Tra i nomi che illumineranno la 93esima edizione della 24 Ore di Le Mans, ce n’è uno che unisce talento, visione e coraggio: Lilou Wadoux. La pilota francese sarà al volante della Ferrari numero 150 di Richard Mille AF Corse nella classe LMGT3, affiancata da Riccardo Agostini e Custodio Toledo. Una line-up ambiziosa e composita, che riassume lo spirito moderno dell’endurance: competizione, internazionalità e inclusione.
Il segnale
Per Ferrari, che schiererà ben otto vetture tra Hypercar e GT, la partecipazione della #150 rappresenta molto più di una presenza simbolica. È il segnale di una strategia ampia e coerente, che punta a eccellere anche nella categoria riservata alle vetture GT3, da quest’anno parte integrante del WEC.
Ma è Lilou Wadoux, 23 anni, a catalizzare l’attenzione. Non solo per essere una delle cinque donne al via quest’anno al Circuit de la Sarthe, ma per un percorso già ricco di primati: è stata la prima donna a vincere una gara nel FIA World Endurance Championship (WEC), nella European Le Mans Series (ELMS) e anche nell’IMSA, il campionato endurance nordamericano. Un trittico di successi che la posiziona come una delle figure più emblematiche della nuova generazione di piloti.
La carriera di Lilou Wadoux
Il talento di Lilou non nasce dal nulla. Inizia con le auto turismo, poi nel mondo delle ruote coperte, guadagnandosi gradualmente la fiducia di team di prestigio. La svolta arriva con l’ingresso nel programma Richard Mille, sostenuto da una visione lungimirante: promuovere l’eccellenza femminile nel motorsport senza ricorrere a scorciatoie o narrazioni forzate.
La sua vittoria nel WEC nel 2022, ottenuta in LMP2 Pro-Am a Spa-Francorchamps, ha rotto una barriera culturale. Non era una wild card o un esperimento mediatico, ma una pilota a tutti gli effetti, veloce, costante e matura. Lo stesso si può dire delle affermazioni in IMSA e in ELMS, due contesti estremamente selettivi. Wadoux non corre per rappresentare un genere, corre per vincere. E questo la rende un esempio autentico.
Tecnologia e inclusività
La Ferrari 296 GT3 numero 150 sarà gestita da AF Corse con il supporto diretto di Richard Mille, marchio già protagonista in Formula 1 e ora impegnato a sostenere una visione innovativa del motorsport. Accanto a Lilou, ci saranno Riccardo Agostini, pilota italiano con una lunga esperienza tra GT e monoposto, e Custodio Toledo, giovane talento spagnolo in forte crescita.
La vettura parteciperà come iscrizione “una tantum” per la 24 Ore di Le Mans, affiancandosi alle due Ferrari ufficiali LMGT3 impegnate nell’intera stagione del mondiale. Un’aggiunta che testimonia la centralità dell’evento e la volontà di affrontare Le Mans con il massimo sforzo competitivo.
Una gara, tante sfide
La 24 Ore di Le Mans è la prova definitiva per ogni pilota. Per Wadoux sarà la seconda partecipazione con Ferrari, ma la prima in LMGT3. Su un tracciato di oltre 13 chilometri, dove si alternano sezioni da pista permanente e tratti stradali, ogni errore si paga caro e ogni dettaglio fa la differenza. La resistenza fisica, la gestione del traffico, il ritmo notturno, il meteo imprevedibile, tutto concorre a creare uno scenario unico e crudele.
Ma proprio in questo contesto si misura la statura di un pilota. E Lilou Wadoux ha già dimostrato di avere la lucidità e il talento per fare la differenza anche nei momenti più duri. La Ferrari #150, inoltre, rappresenta una piattaforma ideale, una vettura bilanciata, tecnologicamente evoluta, e gestita da un team che conosce Le Mans in ogni minimo particolare.
Simbolo per il futuro
La presenza di Wadoux a Le Mans con Ferrari non è solo una notizia di cronaca sportiva. È il segnale che il motorsport, anche quello di vertice, può evolvere nella direzione dell’inclusività senza rinunciare alla performance. Non ci sono corsie preferenziali, ma opportunità vere, guadagnate sul campo.
Il suo ruolo nel team Richard Mille AF Corse è quello di una protagonista, non di una comparsa. Ed è questa la differenza fondamentale. Per chi guarda al futuro dell’endurance, la sua storia è già un riferimento.
In un paddock che spesso fatica ad aprirsi al cambiamento, la Ferrari #150 a Le Mans 2025 è una risposta chiara: competere ad armi pari è possibile. E, con piloti come Lilou Wadoux, può diventare la regola.
Foto Ferrari Media Centre