Lewis Hamilton non ha bisogno di mostrare il suo valore

Momento storico complesso quello che sta attraversando Lewis Hamilton in una Mercedes che  non sente più sua. Nonostante ciò il britannico prova a ricostruirsi in vista dell'avventura rossa

Lewis Hamilton, il pilota più titolato della storia della F1, l’uomo con più trionfi, più podi e più pole position all’attivo, alla soglia dei 40 anni sta vivendo il momento più difficile della sua straordinaria carriera.

Ormai la sua ultima vittoria risale al Gran Premio d’Arabia Saudita del 2021, la cosiddetta “Battaglia di Jeddah” condotta contro Max Verstappen. Quello fu il Gran Premio che portò allo showdown finale di Abu Dhabi: i due protagonisti di quel tiratissimo e controverso mondiale arrivarono appaiati a pari punti.

La sua ultima gemma è la pole ottenuta in Ungheria, l’anno scorso, appena 3 millesimi sotto il tempo segnato da Verstappen, un rivale oggi troppo staccato per essere considerato tale. Come cambiano le cose in pochi anni…

Quest’anno, il suo ultimo in Mercedes prima di approdare in Ferrari, Lewis fa affidamento su una monoposto, la W15, che sembra essere una versione peggiorata delle sue sorelle maggiori: la W13 e la W14. Ad oggi il campione inglese ha ottenuto appena 10 punti in 4 gare: un settimo posto al debutto in Bahrain e due noni posti, uno in Arabia Saudita e uno in Giappone. In mezzo un ritiro, in Australia, per il cedimento della power unit.

Lewis Hamilton - Mercedes AMG Petronas F1 Team
Momento difficile per Lewis Hamilton

Lewis Hamilton: altri momenti complicati in una carriera straordinaria

La carriera di Lewis Hamilton dimostra anche che nei momenti più difficili, che vanno dal 2009 al 2013 in cui ha avuto monoposto non costruite per la vittoria del titolo, ha saputo sgomitare ed in parte sperare di lottare per il trionfo finale grazie al suo enorme talento.

Nel 2009, con un cambio di regolamento massiccio, con la crisi economica globale a mordere i bilanci dei team e con la sorprendente Brawn GP che dominò grazie al particolare estrattore, Hamilton, da fresco campione del mondo, riuscì a conquistare due vittorie e quattro pole.

Nel 2010 tornò seriamente a lottare per la vittoria finale con un fantastico campionato, uno dei più combattuti di sempre, in cui ben quattro piloti si contesero il titolo. Ma la McLaren MP4-26, nel bel mezzo della competizione, ebbe seri problemi di affidabilità. Così Lewis dovette dire addio ai sogni di gloria. Vinse tre gare ed ottenne una pole position

Nel 2011, anno dominato dalla Red Bull di Sebastian Vettel, riuscirà comunque ad agguantare tre vittorie e una partenza al palo. Risultati che non gli basteranno ad arrivare davanti al suo compagno di squadra, Jenson Button. È il primo anno in cui arriva dietro a un collega di casacca.

Nel 2012, al suo ultimo anno in McLaren, riesce ad ottenere ben 4 vittorie e 7 pole. Ma i tanti ritiri non gli permisero di lottare per la vittoria finale.

Nel 2013, al suo primo anno in sotto le insegne della Stella a Tre Punte, è stato in grado di ottenere una vittoria, in Ungheria, e ben 5 pole position.

Dal 2014 è iniziata la sua risalita che lo ha portato a consacrarlo nell’olimpo del motorsport vincendo sei titoli mondiali, superando il record di vittorie di Michael Schumacher, fermo a 91. Un record che sembrava irraggiungibile per tutti.

Toto Wolff e Lewis Hamilton, una coppia con la data di scadenza, Mercedes AMG Petronas F1 Team

Il riassetto di Lewis Hamilton

Oggi Lewis Hamilton, al suo ultimo anno in Mercedes, non può combattere per mancanza di armi valide. Forse non ne ha nemmeno bisogno. Si mette al servizio della sua scuderia, chiede al team che più di tutti lo ha elevato se deve far passare il compagno di squadra George Russell in un momento di evidente difficoltà tecnica.

La squadra prima degli interessi personali, a dimostrazione che Lewis non ha nemici interni e che, pur da “separato in casa”, continua a lavorare per la causa.

Ma Lewis non è assuefatto alla sconfitta, è la sua natura che lo dice. Da oggi fino alla fine del campionato ogni gara andata male, ogni qualifica in cui Russell risulterà migliore, ogni sorpasso che subirà sarà come ricevere un pugno in pieno volto. 

Quei pugni figurati, probabilmente, lo fortificheranno riconsegnandolo alla Ferrari, l’unica scuderia che ad oggi sembra essere in grado (in parte) di lottare contro la corazzata Red Bull, rigenerato negli stimoli. A Maranello Hamilton potrebbe tornare a combattere per concludere al meglio la sua straordinaria storia in Formula 1. 

Hamilton, anche in un periodo di magra della sua carriera, si sta ricostruendo andando dritto per la sua strada. Non ha bisogno di individuare nemici. Il suo obiettivo è dimostrare ai suoi detrattori, che negli ultimi tempi si fanno più rumorosi, che è ancora un professionista in grado di vincere. E vuole farlo senza scadere nello stesso registro polemico oggi ahinoi imperante.


Crediti foto: Mercedes AMG Petronas F1 Team

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