Analisi telemetria Qualifiche Gp Giappone – Dopo i tre turni di prove libere, al di là delle tante interruzioni causate dalle bandiere rosse, la McLaren era emersa come il soggetto forte. Ci si attendeva, quindi, che le MCL39 dettassero legge nelle qualifiche del GP del Giappone. Ma Lando Norris e Oscar Piastri, rispettivamente secondo e terzo al termine della Q3, non avevano fatto i conti con un Max Verstappen clamoroso, in totale stato di grazia.
Quella dell’olandese è un’ulteriore variabile impazzita in un gran premio al quale si arriva senza che nessuno abbia provato concretamente il passo gara. Inoltre, la pioggia attesa per la notte, renderà la pista nuovamente green. Un aspetto da considerare con attenzione su una Suzuka che non premia chi corre in aria sporca. Ma andiamo per gradi e osserviamo cosa ha detto il tiratissimo turno del sabato.
Gp Giappone, qualifiche – L’analisi di Luca Baldisserri
Il primo elemento da sottolineare è la prestazione di Isack Hadjar che, nonostante alcune difficoltà di cui si è lamentato in Q1, è emerso alla distanza chiudendo con un super settimo tempo, mentre Liam Lawson, reduce dalla fulminea esperienza in Red Bull, chiude in P14 (diventata P13 dopo l’arretramento per impeding di Carlos Sainz ai danni di Lewis Hamilton, ndr). Il talento dell’academy Red Bull riesce a tenere dietro Lewis Hamilton, una delle delusioni del turno di qualifica. Il britannico, che ha ammesso finalmente che la SF-25 gira ad altezze dal suolo non consone (leggi qui), stacca di poco Alex Albon e soprattutto un superlativo Oliver Bearman che piazza la Haas VF-25 in decima piazza. Risultato che prende ancora più valore considerando la diciottesima posizione finale del più esperto Esteban Ocon.
Ma ora concentriamoci sul raffronto tra il giro del poleman Max Verstappen effettuato col tempo di 1.26.983 e quello della prima Ferrari, quella di Charles Leclerc, chiuso con il crono di 1.27.299. 316 millesimi di differenza tra la RB21 e la SF-25. Ecco dove sono stati accumulati.
Quella di Verstappen è una pole storica. Si tratta della quarta a Suzuka. Un giro che dà quasi la sensazione di essere venuto dal nulla per come è stato costruito. McLaren è probabilmente la vettura da battere perchè Norris e Piastri hanno messo insieme i primi due settori più veloci. Il miglior T3 è appannaggio di Max che fa un capolavoro alla Casio Triangle. In basso, scorrendo la gallery, è possibile osservare il parallelo tra le migliori performance degli alfieri del team di Woking e il dettaglio nei singoli settori.

Gp Giappone 2025: il confronto tra Verstappen e Leclerc
Partiamo col dire che Charles Leclerc si è reso protagonista di un’ottima prestazione e che in Q1 e Q2 era in linea con i livelli espressi da Max. Questi però, ha dato quel qualcosa in più nel momento topico.
Osservando il grafico in basso è possibile verificare, nella quarta riga, la differenza cronometrica tra i due. Charles parte bene ma accumula gap via via che il giro scorre. Nella prima riga abbiamo le velocità, nella seconda l’apertura dell’acceleratore, nella terza i giri motore.
In un’analisi dei dati solitamente ci si concentra sulle aree ove si perde terreno. Appare chiaro che la SF-25 n°16 lasci qualcosa nella zona del tornantino Hairpin (Curva 11). In quella stretta piega Max riesce, soprattutto in frenata, ad avere una prestazione migliore. Alla Spoon Curve (Curve 13-14) la situazione è più o meno simile tra i due. Laddove l’olandese fa la vera differenza è all’ultima chicane dove frena molto tardi e riesce ad avere un cambio di direzione superveloce che gli permette di aprire presto e di scaricare al meglio la potenza confezionando un settore tre di altissimo livello.

Verstappen vs Leclerc: settore 1
Passiamo all’analisi dei singoli settori. Nel T1, in termini di velocità sul rettilineo (parte alta della curva nella prima riga), i due sono molto vicini con un delta di poco meno di due chilometri alla Curva 1, con Leclerc in vantaggio velocistico. In Curva 1 Charles riesce a staccare addirittura un poco dopo Max. Il delta time lo conferma. È ipotizzabile che Verstappen resti con una marcia di differenza. Max ha una marcia più lunga perché i giri motore di Leclerc sono superiori.
Alle Esse la Ferrari si comporta bene almeno fino alla 4. Il delta time lo conferma. La linea tratteggiata rappresenta lo zero e si vede che il monegasco è in vantaggio. Alla 6 il primo calo visibile, dove la Rossa n°16 è più lenta in ingresso. Si tratta della piega più lenta delle Esse che anticipa la curva più lunga, la 7. In questa sezione Leclerc frena di più per evitare che si attivi troppo sottosterzo facendo scivolare la macchina verso sinistra.
Nella sette il ferrarista molla un pochino. Si può apprezzare ciò in quella “V” descritta dalla linea gialla nella seconda riga evidenziata dalla freccia bianca (grafico in basso). In quel segmento Max è a tavoletta, mentre Charles alza il piede per rimettere la monoposto in carreggiata. Leclerc ha del sottosterzo che viene compensato da un colpo di acceleratore per ridurre una variazione di carico longitudinale, un pitch sulla vettura che gli consente di portare un po’ di grip all’asse anteriore. Nella 6-7 Leclerc perde quindi più di un decimo, quasi due. E così termina il primo settore che Max completa in 30,387 mentre Leclerc fa in 30,535: poco meno di due decimi di delta time.

Verstappen vs Leclerc: settore 2
Il T2 è quello che va dall’uscita di Curva Sette per concludersi dopo la Spoon Curve (13-14). Questo tratto, altamente tecnico, oltre a presentare delle variazioni altimetriche, comprende il tornante Hairpin che ha dato particolare fastidio a Leclerc. Alla 11 non è chiaro quanto i due piloti frenino poiché i dati a nostra disposizione non forniscono la parzializzazione del pedale sinistro, ma il fatto che ci sia una perdita di tempo lascia immaginare che Max sia riuscito a mollare l’acceleratore un po’ prima frenando complessivamente di meno perché la quantità di velocità che riesce a portare nell’ultima parte di questa curva molto lenta gli consente di guadagnare parecchio tempo. Ricordiamo che nelle curve lente un chilometro orario di differenza incide molto di più sul cronometro rispetto ad avere lo stesso singolo chilometro orario in una curva che si affronta a 250 km/h.
Nel caso di specie Max riesce a guadagnare nella parte finale della frenata senza perdere in accelerazione. Spesso vediamo che i piloti che entrano in curva con tanta velocità “si giocano” l’uscita. Non è questo il caso. Solitamente all’Hairpin si punta a perdere qualcosa in ingresso per poi uscire meglio e non lasciare terreno sul tratto full gas che segue. Max invece ha guadagnato in ingresso per non perdere in uscita.
Nell’abbrivio prima della Spoon, Charles arriva con l’ottava marcia come si può vedere dai giri motore che calano, mentre Max tira la settima mantenendo il regime più elevato. Lo svantaggio potrebbe essere rappresentato dal fatto che il monegasco deve fare due downshift prima della Spoon. In questo tratto si marca un’altra differenza netta: Leclerc non molla del tutto il freno. Verstappen, invece, frena più duramente alzando completamente l’acceleratore facendo “pitchare” la macchina sull’asse anteriore in modo da avere più carico.
Il quattro volte iridato riesce a entrare più veloce per poi essere più conservativo tra le due curve che compongono la Spoon. Ma in uscita ha molta più velocità che “spara” nel rettilineo di ritorno. Anche qui, in ogni caso, non c’è molta differenza nel delta time. Nel complesso la RB21 non guadagna in questa doppia curva sinistrorsa. Due interpretazioni di guida che portano a differenze esigue.

Verstappen vs Leclerc: settore 3
Passiamo all’ultimo tratto dell’iconico circuito nipponico in cui Max ha fatto nettamente la differenza. Il tratto in questione comprende la 130R (15) e la Chicane finale. Nella 130R si va in pieno e, col carico massimo di carburante, in gara, qualcuno potrebbe leggermente alzare il piede destro. Cosa che non succede in qualifica dove tutti vanno flat out.
Vedendo al punto topico, la Hairpin, Verstappen fa la differenza visto che, da calcoli effettuati, riesce a frenare ben 15 metri dopo Leclerc, che è tantissimo. Max stacca in maniera decisa rispetto a Charles che, da par suo, preferisce essere più conservativo per andare sull’acceleratore con un piccolo “kick” tra le due curve prima del cambio di direzione, come si può vedere dal grafico in basso (linea gialla).
Max è molto deciso in entrata e riesce ad affrontare il cordolo della prima a destra in maniera perfetta. Questo gli consente di essere posizionato bene sulla sinistra anche se probabilmente è un po’ troppo sul lato mancino perché l’uscita è più lenta. Ma quello che guadagna in ingresso è clamoroso come mostra il delta time nella quarta riga del grafico.
In uscita dalla 16 Leclerc è migliore ma ciò non basta per eguagliare il tempo del rivale olandese: 17,241 per Max; 17,412 per Charles. Oltre un decimo nella sola Chicane. Probabilmente Verstappen ha studiato con vari tentativi come affrontare questa parte lenta ben sapendo che lì poteva fare una differenza enorme. Nell’ultimo giro ha messo tutto insieme facendo una prestazione eccezionale.

Si conclude così l’analisi telemetrica dei push lap di Verstappen e Leclerc. Abbiamo visto una qualifica emozionante che ha mostrato una Ferrari purtroppo ancora indietro. I 3,5 decimi accusati da Leclerc sono incoraggianti perché forse ci si attendeva un gap leggermente più elevato. Hamilton sicuramente sottotono visto che non ha mai mostrato gran sprazzi durante le Q. Il britannico, cosa abbastanza strana, ha iniziato con le gomme Medie (mescola C2) in Q1 ma non ha avuto mai gran velocità nell’arco del turno del sabato.
Le previsioni danno pioggia al mattino e c’è alta probabilità che la pista possa essere umida a inizio gara. Nessuno ha provato una simulazione del passo gara, se non qualcosa nelle Fp1, ma la pista si è molto evoluta durante le sessioni e quindi domani sarà un punto interrogativo. Da sottolineare che è stato totalmente asfaltato il settore che mette più in crisi le gomme, ossia il primo. Quindi non dovrebbe esserci un alto degrado.
L’incognita bagnato mescolerà le acque, lo abbiamo visto a Melbourne. La gara si prospetta interessante specie se le condizioni della pista non saranno perfette. Cosa che potrebbe evitare di far emergere la McLaren che resta la favorita perché, osservando le potenziali prestazioni in qualifica di Norris e Piastri, sarebbero potuti essere davanti a tutti.
Crediti foto: Formulacritica
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Ottima analisi e ben dettagliata, che spiega chiaramente come si sono svolte le qualifiche, ed il perche’ della pole position ottenuta da Max Verstappen.