Chiunque abbia affrontato materie economiche nel suo percorso di studi avrà avuto a che fare con il moltiplicatore keynesiano, un concetto teorizzato da John Maynard Keynes, che misura l’impatto di una variazione della spesa pubblica o privata sul reddito nazionale.
Sintetizzando all’estremo, il meccanismo è il seguente: quando il governo o un’azienda investe denaro nell’economia (ad esempio migliorando i processi produttivi), questi soldi non si fermano al primo destinatario, ma vengono spesi più volte, generando un effetto a catena. Il reddito totale generato sarà quindi maggiore dell’investimento iniziale. E ci perdonino i puristi della materia per una semplificazione così estrema.
Volendo forzare il concetto per adattarlo alla Formula Uno, Lewis Hamilton si sta comportando come un vero e proprio moltiplicatore per chi ha deciso di investire sul pilota come testimonial.

Lewis Hamilton – Ferrari: un’affare commerciale
L’approdo di Lewis Hamilton in Ferrari ha letteralmente scosso la Formula 1, ma ha anche generato un’imponente crescita economica per gli sponsor del Cavallino Rampante. In particolare, Puma, partner della scuderia di Maranello, ha registrato un’impennata senza precedenti nelle vendite di merchandising legato al Circus iridato.
Secondo quanto riportato da SportBusiness, autorevole fonte britannica in ambito economico-sportivo, nei primi mesi del 2025 Puma ha visto un incremento di otto volte nelle vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Un dato che sottolinea l’enorme impatto mediatico e commerciale dell’ingaggio del sette volte campione del mondo da parte della Ferrari.
Una parte consistente di questi ricavi, derivanti dal merchandising ufficiale, rientra nelle casse della scuderia italiana attraverso i diritti di licenza, contribuendo in maniera corposa alla copertura dell’ingente stipendio di Lewis che, secondo stime comunque da verificare, supera i 50 milioni di euro a stagione.
L’arrivo del pilota britannico dalla Mercedes ha catalizzato un’attenzione mediatica straordinaria sulla scuderia di Maranello grazie anche alla sua enorme popolarità sui social network. Con 39,3 milioni di follower su Instagram e 8,5 milioni su X (ex Twitter), Hamilton è di gran lunga il pilota più seguito del Circus, un fattore che ha senza dubbio amplificato la visibilità e l’appeal commerciale della scuderia italiana.

vincitore della Sprint Race in Cina
Hamilton per ora ha ripagato con la straordinaria vittoria nella Sprint Race cinese a cui è seguito un gran premio con epilogo nefasto, sportivamente parlando. La Ferrari SF–25 annaspa in difficoltà inattese per le quali si stanno implementando modifiche che dovremmo vedere al Gp del Bahrain in programma la settimana prossima: leggi qui.
La fase opaca del Cavallino Rampante non sta per ora incidendo sui ricavi da sponsor. I tifosi continuano ad acquistare nonostante tutto. Naturalmente è necessario dare una sterzata alla stagione per evitare che il “moltiplicatore hamiltoniano” si sgonfi in una generale assuefazione alla sconfitta da parte della fan base rossa. Pista ed economia, anche se i dati sciorinati in alto sembrerebbero non confermarlo, sono sfere correlate. Pertanto, sul lungo periodo, si può verificare una flessione che creerebbe qualche grattacapo.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP