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Home Approfondimenti

Lewis Hamilton: quanti anni servono per brillare con la Ferrari?

Häkkinen crede che l'adattamento in un nuovo team richieda diversi anni. Il secondo anno per Hamilton si è sempre rivelato decisivo: sarà così anche in Ferrari?

Sabino Figurelli by Sabino Figurelli
14 Ottobre 2025
in Approfondimenti, News
Tempo di lettura: 4 minuti
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Lewis Hamilton

Lewis Hamilton sale a bordo della SF - 25

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Siamo entrati ufficialmente nella Race Week americana. Domenica prossima, la F1 sarà protagonista sul circuito di Austin, per l’edizione n° 13 del gran premio texano. L’anno scorso a vincere fu Charles Leclerc, dopo essersi portato davanti errori di Lando Norris e Max Verstappen e mantenendo la leadership fino alla fine.

Al contrario, quest’anno Ferrari non ha ancora totalizzato una vittoria ed è difficile dire che possa replicare la gara del 2024. Se proprio si vuole essere fiscali, l’unico successo è quello nella sprint cinese, conquistata da Lewis Hamilton.

Mika Häkkinen: “Adattarsi può richiedere 4–5 anni”

La SF-24, era una monoposto sicuramente competitiva, in grado di ottenere cinque vittorie: tre per Charles Leclerc e due per Carlos Sainz. Ed inoltre, in grado di lottare per il campionato costruttori fino alla fine. Lewis Hamilton, guardandola dal box Mercedes, sperava di poter salirci quanto prima e lasciare una W15 poco dominante.

Ma la SF-25, invece, tutto è tranne che vincente. Il campione inglese, arrivato a Maranello come salvatore della baracca, è colui che si è trovato più in difficoltà. Più volte si è sottolineato l’adattamento lento con l’ambiente e con la monoposto, anche se dal termine della pausa estiva, si sono intravisti margini di miglioramento.

E proprio in merito al rapporto tra Hamilton e Ferrari, è intervenuto Mika Häkkinen, che in un’intervista rilasciata alla Hindustan Times, dopo aver ribadito quanto sia incredibile il talento del #44, afferma: “Quando arrivi in un nuovo team, in genere possono volerci quattro o cinque anni prima di riuscire a far sì che la macchina si adatti davvero al tuo stile di guida”.

Dopo aver ripercorso punti salienti della sua carriera e di come abbia saputo gestire diverse situazioni, aggiunge: “Lewis deve avere la pazienza di aspettare così a lungo. Di solito non entri in squadra e pensi subito: ‘Oh, questa macchina è fantastica, vincerò delle gare’. Serve molto lavoro e molto tempo”.

Lewis Hamilton
Hamilton sulla pista di Singapore

I primi anni di Hamilton: McLaren e l’ingresso in Mercedes

Le parole di Mika Häkkinen, ad una prima lettura, potrebbero essere interpretate come esagerate, ma in effetti molti campioni hanno attraversato anni di assestamento prima di brillare. Quanto espresso dall’ex pilota, è un concetto che va oltre le prestazioni. L’adattamento non è solo da intendersi come la vittoria, ma tutto il processo che porta ad essa.

Un mix fatto di crescita, comprensione della vettura e di come migliorarla, dei limiti, dello stile di guida ed elementi similari. Ma è pur vero che il rapporto deve basarsi su un dare e avere. Anche il team deve fare la sua parte, attraverso correzioni, modifiche e aggiornamenti per andare incontro al driver.

Se Lewis Hamilton abbia bisogno di quattro o più stagioni per adattarsi è difficile dirlo, ma se ripercorriamo gli anni in McLaren e in Mercedes, possiamo dar vita alla teoria del biennio perfetto. Nel 2007, esordisce in F1 con il team di Woking e già si pone come contendente al titolo: nove podi consecutivi, due vittorie, e una lunga permanenza in testa al mondiale.

Il 2008, invece, è l’anno della consacrazione. La McLaren non è l’auto perfetta, ma consente a Lewis di maturare, imparando a guidare in diverse condizioni di pista. Trionfa a Shanghai, ad Hockenheim e Silverstone sotto la pioggia, diventando il riferimento del team.

Anche quando si trasferì in Mercedes, nel 2013, Hamilton mostra adattamento progressivo. Nonostante una vettura performante in qualifica ma non in gara, riesce a portarla stabilmente in posizioni di vertice.

E l’anno successivo, nel 2014, si ritrova nella sua forma perfetta, unendo velocità alla sua solidità mentale e gestione strategica. Riesce ad imporsi per la capacità di sfruttare una finestra tecnica favorevole, inaugurando il dominio della Stella a Tre Punte e conquistando il suo secondo titolo mondiale. Il resto è storia nota.

Hamilton in Ferrari: tra aspettative e realtà operative

Il 2026 non è detto che sarà decisivo per Hamilton, ma si apprezza la volontà di contribuire al cambiamento. Grazie ai continui dossier che invia a Maranello, fornisce indicazioni circa il miglioramento del lavoro in fabbrica ed il coordinamento con la pista.

Il cambiamento è un qualcosa a cui Ferrari ambisce e il campione di Stevenage sta mettendo le basi per farne parte. Alla vigilia della stagione di Formula 1 2025, Mika Häkkinen diceva al Corriere dello Sport: “Credo che Lewis avrà un impatto positivo”.

Parole, quelle che aggiunge, che suonano del tutto attuali nonostante le abbia pronunciate mesi fa: “Si è sempre saputo evolvere, ha tanta esperienza e, secondo me, 40 anni non sono troppi”.

L’ex pilota finlandese, ribadiva nel gennaio scorso a RN365: “Si sente molto forte e ha fiducia in se stesso. Pensa di potercela fare, ma se perdesse questa consapevolezza sarebbe difficile recuperare. Se la situazione cambierà improvvisamente l’anno prossimo? Parlo per esperienza personale, sarà difficile”.

Se il 2026 sarà l’anno della svolta, dipenderà dalla resa della vettura e da una collaborazione efficace tra Hamilton e il team. Il 2025 ha ancora qualcosa da dire e bisognerà osservare l’interazione tra le parti, come il pilota riesce a trasferire feedback utili in pista. In una stagione che non ha più nulla da dire, la Ferrari deve trovare un metodo operativo che si utile per la prossima era normativa. E Lewis sta lavorando con determinazione a questo.


Crediti foto: Scuderia Ferrari

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Tags: F1FerrariGP USA 2025Lewis HamiltonNews
Sabino Figurelli

Sabino Figurelli

Classe 1996, appassionato di automobilismo e motorsport. Il mio sogno? Lavorare nel circus della F1, o quantomeno raccontarla. Se mi regali un pass per il paddock, potremmo diventare amici.

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