Luis Jamon e il complotto territoriale

Fernando Alonso ritiene che Hamilton sia stato salvato dalla FIA perché inglese. Basta un precedente per demolire una teoria assurda

Un incidente di gara (così lo ha valutato la direzione) è bastato per riaccendere vecchi rancori e tensioni mai sopite. Nella partenza della sprint race Fernando Alonso ha avuto la peggio. Stretto tra Hamilton e Lance Stroll non ha potuto evitare l’impatto col compagno di squadra che non ha lasciato strada.

Lewis, come normale che avvenga, aveva visto un varco nel quale si è infilato. Insomma, si parla di racer che fanno il proprio mestiere cercando di massimizzare le opportunità che la pista offre. C’è un punticino a disposizione? Quelli lottano e fanno di tutto per tenerselo. Basti vedere cosa è stato in grado di combinare Kevin Magnussen nei 19 giri della garetta nel disperato – e vano – tentativo di non mollare il punto dell’ottavo posto che per Haas significa soldi.

Come accade a ogni singolo contatto, da quelli più effimeri a quelli con conseguenze più serie, è scattata la corsa all’individuazione di un reo anche quando la direzione solleva i protagonisti da ogni responsabilità. Ad attivare il dolente e noioso giochino stavolta è stato Alonso.  

L’asturiano ha calibrato le parole in base all’area geografica a cui si rivolgeva. A Sky Italia, interpellato da Mara Sangiorgio, aveva espresso biasimo per la manovra di Hamilton. Semplici schermaglie mediatiche a cui siamo assuefatti.

Il “capolavoro” lo ha espresso alla stampa di casa sua, a quegli spagnoli non nuovi ad accendere polemiche iperboliche basate sul nulla cosmico. “È arrivato all’interno un po’ fuori controllo. Vedremo cosa decideranno, ma non faranno nulla perché non è spagnolo. Però ha rovinato la gara ad alcune persone. Soprattutto a Norris, che ha una macchina molto veloce ed è rimasto coinvolto in quell’incidente”.

Lando che tra l’altro è stato toccato dalla Aston Martin di Stroll. “Dettaglio” che, nella furia verbale celata dietro una pacatezza algida, è “sfuggito” a un Alonso che qua a Miami sembra la versione sbiadita di se stesso. Nella speranza che questo giudizio, piuttosto oggettivo considerando quel che si è visto finora, non accenda l’ardore di qualche osservatore.

F1 - Fernando Alonso e Lewis Hamilton
Fernando Alonso (Aston Martin) e Lewis Hamilton (Mercedes AMG Petronas F1 Team)

Alonso – Hamilton: il complotto di cui non sentivamo l’esigenza

Le parole di Alonso sono stonate, inutile ricorrere a descrizioni di comodo e a buonismi democristiani. Accusare il rivale è lecito, è un punto di vista rispettabile. Buttarla in caciara con accuse geografiche, anzi geopolitiche, è assurdo. E pure abbastanza ridicolo. 

Comprensibile la frustrazione di Nando per l’epilogo della giornata, meno le motivazioni che adduce nella sua filippica. Il vento antispagnolo non esiste, è una percezione distorta e pericolosa. Che di certo non fa bene a una Formula Uno in cui non mancano le polemiche

Ben vengano i commenti accesi, fanno parte dello show, ma che almeno siano basati su qualcosa di concreto. Per smontare una teoria sbilenca verrebbe da ricordare l’epilogo del GP di Abu Dhabi 2021. In quella circostanza ci è sfuggito che Michael Masi fosse inglese e non australiano e che l’alfiere della Mercedes si chiamasse Luis Jamon. Forse così si spiegano certe scelte… Facciamoci una risata, è meglio.


Crediti foto: F1

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