Mattia Binotto, dalla NASpI al dominio del mondo

Ormai dato fuori dai giochi, Mattia Binotto ha annunciato il suo ritorno in gran stile. Audi sarà la scelta giusta per tornare alla ribalta?

Il recente annuncio dell’ingresso di Mattia Binotto nel futuro team Audi ha lasciato di stucco praticamente tutti. Anche gli insiders più infiltrati del tubo di scarico della mia cucina non ne sapevano assolutamente nulla, generando grande stupore tra appassionati e addetti ai lavori.

Mattia Binotto, un curriculum di 18 pagine con una macchia enorme

La parabola discendente di Mattia Binotto da team principal in Ferrari è stata piuttosto particolare, poiché presenta un punto preciso in cui tutto, ma proprio tutto, precipita in maniera fragorosa, peggio di quanto fece il Bitcoin nel 2022 o Biden sulla scaletta dell’Air Force One.

Ma va detto che, oltre a mettere a punto Power Unit illegali in 27 stati e creare eccellenti basi per meme, l’ingegnere di Losanna sia stato in grado di costruirsi una fortissima reputazione nel circus, grazie a una lunghissima storia in Ferrari, presenziando tra le fila dei motoristi della Rossa già nell’epoca Schumacher.

Mattia Binotto e Charles Leclerc - Scuderia Ferrari
Mattia Binotto arringa pubblicamente Charles Leclerc dopo il Gran Premio di Gran Bretagna 2022

Nonostante un curriculum che farebbe gola al 98% degli utenti LinkedIn che creano post motivazionali basati su fatti mai avvenuti, il suo periodo da team principal della Scuderia Ferrari non è stato esattamente brillante, evidenziando le sue carenze sul fronte politico e anche manageriale. Il post 2019 ha visto un Binotto public enemy, bistrattato da tifosi e stampa i quali invocavano a gran voce le sue dimissioni, cancellando di fatto tutto il buono fatto nel suo lunghissimo trascorso da ingegnere di punta.

Licenziato non solo da Ferrari, ma anche dalla Formula 1

Le settimane successive al licenziamento da Ferrari, avvenuto nel dicembre 2023, sono state un susseguirsi di voci e rumors che davano Binotto team principal di Audi. Il febbraio successivo, il buon Mattia svela le sue carte con un comunicato che indica il suo nuovo team: Texa, un’azienda specializzata nello sviluppo di sistemi di diagnosi per diverse applicazioni, tra cui l’automotive.

Insomma, pare evidente che Binotto fosse totalmente fuori dal circus, assumendo il ruolo di consigliere nel settore delle E-Powertrains, una posizione che significa tutto e niente. Quello che a tutti gli effetti poteva sembrare un pensionamento anticipato, non è mai risultato definitivo, poiché di tanto in tanto qualche burlone inventava presunte trattative tra Binotto e quella “casa caruta” della Alpine.

La svolta con Audi: Binotto punto di riferimento dei tedeschi

Mentre tutti avevano già accettato l’immagine di Mattia Binotto in call con i colleghi di Texa con la camicia ancora sporca dopo aver curato la sua amatissima vigna, ecco che un nuovo comunicato stampa scatena il caos nel paddock di Formula 1: Audi ha scelto Mattia Binotto. La notizia arriva parallelamente a quella del licenziamento di Andreas Seidl e Oliver Hoffmann, coloro che risultavano essere le due figure di punta dei tedeschi, messe in Sauber con l’obiettivo di completare la trasformazione della scuderia svizzera nel punto di riferimento di Audi in F1. Binotto viene insignito del doppio ruolo di Chief Operating Officer (COO) e Chief Technical Officer (CTO) di Sauber Motorsport, prendendosi dunque carico di questa delicata transizione.

Audi F1: una realtà per forza vincente

Il 2026 è un anno cruciale per la Formula 1, l’introduzione del nuovo corposo pacchetto di regole tecniche, mirate principalmente a cancellare il fallimento delle wing car formalizzate dal buon Ross Brawn, prevedono non solo novità sul fronte aerodinamico, ma anche una pesante rivoluzione sul fronte power unit. A partire dal 2026, la potenza del pacchetto propulsivo delle vetture di Formula 1 deve essere ripartita in parti uguali tra motore endotermico e unità elettrica.

L’iconico “buonasera” con cui Binotto apriva la presentazione della F1-75.

Questo nuovo bilanciamento 50-50 è accompagnato da nuove norme sul budget cap studiate ad hoc per favorire l’ingresso di Porsche (poi tiratasi indietro a causa del mancato accordo con Red Bull) e Audi. In soldoni, il regolamento 2026 consente ai team entranti di usufruire di importanti maggiorazioni al budget cap per sviluppo durante i 3 anni antecedenti all’ingresso in F1. Le nuove regole consentono ad Audi di investire circa 25 milioni di dollari in più rispetto a chi è già in Formula 1, permettendo ai tedeschi di mettere a punto una PU già alla pari dei propri rivali, anzi superiore data l’incertezza della nuova configurazione ibrida.

L’intreccio politico di Audi in Formula 1 e l’incredibile opportunità di Binotto

In questo contesto, si nota come i colletti bianchi di Ingolstadt siano stati in grado di inserirsi con grande prepotenza in Formula 1, soprattutto dal punto di vista politico. È importante ricordare che l’attuale CEO della F1, Stefano Domenicali, abbia avuto un trascorso con Audi, occupandosi (guardacaso) di studiare e valutare la fattibilità del progetto che oggi sta portando il celebre marchio tedesco nella massima serie del motorsport. Quindi, senza gridare allo scandalo, possiamo affermare che, quando il chiamante inizia con +49, Domenicali quasi sicuramente risponde al telefono.

Anche l’improvvisa fuga di Jonathan Wheatley, fino a pochi giorni fa direttore tecnico di Red Bull, il quale occuperà il ruolo di team principal Sauber/Audi, sembra confermare la bontà di un progetto il cui obiettivo è solo uno: vincere. Quindi, Mattia Binotto non solo torna in F1, ma si troverà a capo di una realtà in grado di riportarlo immediatamente nell’Olimpo rendendolo il temibile manager della scuderia che, senza aver messo neanche una ruota sull’asfalto, è già tra le favorite alla vittoria mondiale 2026.

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