Se Lando Norris ha ricevuto dei fischi dal pubblico di Città del Messico appena dopo la sua vittoria al Gran Premio, il rapporto tra il pilota della VCARB, Liam Lawson, ed il Messico si è incrinato ancora di più a causa di un incidente che avrebbe potuto causare delle vittime.
Il neozelandese già fu beccato dai fischi del pubblico lo scorso anno essendo stato “l’usurpatore” del sedile dell’eroe di casa, Sergio Pérez. Seppure il driver di Guadalajara non era presente in griglia quest’anno, le tribune dell’impianto messicano erano stracolme. Pérez, com’è noto, tornerà a gareggiare già dal prossimo anno con la Cadillac.
L’incidente fra Liam Lawson e i commissari
Al giro 3, Liam Lawson completa il giro di rientro dopo il cambio gomme viaggiando a velocità ridotta. I commissari di pista, volontari locali coordinati dall’OMDAI (l’ACI messicana), ricevono l’ordine di entrare in pista per rimuovere i detriti solo dopo il passaggio di tutte le auto. Tuttavia, un errore di comunicazione tra direzione gara e pista fa sì che non si registri immediatamente il rientro fuori sequenza di Lawson.
Due commissari attraversano diagonalmente la pista, raccogliendo i frammenti. L’ordine di revoca arriva troppo tardi. Lawson entra in curva 1 e li individua a meno di 50 metri. Frena bruscamente, sterza a destra e riduce la velocità del 38% rispetto al giro precedente. L’auto passa vicinissima gli addetti alla pista.
Alla radio, Lawson urla: “Ma che diavolo? Mio Dio, state scherzando? Avrei potuto ucciderli, amico! È inaccettabile”. Le immagini dalla telecamera dell’onboard e i filmati amatoriali mostrano l’ingresso improvviso dei commissari e le bandiere gialle doppie esposte solo all’ultimo istante.

La reazione immediata della FIA
La FIA emette un comunicato ufficiale dopo poche ore ammettendo l’errore di comunicazione: i commissari erano stati allertati e messi in attesa; l’ordine è stato revocato non appena identificato il rientro di Liam Lawson, con bandiere gialle doppie esposte, annunciando un’indagine interna per chiarire le responsabilità e prevenire recidive.
Durante la gara, i commissari, incluso un rappresentante messicano, non hanno aperto un’inchiesta sull’eventuale comportamento pericoloso di Lawson. Secondo alcune fonti, dei funzionari FIA si sono scusati, privatamente, per l’accaduto con il pilota nel motorhome della Racing Bulls. L’episodio non è stato trasmesso in diretta dalla Formula 1, ma è emerso tramite immagini di bordo e filmati amatoriali.
Dopo la corsa, il neozelandese dichiarerà: “Ho visto due persone correre in mezzo alla pista. Non l’avevo mai visto prima. Il team chiederà spiegazioni alla FIA, non può succedere di nuovo”.
L’OMDAI contro Lawson
Ieri, l’OMDAI ha pubblicato un rapporto dettagliato con fotogrammi dalla telecamera di bordo di Liam Lawson. Accusa il pilota di non aver rallentato sufficientemente sotto bandiere gialle doppie e di non aver deviato la traiettoria, mantenendo la linea di gara standard nonostante la visibilità dei commissari. Sottolinea anche che la Racing Bulls lo aveva avvisato via radio delle bandiere gialle e dei detriti.

La posizione dell’OMDAI appare difensiva, volta a proteggere i commissari volontari locali. Tuttavia, contraddice la valutazione FIA: i commissari di gara non avevano ravvisato irregolarità durante la corsa e il rapporto ufficiale puntava sull’errore di coordinamento. I dati della telemetria hanno confermato il rallentamento del 38%. Secondo il regolamento, le doppie bandiere gialle non sono adatte per la presenza di personale in pista e sarebbe stato consono una Safety Car o una Vitual Safety Car. L’indagine federale rimane aperta, senza però aggiornamenti pubblici. Alcuni fonti prevedono che si punterà su protocolli di comunicazione, con possibili linee guida più rigide per auto fuori sequenza.
L’episodio evidenzia la vulnerabilità nella sicurezza della serie. Ricorda incidenti passati e solleva interrogativi su tecnologie come sensori automatici per tracciare auto nei pit-stop. Per Lawson, si tratta di un ulteriore trauma in una stagione altalenante. Un errore di sistema trasformato in polemica nazionale, con Lawson al centro di accuse ritenute ingiustificate dalla maggior parte degli osservatori.
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Crediti foto: Red Bull Content Pool, OMDAI, F1TV
 
			 
					





