“La F1 (e la Ferrari su tutte) è sempre stata l’obiettivo e sapevo di dover arrivare subito a buoni risultati, già dalle serie minori, per poterci correre. Per arrivare ad avere un curriculum da poter vantare”. Così Mario Andretti riassume il suo legame viscerale con la Formula 1 e con la Rossa di Maranello. Un legame che lo ha portato, nel 1971, a conquistare la sua prima vittoria in Sudafrica, preludio a un percorso leggendario culminato nel titolo mondiale del 1978.
“L’emozione di arrivare al mio sogno più vero. E che continuerà a essere lo stesso. Posso dire che sento di essere nato per correre. E non riesco a smettere. La tentazione di mettermi alla guida c’è sempre. Ancora oggi a 85 anni”. Un amore incondizionato per le corse, che non si è mai spento. E che ora si rinnova con il progetto Andretti Cadillac, la scuderia che entrerà in Formula 1 nel 2026.

“Non si può prevedere il futuro. Ma vedo tanta passione ed energia positiva. Abbiamo dovuto lottare per poter entrare nel circus e questo ci sta motivando molto”.
Sul fronte dei piloti, Andretti spiega la scelta dei profili più esperti: “Per l’esperienza. Quando parti da zero con una scuderia hai bisogno di essere guidato. In questo caso da chi guida”.
Non manca uno sguardo al passato, e al rapporto con la Ferrari e il suo fondatore: “Io farò sempre il tifo per la Ferrari, comunque. Mi piace Leclerc, è un pilota capace. E arriverà il suo momento. Di Charles e della Ferrari, intendo”.
“Un uomo che era tutto per le sue auto – ha detto riferendosi al Drake – Uno come me, uno che pensa solo ai motori. Quando nel 1981 mi aveva chiesto di sostituire un pilota di F1 gli avevo chiesto di provare la vettura: ho fatto 87 giri e lui lì a guardarmi. Questo spiega tante cose”.
La sua visione della Formula 1 resta lucida, anche sul presente e il futuro della categoria: “Sarà un nuovo inizio, per i regolamenti nuovi che cambieranno le macchine. Sarà interessante vedere chi, tra team e ingegneri, arriverà prima ad adattarsi alle novità”.
E quando gli chiedono quale pilota, oggi, gli somigli, la risposta è tanto semplice quanto rivelatrice: “Nessuno!”
Crediti foto: Ferrari, Cadillac, F1
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