Ferrari è stato difficile per l’ingegnere, che a Maranello ha trascorso 28 anni della sua carriera e della sua vita. Senza un lavoro in Formula 1, Mattia ha dovuto abituarsi a uno stile di vita che non conosceva da molto tempo. “Francamente non sapevo cosa fare. I 18 mesi sono stati molto lunghi e molto difficili. I primi giorni, le prime settimane, i primi mesi sono stati particolarmente duri perché sei abituato a lavorare così intensamente, al 120%“, ha spiegato.

Il lavoro è la tua vita. Fermarsi all’improvviso non è facile. Puoi tagliare l’erba il primo giorno, fare un po’ di spesa il secondo e poi il terzo non sai cosa fare. Devi in qualche modo trovare un modo per tenerti occupato. Ho una passione per il vino, quindi mi sono dedicato un po’ di più a questo, e ho passato più tempo con la famiglia, facendo quello che in passato non potevo fare perché ero impegnato con la F1. Certamente ci sono stati momenti importanti in quei 18 mesi. Ma quando ami questo lavoro, quando è la tua passione e ce l’hai nel sangue, non vedi l’ora di tornare, perché ne hai bisogno. Fa parte della mia vita”, ha spiegato il dirigente ai microfoni del sito ufficiale della Formula 1.

Mattia Binotto Audi
Mattia Binotto nel paddock del Gp d’Italia 2024

Mattia Binotto: Audi, la sfida più stimolante

Durante il periodo di gardening imposto dalla Ferrari, si sono rincorse voci su un possibile nuovo impiego di Binotto in Formula 1. Il suo nome è stato associato a diversi team, ma è lo stesso ingegnere che ha spiegato che il progetto più accattivante e che lo stimolava maggiormente era quello dell’Audi. “Dopo la Ferrari, penso che avrei accettato solo una sfida vera“, ha dichiarato Binotto. Audi rappresenta esattamente questo, un team ambizioso che entra per la prima volta in Formula 1 con l’intento di vincere in tempi relativamente brevi.

Binotto si è detto fortunato per la chiamata ricevuta dai vertici della casa di Ingolstadt e ha spiegato che l’accordo è stato trovato in brevissimo tempo: una volta compresi i termini del progetto, l’aspetto economico è passato in secondo piano, arrivando rapidamente a un’intesa.

In Audi, Binotto troverà un bel po’ di macerie da rimuovere. La scuderia Sauber è l’unica che in questo 2024 non ha ancora segnato punti, a causa di una vettura nata male e sviluppata peggio. Forse una conseguenza della lunga fase di transizione per il passaggio effettivo dalla vecchia proprietà alla nuova, visto che Audi ha acquisito la maggioranza del pacchetto azionario dello storico team elvetico.

Sappiamo quanto sia difficile trasformare una squadra normale in una vincente e quanto tempo ci vorrà“, ha detto Binotto, parlando del lavoro che lo attende ad Hinwil. “Si tratta di una trasformazione aziendale, si tratta di persone, processi, metodologie, competenze, mentalità, strutture, di tutto“.

Guardando al passato, sappiamo che ci vogliono stagioni, non una singola, per diventare una squadra vincente. Potrebbero volerci molti anni. Siamo molto ambiziosi. Il team in fabbrica ha molta energia. Tutti uniti per un solo obiettivo: vogliamo farcela. Dobbiamo essere consapevoli delle difficoltà, ma abbiamo le risorse e il supporto di Audi, e penso che abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per raggiungere questo obiettivo“.

La futura guida bicefala dell’Audi: Mattia Binotto e Jonathan Wheatley

Audi: Mattia Binotto lavora per il 2026

È chiaro che il vero obiettivo di tutti sia quello di presentarsi al 2026 nella migliore forma possibile. Fondamentale sarà sviluppare una power unit all’altezza della situazione, un compito non semplice considerando che i principali concorrenti conoscono questa tecnologia dal 2014.

Binotto ha sottolineato che è necessario fondere la mentalità di Sauber con quella di Audi, combinando l’esperienza di Hinwil con la nuova sfida tecnologica di Neuburg. “Dobbiamo diventare una famiglia unica, una squadra unica, ma con la giusta mentalità vincente. Questa è una mentalità che puoi conoscere solo se l’hai vissuta. Non si tratta solo di un’auto, ma di persone, cultura, organizzazione e processi“.

Binotto non sarà solo in questo processo di riorganizzazione interna. Al suo fianco ci sarà Jonathan Wheatley, che sarà il team principal del team di Formula 1. Il sistema di gestione sarà condiviso, con Binotto concentrato sul lavoro in fabbrica e l’ex direttore sportivo della Red Bull presente a tutte le gare.

Audi punta a crescere gradualmente fino al 2030, quando spera di essere costantemente competitiva per la vittoria. Il percorso sarà lungo, ma con Binotto al timone e il supporto della casa tedesca, il futuro sembra promettente.


Crediti foto: F1, Formulacritica

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