Il Gran Premio del Belgio si è rivelato un vero calvario per Lewis Hamilton. Tra topiche personali, condizioni meteo avverse e prove tecniche inerenti una sospensione inedita, l’inglese ha dovuto affrontare un weekend davvero impegnativo. Quello che sembrava un disastro annunciato dopo le qualifiche del sabato si è però trasformato in una dimostrazione di classe nella gara domenicale, dove il pilota Ferrari ha messo in scena una rimonta davvero notevole.
Tutto è iniziato male già venerdì durante la Q1, quando Hamilton ha perso il controllo della sua SF-25 frenando con violenza alla Bus Stop. Un testacoda che gli è costato caro, visto che è rimasto senza un tempo valido proprio quando stava andando forte (aveva due decimi di vantaggio su Leclerc fino al secondo settore del giro che stava completando, ndr).
Questo stop lo ha costretto a partire diciottesimo nella Sprint Race di sabato, dove è rimasto bloccato nel traffico senza poter sfruttare il potenziale della macchina. Risultato? Un misero tredicesimo posto che ha chiuso una giornata storta sotto tutti i punti di vista.

Le qualifiche per la gara principale non sono andate meglio. Ancora un errore, questa volta in uscita dal Raidillon dove ha messo tutte e quattro le ruote fuori pista, vedendosi cancellato il miglior tempo in Q1. “È colpa mia e me ne assumo la responsabilità“, ha ammesso senza giri di parole. “Scusate il team, non si può uscire due volte in Q1 nello stesso weekend“.
Visto che domenica era prevista pioggia, la Ferrari ha deciso di giocare d’anticipo: partenza dai box per montare un’ala posteriore molto carica, perfetta per il bagnato. Oltre a una power unit fresca, da poter spingere di più sui lunghi tratti “a manetta” del tracciato belga. Peccato che la direzione gara abbia ritardato la partenza di oltre un’ora e, quando finalmente si è corso, la pista si stava già asciugando vanificando, di fatto, l’azzardo tecnico-tattico.
Nei primi undici giri su gomme intermedie, Hamilton ha fatto vedere di che pasta è fatto. Ha superato in sequenza Sainz, Stroll, Colapinto, Hulkenberg e Gasly, dimostrando grande determinazione. Poi è stato il primo a osare il passaggio alle slick, una mossa anticipata rispetto agli altri che si è rivelata vincente: l’undercut ha funzionato alla perfezione, portandolo fino al settimo posto.
In appena tredici giri aveva recuperato undici posizioni. Quando però si è avvicinato ad Albon e Russell, i limiti della sua macchina sono emersi chiaramente. L’ala molto carica che andava bene sul bagnato diventava un handicap sull’asciutto, soprattutto contro la Williams che filava come un razzo sui rettilinei. Albon ha difeso la posizione con le unghie e con i denti, impedendo ulteriori sorpassi.
Nonostante tutto, Hamilton si è meritato il premio di “Pilota del Giorno” (gioia effimera) per una rimonta costruita con intelligenza e intuito, anche se l’assetto della macchina non lo aiutava nella fase finale dell’evento.

Durante il weekend, il sette volte campione del mondo ha testato per la prima volta un nuovo sistema frenante sviluppato insieme a Brembo. Leclerc l’aveva già provato a Montreal, ma per Lewis era una novità assoluta. Questo nuovo impianto, pensato per avere una risposta più immediata, interagendo con il freno motore molto aggressivo della SF-25 (differente da quello Mercedes a cui il pilota era abituato), potrebbe aver causato quel comportamento strano alla Bus Stop.
“Era la prima volta che lo montavo“, ha spiegato Hamilton, “e quel testacoda mi ha sorpreso. Charles l’aveva già usato in Canada e nelle ultime gare, io no. In più abbiamo anche cambiato l’ingegnere dei dati, quindi ci stiamo ancora ambientando. Per fortuna abbiamo lavorato bene sabato sera per sistemare la macchina“.
Il ritardo nella partenza ha penalizzato ulteriormente le sue possibilità. Con il 70% della gara corsа sull’asciutto, l’ala molto carica si è rivelata un compromesso sbilanciato. Se si fosse partiti alle 15:00 come previsto, con la pioggia che doveva durare per gran parte della gara, quella configurazione sarebbe stata perfetta.
Alla fine Hamilton ha chiuso settimo, un risultato che non soddisfa né lui né il team, ma che rappresenta comunque il massimo possibile dopo un fine settimana iniziato in salita. “Spa è un weekend da dimenticare in fretta“, ha commentato, “ma oggi ho imparato qualcosa in più sulla macchina. Penso che arriveremo più preparati in Ungheria“.
Che il Gran Premio sia un punto di partenza, anche se ritardato, in una stagione che può avere ancora un senso: ricreare fiducia col mezzo e col team in vista di un 2026 che dovrà essere giocato da protagonista e non da semplice comparsa, come sta accadendo ora.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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