La Mercedes W16 sarà la prima vettura non guidata da Lewis Hamilton dal lontano 2012, quando a rappresentare i colori della scuderia, insieme a Nico Rosberg, c’era Michael Schumacher. Il 2025 potrebbe essere un anno di svolta e non di transizione per gli ex campioni del mondo che, nell’ultima stagione dell’attuale quadro regolamentare, vogliono dimostrare di aver capito come tornare competitivi e rientrare tra i pretendenti al titolo.
Il bottino della Stella a Tre Punte negli ultimi tre anni è stato assai magro: quattro vittorie totali, una nel 2022 con la sobbalzante W13 e tre in questo 2024 che si avvia verso la conclusione. Paradossalmente, proprio nella stagione in cui non hanno ottenuto una singola vittoria, sono riusciti a piazzarsi al secondo posto.
Al di là di queste statistiche, le vetture prodotte dalla casa di Brackley si sono dimostrate incapaci di adattarsi pienamente alle regole basate sull’effetto suolo. Coloro che fino al 2021 erano il punto di riferimento sono diventati improvvisamente inseguitori, incapaci di risolvere del tutto problemi che si trascinano ormai da troppo tempo.
Il 2025, però, non è considerato solo un anno di transizione: potrebbe infatti essere una stagione di opportunità, poiché le squadre, a un certo punto, cominceranno a ragionare in chiave 2026. Mercedes intende inserirsi in questo contesto per provare a sviluppare una macchina subito veloce, poiché non ci si aspetta che i team spingano al massimo sugli sviluppi.

Mercedes W16: la base da cui ripartire è la correzione dei difetti della W15
Il metodo più semplice e forse efficace per impostare un nuovo progetto è evitare di ripetere le problematiche che attanagliavano il modello precedente. Superare le difficoltà per creare una base più solida da far evolvere già prima dell’inizio della stagione è l’obiettivo. Siamo abituati a vedere le vetture di Formula 1 presentate nella prima quindicina di febbraio, prima che vengano portate in Bahrain per i test invernali. Il momento della presentazione segue un lungo lavoro di affinamento che parte da molto lontano.
La W16 è già in buono stato di avanzamento, anche se ovviamente non tutti i dettagli sono definiti. Le linee guida sono state impostate, e ciò che si sta facendo in pista nelle ultime gare serve a testare concetti che probabilmente vedremo nel modello 2025.
Andrew Shovlin, direttore di pista della Stella a Tre Punte, ha fatto il punto della situazione. L’ingegnere ha ammesso che anche gli ultimi aggiornamenti portati ad Austin, in seguito a quelli introdotti a Spa-Francorchamps (dove il nuovo fondo non aveva del tutto convinto), non sono stati in grado di migliorare alcuni aspetti ancora deficitari. Ma era prevedibile.
Il problema principale con cui Mercedes sta facendo i conti è quello delle curve a bassa velocità, specialmente quando queste si susseguono. La W15 soffre nelle fasi che richiedono molta rotazione dell’auto, e questo è proprio l’aspetto su cui si sta lavorando intensamente in vista del 2025.
Un’altra difficoltà storica con cui Mercedes si confronta nell’attuale generazione di monoposto è la mancanza di carico sull’asse posteriore, che ha influito molto sullo stile di guida di Lewis Hamilton che spesso si è lamentato del retrotreno instabile in relazione a un avantreno più reattivo.
Anche se il sette volte campione del mondo non sarà presente in squadra nel 2025, questa difficoltà va superata per concedere maggiore feeling a George Russell e al debuttante Andrea Kimi Antonelli, che avrà bisogno di una macchina affidabile e priva di comportamenti imprevedibili come quelli riscontrati a Monza nell’incidente alla Parabolica.
Shovlin ha ammesso che i nuovi aggiornamenti introdotti all’inizio del triple-header conclusosi con il Gran Premio del Brasile non erano pensati per superare queste difficoltà, ma per migliorare le prestazioni, cosa in cui i tecnici pensano di essere riusciti, anche se non si sono visti miglioramenti cronometrici significativi. L’obiettivo, forse, era proprio quello di individuare una base da cui ripartire in vista del 2025.
Interessante è stato il commento di Shovlin ai canali ufficiali del team, dove ha affermato che ci sono elementi con cui prendere confidenza per poi perfezionarli con la W16. I difetti emersi sulla W15 non riguardano solo l’aerodinamica, ma anche la meccanica. Nelle curve a bassa percorrenza, che impongono immediati cambi di direzione, sono infatti le sospensioni a dover lavorare di più, dato che in quelle condizioni il fondo è più alto, contribuendo meno alla generazione del carico e alla dinamica del veicolo.
Per questo è necessario un retrotreno stabile anche dal punto di vista meccanico, che permetta di scaricare meglio la potenza a terra. È un obiettivo che la McLaren, per esempio, sembra aver già raggiunto, e la MCL38, che condivide alcune parti meccaniche con Mercedes, è un punto di riferimento che la squadra di Brackley vuole seguire per colmare il divario con i leader.

La Mercedes W16 può contare su una W15 in versione laboratorio nel finale di stagione
Mentre il futuro prende forma, l’unica certezza per gli ingegneri di Mercedes è quella di utilizzare questo finale di mondiale non per cercare prestazioni pure o punti in classifica – ormai il quarto posto è consolidato e il terzo, occupato dalla Red Bull, è irraggiungibile – ma per fare esperimenti in favore del sano sviluppo della W16.
Shovlin ha chiarito queste intenzioni, affermando che le ultime tre gare serviranno per valutare le prestazioni e confermare che i cambiamenti previsti per il 2025 già presentano miglioramenti sul modello attuale. Ecco perché non si guarda tanto il cronometro, quanto il comportamento della vettura, che in questa fase è ciò che conta davvero.
Las Vegas, con i suoi lunghi rettilinei e curve a bassa velocità, rappresenta un ottimo banco di prova per raccogliere dati aerodinamici e meccanici. Una situazione simile si troverà nel terzo settore di Abu Dhabi, caratterizzato da curve lente in sequenza, che mettono sotto stress il progetto 2024. Losail, in Qatar, sarà una pista di compendio, con un mix di caratteristiche su cui Mercedes conta di verificare i progressi.
In definitiva, la W15 è un laboratorio itinerante, uno strumento operativo con cui si sacrificano le prestazioni per arrivare più forti alla partenza del prossimo mondiale, che a Brackley non vogliono considerare come un semplice anno di transizione in attesa del nuovo regolamento.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team
Illustrazioni: Chiara Avanzo