La storia è sempre la stessa e si ripete con stancante ciclicità: ogni volta che le cose vanno male in Red Bull fuoriescono voci che parlano di un possibile addio di Max Verstappen. Ma se a parlarne è il tifoso medio è un conto; se, invece a spingere per un tale scenario è addirittura Helmut Marko, allora le carte in tavola cambiano drasticamente.
Il futuro dell’olandese nel team di Milton Keynes non è più considerato scontato. Le voci di un possibile addio del tetra campione iniziano a farsi insistenti e all’interno del gruppo austriaco cresce la tensione. “Rischiamo di perderlo”, ha affermato l’ex pilota di Graz e consulente della scuderia.
Dopo due stagioni dominate in lungo e in largo, con titoli mondiali sia piloti che costruttori, il 2024 ha rappresentato uno spartiacque con un’inversione di tendenza netta. La McLaren ha conquistato il Campionato Costruttori, mentre Verstappen ha dovuto lottare duramente per ottenere il suo quarto titolo iridato che a un certo punto non sembrava essere più così scontato. Un campanello d’allarme per una realtà abituata a vincere con ampio margine.

Il declino delle prestazioni è coinciso con l’uscita di scena di Adrian Newey, mente tecnica dietro ai successi degli ultimi anni. Ormai è chiaro che la cosa abbia pesato in maniera netta al di là delle argomentazioni fornite negli ultimi anni. La RB21, prima monoposto non firmata direttamente dalla tech star britannica, si è rivelata difficile da gestire e non all’altezza delle aspettative.
“Dobbiamo mettere in discussione il nostro approccio”, ha dichiarato Marko. “Serve un programma di sviluppo più efficace, una comprensione più approfondita del motore, e soprattutto serve onestà interna. Sappiamo che la macchina non è competitiva, ma dobbiamo capire perché”.
Red Bull deve capire, un mesto ritornello che fino a qualche tempo fa era appannaggio della Ferrari e che ora è entrato nel lessico di una compagine che naviga in terza posizione in classifica con un bottino punti sempre più magro.
Red Bull: l’incertezza regna sovrana
Le preoccupazioni non riguardano solo l’immediato, quindi il mondiale in corso. Anche il futuro prossimo, in particolare il 2026, anno della profonda rivoluzione regolamentare in Formula 1, genera incertezza. In quella stagione Red Bull dirà addio a Honda per passare alla produzione autoctona col supporto della Ford che ritorna in pista dopo una lunghissima pausa. Le prime indicazioni, stando ai bene informati che nel Circus non mancano mai, non sono incoraggianti: l’affidabilità e la competitività del nuovo propulsore restano un’incognita.
Una situazione che potrebbe incrinare definitivamente il rapporto con Verstappen, legato contrattualmente fino al 2028 ma libero, secondo molti, di rimettere tutto in discussione in caso di mancanza di risultati in virtù di una clausola rescissoria la cui assenza non è stata mai formalmente negata dalle parti. “Nel breve termine non possiamo fare molto dal punto di vista tecnico. Speriamo di vedere progressi in Europa, ma con prestazioni simili non potremo difendere il nostro titolo. E questo è un rischio concreto per la permanenza di Max”, ha ribadito Marko.

L’urgenza è massima. La squadra deve reagire, fornire garanzie tecniche e strategiche al proprio pilota di punta, ed evitare che altri team – come Mercedes, che segue da vicino l’evoluzione della situazione ma che potrebbe offrire a breve il rinnovo a George Russell – possano inserirsi. Attenzione, invece, ad Aston Martin che potrebbe voler rivoluzionare la propria line-up.
Un team in cui Max troverebbe facce amiche con le quali ha ottenuto tutti i risultati di una carriera finora straordinaria. La permanenza del campione del mondo è appesa all’evoluzione delle prossime gare che assumeranno, quindi, una valenza cruciale. Dopo il passaggio di Lewis Hamilton alla Ferrari si prospetta un’altra trattativa clamorosa?
Crediti foto: Oracle Red Bull Racing