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Home Editoriali

Attento Max, Liberty Media non è soddisfatta

I dati relativi all’audience che emergono dagli Stati Uniti preoccupano Liberty Media. E se la proprietà non è soddisfatta a rischiare è chi causa il malessere: il dominio Red Bull - Verstappen  

Diego Catalano by Diego Catalano
18 Marzo 2024
in Editoriali, F1, News
Tempo di lettura: 4 minuti
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Max Verstappen - Oracle Red Bull Racing

Max Verstappen - Oracle Red Bull Racing (crediti foto: (Getty Images)

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L’impalcatura scricchiola. Dopo anni di crescita felice, è giunto il momento dell’inversione di tendenza. Lo avevamo sottolineato recentemente: la F1 di Liberty Media non tira più in Italia. Difensori d’ufficio e avvocati non richiesti s’erano sperticati in tenaci difese che mostravano (senza dati probanti) che altrove i numeri sorridevano ai dirigenti. Padre tempo, direbbe qualcuno.

No, le cose non vanno affatto bene. La F1, in un processo che dura da quando John C. Malone e Greg Maffei sono scesi in campo, tende inesorabilmente a spostare il suo baricentro: dall’Europa a nuovi e più floridi mercati. Tra questi, chiaramente, c’è quello americano in cui la redditività media di un tifoso è più elevata di quella europea. In parole semplici: potenzialmente un appassionato statunitense ha più soldi da spendere di uno europeo. E questa cosa piace da morire a Liberty Media che ha iniziato a spostare il Circus nel suo paese d’origine.

Tre gare, tra cui quella che definiscono la più bella e importante del calendario (Las Vegas), e soprattutto una serie di provvedimenti che hanno reso la F1 un ibrido con all’interno molti elementi di quelle che sono le serie tipiche d’oltreoceano. Per supportare questo cambio di paradigma la F1 ha implementato una politica a tre pilastri basata sul meccanismo dell’ATR, una specie di balance of performance normativo, sul budget cap e sulle regole tecniche che avrebbero dovuto produrre auto più semplici da guidare. Ciò con l’obiettivo di generare una categoria più imprevedibile e nemica dei domini. E invece…

Red Bull
Il team Red Bull festeggia la doppietta nel Gp dell’Arabia Saudita

Il dominio Red Bull mette in crisi il modello Liberty Media

La luna di miele è finita. O quanto meno va avanti col falò della passione che si è trasformato nella debole fiamma di un accendino usa e getta. La verità è semplice e brutale: gli americani ne hanno le scatole piene di una Formula Uno monocolore. E i dati d’ascolto lo indicano chiaramente. Vediamoli.

Quando il Circus correva a Jeddah si disputavano anche gare della NASCAR e della IndyCar. 920000 gli spettatori che hanno seguito il Gran Premio d’Arabia Saudita , 975000 quelli della IndyCar e oltre 4 milioni si contatti per la NASCAR. Categoria, quest’ultima, che ha visto un incremento del 20% rispetto al medesimo evento del 2023. Sono le ruote scoperte a boccheggiare: la IndyCar ha perso il 18% degli spettatori, la F1 il 40! 


La F1 non si confà allo stile americano

Dopo il 2021, il campionato deciso sulla sirena finale, Max Verstappen ha vinto 36 gare su 46. Red Bull ne ha lasciate solo sei alla concorrenza: cinque nel 2022 (quattro alla Ferrari e una alla Mercedes) e una l’anno scorso: il Gp di Singapore andato a Carlos Sainz.

Queste tendenze scoraggiano un pubblico abituato all’alternanza. Liberty Media è conscia di questa caratteristica e per questo aveva teorizzato una serie imprevedibile. Che nei fatti è fallita miseramente. E le indicazioni emerse nelle prime due gare non sono affatto confortanti.

Red Bull RB20 - Max Verstappen
Max Verstappen, Red Bull RB20 – Gp Arabia Saudita 2024

L’american style è stato spiegato da Kyle Busch, pilota NASCAR, con una metafora molto efficace: “La NASCAR è come quando con un gruppo di amici vai al bar, ordini delle birre e te la spassi nel locale – si legge sulle colonne di Formulapassion – La F1 è come brindare delicatamente con due bicchierini di cristallo con dentro lo champagne, facendo attenzione a non versarne una goccia e a tenere in alto il mignolo mentre lo bevi”. Come dargli torto…  


Liberty Media studia il cambiamento ad personam

Liberty Media non può far altro che tollerare a denti stretti questa situazione nella quale si è ficcata da sola e dalla quale, forse, potrà uscire solo nel 2026, anno della grande rivoluzione tecnica che potrebbe realizzarsi anche per spezzare l’imperio della Red Bull. Nel ’26 tutto muta ed è forte la sensazione che il nuovo contesto operativo serva anche per arginare la forza di chi ora sta dominando senza ostacoli. 

I campioni del mondo rischiano di vedere diventar molle il solido terreno che oggi hanno sotto i piedi. A Milton Keynes, mentre scrivono altri  record, si insinua una strisciante ansia da cambiamento. Un sentimento tipico di chi si trova in una condizione di comoda superiorità e deve fronteggiare uno stravolgimento di scenario sul quale ha poche facoltà di controllo e al quale deve adeguarsi cercando di non perdere lo status raggiunto a fatica. 

Red Bull vince e domina, ma le basi su cui ha fondato l’egemonia potrebbero presto crollare per aprire ad un nuovo contesto che potrebbe essere di difficile lettura. Power unit e aerodinamica saranno le macroaree oggetto di profonda revisione. Se sul fronte motoristico ne sappiamo di più perché i legislatori hanno di fatto delineato le regole tecniche, più fumoso è l’orizzonte relativo alle norme che riguardano i principi aerodinamici. 

Max Verstappen - Oracle Red Bull Racing
Max Verstappen – Oracle Red Bull Racing

Si sa solo che l’obiettivo è quello di favorire l’ambito attivo per soddisfare l’abbassamento dei consumi aumentando l’efficienza generale del mezzo. Ma sul tramite ci sono ancora dubbi e perplessità che sono oggetto di round infuocati all’interno delle riunioni della F1 Commission. Chris Horner avrebbe desiderato che tutto fosse rimasto così com’è oggi. Perché?

A detta sua per favorire il bilanciamento delle prestazioni per arrivare ad una categoria più combattuta ed entusiasmante. La chiave per restringere il campo, dunque, sarebbe la continuità regolamentare che ha portato alla battaglia del 2021.

Liberty Media non ne vuole sapere e ha commissionato alla FIA un nuovo stravolgimento che sembra un provvedimento ad personam. Forse per questa ragione Max Verstappen ha preteso una clausola rescissoria che potrebbe attivarsi proprio in vista del 2026, quando Red Bull potrebbe non essere più una realtà accattivante e utile per proseguire in una striscia pazzesca di vittorie. Attento Max, Liberty Media il tuo dominio proprio non lo sopporta più.


Crediti foto: Liberty Media, Oracle Red Bull Racing, F1

Tags: F1Gp AustraliaLiberty MediaMax Verstappenslider
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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