La storia di Ronnie Peterson, “The SuperSwede”

In occasione del 36° anniversario della scomparsa del pilota svedese Ronnie Peterson, celebriamo la sua vita e le sue imprese in pista.

Bengt Ronnie Peterson nasce a Örebro, città della Svezia centro-meridionale, il 14 febbraio 1944. Fin da ragazzino sviluppa una passione per i motori e la velocità, gareggiando nei kart in Svezia e battendo avversari molto più esperti di lui.

Grazie al sostegno dei suoi genitori, nonostante il padre fosse un panettiere, Peterson viene notato dalla scuderia italiana Tecno, che lo ingaggia per le stagioni 1968 e 1969 in Formula 3 svedese, dove domina, attirando l’attenzione della Formula 1.

Ronnie Peterson – L’approdo in F1

Nel 1970 Peterson viene ingaggiato dalla Colin Crabbe Racing, conosciuta anche come Antique Automobiles Racing Team, una scuderia privata che gareggia con una sola monoposto, una March 701 con motore Cosworth V8, economico e di facile installazione.

Il debutto del pilota svedese avviene al Gran Premio di Monaco, dove si qualifica 12° su 16 partecipanti, ma in gara riesce a sfiorare la zona punti, arrivando settimo. La vettura, pur avendo le caratteristiche di una monoposto di un team privato, grazie al talento di Peterson riesce a classificarsi altre due volte nella top 10, come in Olanda, a Zandvoort, e in Gran Bretagna, a Brands Hatch.

Nello stesso anno, Peterson partecipa anche alla Formula 2 europea, classificandosi 4° nella graduatoria finale, e corre la 24 Ore di Le Mans con la Ferrari, l’unica volta nella sua carriera, ma è costretto al ritiro.

Nel 1971 firma con la scuderia ufficiale della March, che gli offre una monoposto molto più competitiva, permettendogli di esprimere al meglio il suo talento. Sebbene non ottenga vittorie, a causa del dominio di Jackie Stewart con la Tyrrell, Peterson si dimostra l’unico pilota capace di tenere il passo del fuoriclasse scozzese.

La prima grande soddisfazione arriva a Monte Carlo, dove si classifica 2° alle spalle di Stewart. Seguiranno altri 4 podi, con 3 secondi posti e un terzo posto a Silverstone, Monza, Canada e Watkins Glen, chiudendo il Campionato Mondiale di F1 del 1971 al secondo posto, al suo secondo anno in Formula 1.

L’anno successivo, la March gli fornisce tre diverse monoposto, la 721, la 721X e la 721G, ma nessuna si rivela competitiva quanto la 711 del 1971, e Peterson raccoglie appena 12 punti in 11 Gran Premi, con un’unica consolazione: un podio con un terzo posto al Nürburgring.

Leoni della CEA
Ronnie Peterson e Mario Andretti

Ronnie Peterson – I primi successi

Nel Campionato Mondiale di F1 del 1973, Peterson firma con la Lotus. Tuttavia, i primi Gran Premi con la scuderia inglese non iniziano bene: quattro ritiri nei primi cinque appuntamenti, nonostante parta dalla pole position in Brasile, Spagna e Belgio.

Con l’evoluzione della Lotus 72D nella 72E, la scuderia inglese mostra tutto il suo potenziale. Al Gran Premio di Monaco, Peterson conquista il suo primo podio stagionale, arrivando terzo, dietro Stewart e Fittipaldi. Al successivo Gran Premio di Svezia, ottiene la sua quarta pole, ma viene superato in gara da Denny Hulme, accontentandosi del 2° posto.

La prima vittoria in F1 arriva al Gran Premio di Francia a Le Castellet, dove, partendo dalla 5ª posizione, Peterson si impone davanti a François Cevert e Carlos Reutemann. Al successivo Gran Premio di Gran Bretagna a Silverstone ottiene la sua quinta pole stagionale, ma si classifica nuovamente 2°, dietro Peter Revson.

Il pilota svedese, ormai in lotta per il 2° posto nella classifica generale con il compagno di squadra Emerson Fittipaldi, ottiene altre due vittorie a Spielberg, in Austria, e a Monza. Conclude il Campionato Mondiale di F1 del 1973 al 3° posto con 52 punti, 4 vittorie, 9 pole, 2 giri veloci e 7 podi. Se non fosse stato per i problemi a inizio stagione, probabilmente avrebbe potuto diventare campione del mondo.

Ronnie Peterson – Gli anni bui

Nel Campionato Mondiale di F1 del 1974, la Lotus schiera accanto a Peterson il belga Jacky Ickx. La stagione non inizia bene, nonostante una pole position in Argentina. Dopo tre ritiri consecutivi, la Lotus ritorna al vecchio modello 72E, con il quale Peterson vince al Gran Premio di Monaco e in Francia, concludendo la stagione con 35 punti e tre vittorie.

I Campionati Mondiali del 1975 e 1976 si rivelano disastrosi. Nel 1976, Peterson si riaccasa alla March e ottiene l’unica vittoria stagionale a Monza, dove trionfa davanti al rientrante Niki Lauda.

Nel 1978, Peterson torna alla Lotus e, al secondo Gran Premio stagionale, vince in Sudafrica. Nonostante ottenga diversi podi, tra cui una vittoria in Austria, il titolo mondiale è ormai in mano al compagno di squadra, Mario Andretti.

Ronnie Peterson, “The SuperSwede”

Ronnie Peterson – La scomparsa

Al Gran Premio d’Italia del 1978, Peterson partecipa con una vettura di riserva dopo aver danneggiato la sua monoposto durante il warm-up. Alla partenza della gara, si verifica un maxi-incidente in cui è coinvolto anche Peterson. La sua vettura si incendia, e nonostante i tentativi di salvataggio, Peterson morirà il giorno successivo a causa di complicazioni legate alle ferite. In tutta la sua carriera, The Superswede ottenne 10 vittorie, 14 pole position e 26 podi.

Ronnie Peterson è ricordato come uno dei più grandi piloti a non aver mai vinto un campionato del mondo, ma il suo talento e la sua passione lo hanno reso un’icona del motorsport svedese e internazionale.


Crediti foto: F1

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