Laura Villars, una delle tre candidate che sfidano Mohammed Ben Sulayem per la presidenza della FIA, ha avviato un’azione legale contro la federazione. Nel processo elettorale, i candidati devono nominare sette vicepresidenti, con rappresentanza obbligatoria da ciascuna delle regioni FIA. Tuttavia, le nomine per il World Motorsport Council – da cui vengono tratti i vicepresidenti – includono solo un rappresentante dal Sud America, Fabiana Ecclestone, che ha pubblicamente sostenuto la rielezione di Ben Sulayem.
“È un chiaro conflitto di interessi: la stessa persona che dovrebbe garantire pluralismo è l’unica disponibile e sostiene l’attuale presidente”, ha dichiarato Villars. Questa carenza di rappresentanti aggiuntivi ha impedito agli altri candidati di presentare una lista completa entro il 24 ottobre. Villars ha optato per l’azione giudiziaria dopo mesi di dialoghi infruttuosi con la FIA su temi di democrazia interna e trasparenza elettorale.

L’azione legale di Laura Villars
Villars ha ottenuto l’autorizzazione per citare la FIA davanti al Tribunale Giudiziario di Parigi, con un’udienza d’urgenza fissata per l’11 novembre. “Non stiamo attaccando la FIA, ma la stiamo difendendo da sé stessa”, ha affermato la candidata. Questa procedura accelerata sottolinea l’urgenza e l’ammissibilità del caso, e viene descritta come un passo cruciale per garantire trasparenza, etica e pluralismo democratico all’interno della FIA.
L’azione segue tentativi falliti di un confronto costruttivo con la FIA sulla trasparenza delle regole elettorali e sulla democrazia interna. Il suo avvocato, Robin Binsard, ha evidenziato il riconoscimento da parte del tribunale di gravi carenze democratiche e violazioni degli Statuti e dei Regolamenti della FIA, dichiarando: “Il tribunale ha riconosciuto che esistono elementi seri e urgenti che giustificano un intervento immediato”.

Le principali accuse di Laura Villars e l’appoggio di Tim Mayer
Villars accusa il processo elettorale della FIA di mancare di trasparenza e integrità democratica, in particolare a causa della rappresentazione insufficiente nel World Motorsport Council, che impedisce ai candidati diversi da Ben Sulayem di presentare liste presidenziali complete. “Non è una competizione, è un’elezione pilotata”, ha denunciato Villars. Sostiene che il processo comprometta equità e inclusività, poiché i requisiti di rappresentanza regionale non possono essere soddisfatti quando mancano candidati indipendenti.
Villars argomenta che la sua azione legale mira a proteggere la FIA promuovendo principi democratici, piuttosto che opporsi all’organizzazione. Tim Mayer, un altro candidato, ha criticato similmente il processo definendolo “teatrale, non democratico”, notando che i candidati indipendenti limitati in regioni come Sud America e Africa – tutti associati a Ben Sulayem – bloccano efficacemente la competizione. “Abbiamo un solo nome per continente in alcune regioni, e quel nome è sempre lo stesso: quello del presidente uscente”, ha aggiunto Mayer. Mayer sta collaborando con Villars e potrebbe unirsi alla sfida legale dopo aver esaurito le procedure interne della FIA.

Stato attuale
La FIA ha riaffermato che il suo processo elettorale, inclusi i requisiti di rappresentanza regionale, è strutturato, democratico e invariato, come delineato negli Statuti e nei Regolamenti Interni, disponibili dal 13 giugno. “Le regole sono pubbliche da giugno. Chi le contesta oggi, le ha accettate candidandosi”, ha dichiarato un portavoce della federazione.
La federazione ha rifiutato di commentare ulteriormente l’azione legale di Villars a causa della natura del procedimento. L’udienza d’emergenza è fissata per l’11 novembre, e la scadenza del 24 ottobre per le liste presidenziali è passata. Mayer ha dichiarato che “l’elezione è già finita, non per i voti, ma per le regole”, sebbene la sua campagna continui a spingere per riforme.
L’udienza del tribunale dell’11 novembre potrebbe stabilire se il processo elettorale della FIA viola i suoi Statuti e Regolamenti, potenzialmente alterando la corsa presidenziale. Una sentenza favorevole a Laura Villars potrebbe obbligare la FIA a rivedere il processo di nomina, consentendo una maggiore competizione. “Se vinciamo, non vinciamo noi: vince la democrazia nella FIA”, ha concluso Villars. Se la sfida fallisce, Ben Sulayem otterrebbe probabilmente un secondo mandato senza oppositori, evidenziando ulteriormente le presunte debolezze democratiche nel sistema elettorale della FIA. La collaborazione tra Laura Villars e Mayer indica una spinta unificata per le riforme, che potrebbe influenzare la governance futura della FIA in caso di successo legale o interno.
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Crediti foto: Keystone, FIA, Getty Images



