Il momento che Lewis Hamilton sta vivendo in Ferrari non è certo quello che il sette volte campione del mondo immaginava quando ha scelto di legarsi al Cavallino Rampante. Dopo anni di dominio e vittorie in Mercedes, il pilota inglese si trova oggi a fronteggiare una fase complicata, segnata da risultati altalenanti e da una sensazione di scarso feeling con la monoposto, la SF-25 che Charles Leclerc sembra “leggere” meglio. Ma c’è chi, conoscendolo bene, intravede una finestra di riscatto: Toto Wolff.
Il team principal Mercedes, che ha guidato Hamilton attraverso l’era d’oro di Brackley (15 titoli in otto stagioni, un ultimo sfuggito per mano di un direttore di gara maldestro), ritiene che le difficoltà del suo ex pupillo abbiano radici precise. Un punto di svolta – assolutamente in negativo – risalirebbe al 2022, quando la Formula 1 ha reintrodotto le vetture a effetto suolo. Da quel momento, Lewis non ha mai nascosto di faticare con queste monoposto, tanto da non riuscire a ritrovare la sintonia tecnica e mentale che lo aveva reso il pilota più vincente di sempre.
“Lewis ha ancora qualcosa da dimostrare in Formula 1 – ha spiegato Wolff a Motorsport.com – Proprio come la Mercedes ha sottoperformato con le norme introdotte dal 2022, lui non è mai stato soddisfatto delle vetture con effetto suolo. Forse è una questione di stile di guida. Il prossimo anno ci saranno auto completamente nuove, con caratteristiche di guida completamente diverse e nuovi propulsori che richiederanno una gestione intelligente dell’energia”.

Lewis Hamilton: il 2026 offre nuove possibilità?
Se il 2022 è stato un reset tecnico evidentmente poco favorevole, il 2026 si profila come l’occasione per invertire la rotta. Il nuovo ciclo regolamentare porterà in pista monoposto ridisegnate sotto quasi ogni aspetto: aerodinamica rivista per ridurre la resistenza, un bilanciamento in curva meno vincolato alla capacità di generare carico dal fondo tramite i canali Venturi. In più, le power unit turbo-ibride passeranno a una ripartizione energetica radicalmente diversa, con un incremento dell’apporto elettrico e un’attenzione ancora maggiore alla gestione strategica dell’energia.
Elementi che, secondo il manager viennese, potrebbero sposarsi perfettamente con il talento e la sensibilità di Hamilton, soprattutto se la Ferrari saprà interpretare al meglio il nuovo pacchetto regolamentare. “È assolutamente possibile per Lewis. Il prossimo anno sarà importante. Se ha una macchina di cui ha fiducia e che fa quello che vuole, può tornare competitivo ai massimi livelli. Ma se il feeling non arriva, come è successo con la Mercedes degli ultimi anni e come sembra accadere oggi in Ferrari, allora diventa tutto più complicato. Se mi chiedete se ne l’ha ancora, la risposta è sì, ne ha sicuramente”.

La sfida, quindi, non è solo nel trovare qualche decimo in più nell’immediato, ma nel prepararsi a un 2026 che potrebbe rimescolare le carte come pochi altri cicli regolamentari hanno fatto. La Ferrari, oggi, deve lavorare in parallelo: da un lato cercare di dare a Hamilton una vettura meno imprevedibile e più “comunicativa” già nel 2025 (operazione piuttosto complessa visto che Maranello ha concluso il programma di sviluppo della SF-25, ndr); dall’altro progettare una monoposto 2026 che possa valorizzare al massimo lo stile di guida del sette volte iridato ovviamente senza penalizzare quello di Charles Leclerc.
Se le previsioni di Wolff troveranno conferma, il mondiale 2026 non sarà solo un nuovo capitolo tecnico per la Formula 1, ma anche il momento in cui Hamilton potrebbe dare concretamente senso al suo passaggio in rosso puntando, magari, a vincere l’ottavo titolo, la vera ossessione sportiva del britannico. Non resta che attendere qualche mese per capire se la fase di appannamento di Lewis ha ragioni anagrafiche o è dipesa da una generazione di auto che non ha troppo digerito.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari HP
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