La Ferrari rappresenta molto più di una semplice scuderia: è un’icona, un simbolo di prestigio, tradizione e passione. È essa stessa la storia della Formula Uno avendo preso parte a ogni singolo mondiale dal debutto del 1950.
Continuità e cultura sportiva, caratteristiche sublimate dal simbolismo espresso dal Cavallino Rampante e dalla tipica tonalità di rosso che vediamo sulle auto di produzione e sulle vetture che sfrecciano nei circuiti che compongono il calendario.
Il cambio cromatico annunciato per il Gran Premio di Miami 2024, sia sulle monoposto che nell’abbigliamento tecnico dei piloti e dei meccanici, ha scatenato più di un contrasto tra le solite fazioni che polarizzano il giudizio: entusiasti del nuovo contro reazionari convinti.
Maranello, con quel tocco di azzurro, o di blu, interpretatelo come vi pare, voleva ripercorrere la mitica epopea del North American Racing Team (qui la storia). In realtà, accusateci pure di essere irriverenti e spoetizzanti, sembra più un assist volontario allo sponsor che si è insinuato anche nel nome del team: HP.
L’accento predominante sul logo Hewlett-Packard è evidente. La Ferrari ha mollato un po’ della sua identità in favore di interessi commerciali. Ci sta, per carità. Nessuno cade dal pero, è il business. Ma ditelo chiaramente, se ne uscirebbe meglio e in maniera più coerente.
Il logo HP, replicato all’infinito sulla carrozzeria della SF-24, si abbina a tutto l’azzurro di contorno che, guarda caso, è il colore sociale dell’azienda leader nella produzione di computer e affini. Più che la N.A.R.T. sembra che sia stato lo sponsor a orientare le decisioni estetiche della scuderia italiana.
Ancora, la scelta di presentare questa nuova livrea proprio per il Gran Premio di Miami, una delle tappe più “glamour” e mediaticamente esposte del calendario di Formula 1, sembra essere un tentativo di sfruttare l’atmosfera per attirare l’attenzione su un accordo per il quale HP ha sborsato un pacco di soldi e che deve generare subitanei ritorni di immagine.
Insomma, ve lo starete chiedendo pure voi: questa nuova livrea rappresenta veramente la volontà di ricordare la N.A.R.T. di Luigi Chinetti o è solo un tentativo sdrucciolevole di mascherare un accordo commerciale dietro la potenza evocativa della storia?
Quesito inevaso e al quale la Ferrari non risponderà mai. Poco male, dovrebbe trattarsi di una livrea “one-off” abbandonata già nella prossima gara. Ciò che resterà, invece, sarà la foltissima schiera di marchi HP che certamente sono meglio evidenziati dall’azzurro (poco N.A.R.T. a dire il vero) nel weekend del debutto.
Crediti foto: Scuderia Ferrari
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