Il gioco di parole presente nel titolo non è dei più felici, me ne avvedo e me ne dolgo. Suona male, è brutto. Ma spesso le cose non belle sono necessarie. Mutuo il titolo di un famoso film: Le Mani Sulla Città, il capolavoro di Francesco Rosi di inizio Anni ‘60. Una pellicola la cui trama racconta di cose molto italiane che il tempo ha tutt’altro che annacquato: speculazioni, lottizzazioni, acquisizioni di potere. Anche con mezzi spregiudicati.
Premessa importante: non s’intende sostenere che quanto sta accadendo ai vertici dell’ACI sia illecito, è bene sottolinearlo con chiarezza per evitare sgradevoli equivoci, ma rappresenta ciò che è molto in voga nella nostra amata Italia: allungare le mani su ogni ente che produca profitti per portarlo alla causa del governo di turno col fine di accrescere i poteri.
La candidatura di Geronimo La Russa alla presidenza dell’Automobile Club d’Italia (ACI) sta sollevando un acceso dibattito politico. Francesca Ghirardi, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra nella commissione Attività produttive della Camera, ha definito la candidatura del rampollo della famiglia La Russa “irricevibile”. L’avvocato Geronimo è infatti figlio di Ignazio La Russa, politico di lunghissimo corso e Presidente del Senato della Repubblica.
AVS ha quindi presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro delle Infrastrutture, contestando la prassi di affidare incarichi pubblici o parastatali a figure vicine alle famiglie di governo.

Il commissariamento dell’ACI e la corsa alla presidenza
La possibile ascesa di Geronimo La Russa alla guida dell’ACI si inserisce nel contesto del recente commissariamento dell’ente che fino a qualche giorno fa era guidato da Angelo Sticchi Damiani, in carica dal lontano 2011. Il dirigente è stato dichiarato decaduto dal governo poco dopo la sua rielezione per un quarto mandato. La decisione è stata giustificata con l’applicazione del limite dei tre mandati, ritenuto valido anche per l’ACI in quanto ente pubblico.
Fino a luglio, la gestione del gruppo sarà affidata a Tullio Del Sette, ex comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, nominato commissario straordinario. Le candidature per la presidenza dell’ente dovranno essere ufficializzate entro il 31 marzo. Oltre a Geronimo La Russa, attuale presidente di ACI Milano, tra i possibili candidati figura anche Giuseppina Fusco, presidente dell’ACI Roma.
Le reazioni politiche
La nomina di un commissario straordinario e la successiva corsa alla presidenza hanno innescato dure reazioni da parte dell’opposizione. Alcuni deputati del Partito Democratico hanno denunciato quella che definiscono “un’operazione politica per garantire posizioni di vertice a persone vicine alla maggioranza”, si legge sull’Huffington Post.
“Il governo non tollera autonomie reali e piazza i suoi uomini nei posti chiave”, hanno dichiarato Pagani e Simonini del PD in una nota congiunta. “Dopo aver imposto il commissariamento dell’ACI, ignorando il voto degli iscritti e la volontà del territorio, ora si prepara a mettere al vertice dell’ente una figura dal cognome pesante. Dimostra ancora una volta che per questa destra il merito vale meno dell’appartenenza politica e familiare“.
I tumulti dell’ACI e le conseguenze sulla F1
La corsa alla presidenza dell’ACI si preannuncia dunque tesa, con possibili sviluppi politici e istituzionali che potrebbero influenzare il futuro dell’ente e la gestione delle sue attività. Ma ce ne potrebbero essere anche sulla Formula Uno? Ricordiamo che Angelo Sticchi Damiani è stato l’uomo-cerniera tra l’Italia e Liberty Media. Sotto la sua presidenza il Belpaese è tornato in calendario con ben due appuntamenti: Imola, che si è fatta trovare pronta nel periodo dell’emergenza Covid, e Monza che ha recentemente esteso il contratto fino al 2031.
La posizione dell’Enzo e Dino Ferrari è traballante visto che a fine 2025 scade il contratto che tiene la pista in calendario. Con Sticchi Damiani si stava discutendo circa l’ipotesi di recuperare la gara persa nel 2023 per l’alluvione e di inserire lo storico impianto nel meccanismo delle rotazioni europee, il modello che Stefano Domenicali e il suo gruppo hanno imposto a Spa-Francorchamps e in cui potrebbe rientrare anche il Montmelò spagnolo.
Con la rimozione improvvisa di Sticchi Damiani e l’incertezza che si è aperta a causa di una candidatura ingombrante e politicamente inopportuna – quella di Geronimo La Russa lo è, senza se e senza ma – questo processo potrebbe arenarsi. Quelli di Liberty Media non hanno tempo per beghe di palazzo e lotte politiche provinciali. Con tanti promoter a bussare ai cancelli di Englewood, l’indeterminatezza decisionale italiana rischia di rappresentare una mazzata sulle speranze di Imola di rimanere un Formula 1 anche con una presenza a gettone.
I nostri governanti lottizzano si spartiscono fette di potere e nel frattempo c’è qualcuno che si muove concretamente scippando la possibilità di avere ancora due gare sul suolo cisalpino. Sovranisti che non hanno a cuore la loro patria, intenti come sono a contendersi le briciole mentre altrove si fanno i fatti. Questa vicenda è la plastica rappresentazione di come girano le cose nel nostro amato paese.
Crediti foto: Formulacritica, F1, Autodromo di Imola