Liam Lawson, il pilota neozelandese che si prepara a sostenere l’esame più duro della sua carriera, ossia correre accanto a un felino insaziabile come Max Verstappen, ha recentemente condiviso in pubblico un pezzo significativo della sua storia personale, rivelando quali sono le figure che hanno influenzato il suo percorso nel motorsport.
Lewis Hamilton: il primo eroe di Liam Lawson
Suona un po’ strano visto che Liam sarà un alfiere della Red Bull, ma il primo punto di riferimento del ventiduenne di Hasting è stato Lewis Hamilton di cui ha seguito con passione sue gare. “Quando ero piccolo, mi piaceva guardare Lewis Hamilton. Era il mio eroe. Ho letto il suo libro e l’ho visto correre in Formula 1 dal 2010 in poi”, ha dichiarato Lawson in un’intervista al sito ufficiale della Formula 2.
Hamilton, con il suo carisma e a suon di vittorie ottenute tra McLaren e Mercedes, ha rappresentato per Lawson il modello ideale nei suoi primi anni di avvicinamento alla Formula 1. Nonostante il forte legame con la Red Bull – team che Lawson rappresenterà nel 2025 e nella cui accademia si è sviluppato come professionista – il giovane conducente ammette di aver tifato per Hamilton nella sua infanzia. Red Bull, in ogni caso, è il gruppo che ha individuato come riferimento in termini di team.
L’evoluzione di un giovane appassionato
Con il passare del tempo, le influenze di Lawson hanno iniziato a prendere una piega più “locale”. Dall’ammirazione per il britannico Hamilton – che comunque non è scemata – Liam ha puntato lo sguardo a piloti della sua terra, quella Nuova Zelanda che ha dato i natali a leggende come Bruce McLaren e Denny Hulme.
Ma non solo. Piloti come Mitch Evans e Nick Cassidy, protagonisti della Formula E, e Marcus Armstrong, promessa della IndyCar, hanno alimentato l’orgoglio neozelandese nel panorama internazionale dei motori.
Tra queste figure, Richie Stanaway ha avuto un ruolo cruciale nel plasmare la visione di Lawson. “Una volta che sono cresciuto e ho capito di più sulle corse, in particolare sulla Formula 1 e sulle categorie propedeutiche, ho iniziato a vedere molto di più i piloti neozelandesi. Penso che Richie Stanaway fosse qualcuno a cui volevo assomigliare. L’ho visto correre dal vivo e sono rimasto impressionato dal suo modo di guidare”, ha spiegato Lawson.
Stanaway è un pilota che ha brillato nella GP2 ma non è mai riuscito a fare il salto in Formula 1. Nonostante ciò è stato un’ispirazione diretta per Lawson. Le sue prestazioni, unite alla possibilità di vederlo dal vivo, fattore che ha fatto la differenza, hanno lasciato un’impronta indelebile nel giovane Liam che si è ispirato alla resilienza del suo idolo. Lawson ricorda Stanaway non solo come un pilota da ammirare, ma anche come una figura di riferimento a livello tecnico, avendo lavorato con uno degli stessi professionisti che lo hanno seguito.

Tra punti di riferimento neozelandesi e l’ammirazione non celata per Lewis Hamilton, per Lawson è giunto il tempo di confrontarsi con il pilota più veloce di questa fase storica della Formula 1. Max Verstappen sicuramente diventerà un modello cui ispirarsi per provare in un’operazione veramente ardua: batterlo in pista a parità di monoposto, per giunta e in un team costruito sulle caratteristiche dell’olandese.
D’altro canto, l’ex VCARB sa di dover fare da spalla considerando che Helmut Marko, ossia chi l’ha voluto in Red Bull, ha detto che l’obiettivo è rimanere entro un gap di tre decimi di secondo dal capofila quattro volte campione del mondo. E anche questa cosa non sembra di semplice realizzazione vista la cifra tecnica che Max è riuscito a mostrare negli ultimi anni.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Oracle Red Bull Racing, VCARB