Vi manca Mattia Binotto? A noi no!

Facile sparare su Mattia Binotto ora che la Ferrari è tornata a vincere. Ma noi lo facciamo, mirando bene, perchè quel 2022 ce lo siamo legati al dito!

Che fine ha fatto Mattia Binotto? Lo chiedete perché vi manca? Premesso che a noi la sua assenza dai paddock non ci sfiora minimamente, vi diciamo che forse non siete stati attenti se non sapete di cosa si stia occupando oggi il sagace ingegnere di Losanna. 

L’ex capo della Gestione Sportiva della Ferrari, dopo attente e lunghe riflessioni fatte in un periodo di gardening durato un anno, ha deciso di prendersi una bella pausa dalla Formula Uno, da quel mondo che tanto gli ha dato ma che molto gli ha tolto, specie nell’ultimo anno al timone del team che l’ha formato come professionista.

Forse il tecnico diventato manager aveva bisogno di staccare un po’, di rigenerarsi in un altro settore nell’attesa che diverse strade possano aprirsi in un futuro non ancora definito.

Mattia Binotto - ex team principal Scuderia Ferrari
Mattia Binotto, l’ex team principal della Scuderia Ferrari

Mattia Binotto: il presente si chiama Texa

L’ex team principal del Cavallino Rampante, circa un mese fa, è entrato nel consiglio di amministrazione di TEXA Spa, azienda leader nel settore della diagnostica per auto, moto e camion. A Binotto è stato affidato il coordinamento strategico della divisione E-Powertrain. 

Al di là dell’esperienza agonistica, che ho da sempre percorso nella mia vita, mi ha attirato in TEXA l’audacia strategica del suo progetto di costruire un’eccellenza italiana caratterizzata dalle tecnologie più avanzate della nuova mobilità”. Con queste parole Binotto aveva spiegato la sua decisione.

TEXA intende affermarsi come il canone tecnologico di riferimento a livello mondiale. E ciò grazie alla mobilitazione di ingenti risorse di investimento e all’attrazione dei migliori talenti da concentrare in Italia, cioè laddove esiste una formidabile cultura motoristica da preservare, rinnovare e adesso anche da rilanciare”, aveva rilanciato il n° del gruppo spiegando al mondo la scelta dello specialista.

Per il momento, quindi, le competenze accumulate da Binotto nella sua lunghissima carriera non saranno al servizio della F1. Evidentemente il professionista è alla ricerca di nuovi stimoli con i quali ricaricare le batterie e tornare all’ovile. E quell’ovile non sia la Ferrari, per carità! 

Si sta così bene sotto la gestione di Frédéric Vasseur, diciamolo. La Rossa viene da una doppietta esaltante che l’anno scorso, quando le scorie del management Binotto erano ancora fresche, potevamo sognarci. Siamo un pizzico cattivi? Si, lo siamo tanto a dire il vero. Ma di certo non siamo irrealistici. Sicuramente i tifosi si sentono meglio oggi che due anni fa, quando vissero la grande illusione iridata che esplose di colpo come il motore di Charles Leclerc a Barcellona. Rammentate?

Da quel momento fu chiaro che l’assegno in bianco che nel 2021 il tecnico aveva firmato era scoperto. I problemi alla power unit emersi in terra catalana non furono mai risolti. Inoltre, lo sviluppo della vettura fu bloccato per ottemperare alla politica dell’all-in sulle regole 2022. Un piano tattico smascherato presto in tutto il suo rumoroso fallimento. Red Bull progrediva e vinceva, Ferrari procedeva col passo del gambero. 

John Elkann e Benedetto Vigna, in uno slancio di lucidità tanto raro quanto efficace (ci sorprendiamo ancora per le mosse avvedute di quei due), decisero di accettare le dimissioni del team principal (che nessuno crede fossero spontanee) per poi affidarsi alla maestria di Frédéric Vasseur i cui metodi di lavoro stanno producendo frutti molto dolci.

La SF-24 ė una lontanissima parente della vettura 2023 che nasceva come l’estensione del management Binotto. Un paradigma fallimentare. Lo dice la storia, non Formulacritica. Vasseur ha impiegato un po’ di tempo per insegnare ai suoi collaboratori la sua visione. È rimasto deluso chi, reazionario irriducibile, sperava che il nuovo corso non generasse soddisfazioni. 

Carlos Sainz festeggiato dai suoi meccanici dopo la vittoria del Gp d’Australia 2024

Frédéric Vasseur ha spazzato via il modello di Mattia Binotto

Serviva solo del tempo per mettere in moto un meccanismo che i tifosi non vogliono che si interrompa subito come avvenne in quell’illusorio 2023. Siamo all’alba di una nuova era, cantare vittoria sarebbe da stolti e soprattutto da fessi. C’è però la certezza che la Ferrari, a differenza di altre realtà sportive, è percepita come un atollo solido, un approdo sicuro. Un inedito dopo anni di batoste.

La SF-24 ha risolto problemi che sembravano atavici e questo è successo perché si è avuto il coraggio di tagliare i ponti col passato, anche sul fronte tecnico.

Dopo l’addio di David Sanchez, uomo legato a Binotto, Vasseur ha dato fiducia a Enrico Cardile che sta ripagando con gli interessi l’apertura del manager di Draveil che, tra le altre cose, sta gestendo alla perfezione una coppia piloti che sotto l’italo-svizzero rischiava di scoppiare in mille scintille roventi. Ricordate Silverstone 2022? E Monaco dello stesso anno? 

Mattia Binotto arringa pubblicamente Charles Leclerc dopo il Gran Premio di Gran Bretagna 2022

Oggi, anche se Carlos Sainz vince da dimissionario, non ci sono musi lunghi dall’altro lato del box. Leclerc è sereno e lo è pure sapendo che l’anno prossimo dovrà vedersela con un osso durissimo che si chiama Lewis Hamilton. La trasparenza di Vasseur nell’amministrare la line-up è la chiave per la ritrovata serenità lavorativa. 

Quindi Binotto ha sbagliato tutto? No, non sarebbe corretto essere così categorici. Per esempio, la presenza di Carlos Sainz è un suo merito. Così come la promozione di Leclerc dalla Sauber alla Ferrari. Anche se forse fu decisiva la spinta di Maurizio Arrivabene che cedette il testimone nel gennaio del 2019.

Ottima mossa, questa, che da sola non basta a farci sentire la mancanza del buon Mattia a cui auguriamo il più felice dei destini in TEXA Spa. Sperando che resti lontano anni luce da Maranello per molto tempo ancora. Facciamo per sempre.


Crediti foto: Scuderia Ferrari

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