Il passaggio di Lewis Hamilton alla Ferrari era atteso come l’inizio di una nuova era ma, ad oggi, si è trasformato in una stagione complicata, costellata di risultati al di sotto delle aspettative e accompagnata da un’ondata di critiche. Alcune osservazioni appaiono legittime, altre sembrano invece alimentate da pregiudizi. Tra le voci più insistenti spicca quella di Ralf Schumacher, che da mesi non risparmia attacchi al sette volte campione del mondo. Un refrain che forse è figlio di una visione a senso unico ma che riportiamo per dovere di cronaca.
Il fine settimana di Baku, chiuso con appena sei punti complessivi per la Scuderia, ha offerto all’ex pilota di Formula 1 un nuovo assist per tornare all’attacco. Sai che novità. Intervenuto su Sky Deutschland, il fratello minore del Kaiser ha puntato il dito contro la gestione di Hamilton nelle qualifiche, quando la scelta delle gomme non si è rivelata efficace.
Secondo il tedesco, il sette volte iridato avrebbe dovuto far valere maggiormente la propria voce all’interno del box: “Con l’esperienza che ha, non dovrebbe limitarsi ad accettare la decisione degli ingegneri. Ai miei tempi, quando volevo una mescola precisa, non c’erano discussioni: ottenevo quello che ritenevo giusto“. Dall’alto della sua carriera…

Ferrari, Hamilton è troppo passivo?
Il tema sollevato da Schumacher riguarda la presunta eccessiva passività di Hamilton, che sembrerebbe ancora troppo legato alle dinamiche vissute in Mercedes, dove il ruolo decisionale dei piloti è meno marcato: “Un ingegnere non deve condizionare la prestazione del pilota”, ha aggiunto. “Lewis deve prendere l’iniziativa e smettere di cercare alibi. Da un campione del suo calibro ci si aspetta leadership”.
Non solo scelte strategiche, però. Schumacher ha toccato anche la questione del rapporto tra Hamilton e il suo ingegnere di pista, Riccardo Adami. Un legame che, a suo dire, non funziona come dovrebbe e rischia di diventare un problema serio per la Ferrari: “Il modo in cui comunicano non è positivo. Se non chiariscono subito i ruoli e le aspettative, il rischio è che la squadra si sfaldi dall’interno“.
Parole ferme, che fotografano una situazione delicata: la Ferrari fatica a ritrovare competitività. Ancora, il suo nuovo pilota di punta è chiamato a dimostrare di poter esercitare un’influenza reale sulle scelte tecniche e sulla coesione del gruppo.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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